Questo terzo capitolo della tetralogia di My Brilliant Friend è stato fino a questo momento molto incentrato sulle agitazioni sociali e sul crescente peso della figura femminile all’interno della società. Tutti argomenti che fanno da sfondo al decadente matrimonio tra Elena e Pietro, un matrimonio nato quasi per errore e per spensieratezza della ragazza (ormai donna) e che si sta progressivamente spegnendo nell’apatia generale.
Se a questa formula, poi, si aggiunge anche il ritorno in scena di Nino Sarratore allora si può già immaginare il risultato finale a cui questa terza stagione sembra voler puntare.
L’IMPORTANZA DELLA FIGURA FEMMINILE
Anche in questo episodio, esattamente come nei due precedenti, la regia di Luchetti si sofferma maggiormente sulla figura femminile. Una figura femminile in fase di riscatto sia all’interno della casa di Elena, sia fuori.
Elena sembra aver perso interesse nella scrittura, diventando una figura sedentaria, poco incline all’interesse sociale. Come si appuntava più precisamente nella recensione della quinta puntata, un immobilismo sociale che sembra quasi un adeguamento caratteriale alla bontà e sprovveduta generosità di Pietro. Ma tra le mura di casa, Elena, si fa valere a più riprese scontrandosi con il marito che, spesso e volentieri accontenta anche le richieste più sciocche pur di renderla (per quanto possibile) più gioiosa. Lo spettatore, tuttavia, sa bene che Lenù è sempre stata una persona che vedeva il bicchiere mezzo vuoto piuttosto che mezzo pieno: essere scontrosa o mostrare il proprio viso corrucciato dalla tristezza è la normalità. Ciò che fa storcere il naso durante la visione è l’eccessiva mano pesante sul personaggio di Pietro, spesso e volentieri ridicolizzato senza apparente motivo.
Da segnalare poi il ritorno alla scrittura di Elena che, scossa dal ritorno di Nino, sembra galvanizzata all’idea di poter far leggere qualcosa di nuovo al compaesano.
IL RITORNO DI NINO SARRATORE
Messa da parte la precaria situazione famigliare in cui vivono Elena e Pietro, una coppia in cui il “non dire” rappresenta l’unico effettivo strumento per la sopravvivenza del matrimonio, bisogna poi citare l’arrivo di Nino Sarratore, che intensifica ed evidenzia ulteriormente tutte le cicatrici del rapporto, dando una spallata poderosa alla vita sentimentale dei due. Ritornato dal passato come un fantasma, Nino si insinua nella quotidianità di Elena presentandosi come amico e collega di Pietro. Una facciata che regge per l’intera puntata, ovviamente, ma che fatica a contenere la tensione sessuale che si respira quando in scena compaiono i due ex abitanti del rione: sguardi sognanti, fugaci occhiate, gesti di sincero affetto. Insomma, quello che si prospetta nel prossimo episodio è già abbastanza definito. Sarà da capire se Elena crollerà ai sentimenti che prova per la sua vecchia (nemmeno troppo) fiamma oppure se il pensiero dello sguardo giudicante di Lila (che compare nell’ultima scena dell’episodio in modalità di miraggio) farà desistere la ragazza.
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Gli appunti inseriti quali aspetti negativi (figura di Pietro ridicolizzata; problema anagrafico per Mazzucco e Girace) non ledono minimamente il giudizio generale sullo show: la serie HBO-Rai abbaglia per scrittura dei personaggi, regia, attenzione dei dettagli (le inflessioni del viso di Elena ricevono ogni necessaria attenzione) e contesto storico. Ciò che si prospetta all’orizzonte è un pericoloso avvicinamento tra Elena e Nino. Sarà davvero arrivato il momento per la ragazza di coronare il proprio interesse sentimentale sin da quando era bambina oppure no?
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.