Alzi la mano chi, dopo stagioni disarmanti, non ha pensato all’ennesimo crossover ideato anche discretamente ma realizzato in maniera discutibile. E sicuramente “Armageddon, Part 1” non ha aiutato a migliorare le aspettative a riguardo. A sorpresa, però, questa seconda parte (di cinque) sembra ampiamente compensare le lacune della season premiere.
Pur con tutte le suddette lacune e i problemi che la serie di Eric Wallace ha e che continua a trascinarsi dietro, “Armageddon, Part 2” osa percorrere un sentiero impervio, per non dire audace, che porta con sé alcuni plot twist veramente inaspettati. È una piacevole scoperta su tutti i fronti, tanto che viene da chiedersi se ci sia una correlazione tra il voto guadagnato tra gli insulti di “Armageddon, Part 1” scritto da Eric Wallace e questo sceneggiato dal duo Jonathan Butler & Gabriel Garza.
UNA SITUAZIONE DESPEROATA
Pur con tutte le buone intenzioni di questo crossover, se si fa un passo indietro e si guarda all’intero universo narrativo creato dalla The CW si può riscontrare un grosso difetto: tutto cambia per non cambiare per niente.
È una sensazione che si è provata dolorosamente con l’ultimo crossover Crisis On The Infinite Earths che alla fine è servito principalmente per chiudere l’arco narrativo di Oliver Queen con un apice, unire tutti gli universi in uno due (Stargirl è ancora separata) e basta. Esattamente: mondi distrutti, situazioni irreversibili e poi un magico colpo di spugna per cancellare tutti i plot twist e vanificare ogni sforzo. Il rischio che Armageddon ripercorra questa strada già battuta dai suoi predecessori si fa molto vivido, specialmente considerando l‘improvvisa morte di Joe e la distruzione degli Star Labs. Due elementi che non possono arrivare così dal nulla in un secondo episodio anticlimatico.
Come ogni classica situazione impossibile da risolvere, bisogna creare un certo contesto e alcune premesse necessarie da riutilizzare in seguito per il ripulisti generale. In questo caso la pazzia che sta attanagliando Barry sembra essere perfetta per giustificare l’improvvisa morte di Joe e il buco temporale degli ultimi 6 mesi. Una scelta tanto intrigante quanto utile per unire l’esperienza dello spettatore a quella del protagonista, entrambi volutamente ignari di quanto accaduto.
BIG CIAO JOE, A PRESTO
“Armageddon, Part 2” è un ottimo episodio perché osa distruggere molti capisaldi inamovibili dello show.
Partendo dagli Star Labs, questo immenso padiglione al centro della città di cui nessuno sembra questionare l’esistenza, la rimozione del locus amoenus è una classica mossa usata dagli autori per destabilizzare il protagonista e porlo in una situazione di svantaggio. Viene da domandarsi perché non sia mai stata usata in passato ma non dispiacerebbe assistere ad una rimozione permanente che renda il Team Flash un po’ meno invincibile. Quindi ben venga la distruzione dell’edificio.
Riguardo la morte di Joe West bisogna però suddividere la scelta in due premesse: quella narrativa e quella umana. Premesso che già in passato Jesse L. Martin si era assentato dallo show per problemi fisici, lo shock derivante dall’annuncio della sua morte off-screen non può che lasciare (positivamente) impietriti da quanto è inaspettato. Allo stesso tempo, però, è anche immaginabile che un character così prezioso per la serie non possa essere stato eliminato dal nulla (coff coff, Julian Albert/Doctor Alchemy), quindi è anche probabile che Joe verrà riportato in vita entro la fine del crossover. D’altro canto anche Cisco e i vari Wells erano importanti…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A sorpresa si fatica a credere a quanto si sta per scrivere: questo è uno dei migliori episodi di The Flash da qualche anno a questa parte. E si possono contare sulle dita di una mano.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.