Arrivati al terzo episodio di questa seconda stagione, tutte le premesse presentate nella season premiere continuano a rivelarsi, appunto, solo premesse.
La caratteristica innata di Mayor Of Kingstown nel presentare una narrazione lenta non appare più come una giustificazione per la mancanza di passi avanti decisivi nella trama. Come nella scorsa stagione, la serie propone ancora un arrancare continuo della storia dove l’unico elemento davvero dinamico, a parte le varie rappresaglie che ancora non si guadagnano il giusto peso, è il continuo andirivieni di Mike.
Contrariamente alle scorse due puntate, però, “Five At Five” si presenta in maniera un po’ più diretta con la storia, unendo un episodio con un minutaggio più contenuto con alcune (mini) evoluzioni che fanno muovere alcuni personaggi. Se poi le dinamiche siano apprezzabili o meno, questo è un altro discorso.
Ian: “You want us to stop bein’ police? Is that what you want? Fuck them!”
Mike: “Fuck them? Fuck you. We’re this fuckin’ close to getting it done, okay? We’re this close.”
Ian: “Mike, we’re on the same goddamn team.”
Mike: “Yeah, you’re makin’ my job fuckin’ harder.I’m not your fuckin’ janitor,you cunt! Fuck you!”
MIKE TROTTOLA MCLUSKY… IL RESTO SOLO CONTORNO
Come detto, il problema principale della narrazione di Mayor Of Kingstown è che le premesse sembrano rimanere sempre e solo premesse. Prendendo in esame l’inizio di questa stagione, i punti da tenere subito in considerazione sono stati la mancanza di potere dei leader all’interno della prigione a seguito della rivolta e la sparizione di Milo. Il tutto con Iris come punto interrogativo, dato che il suo ruolo non risultava ancora ben chiaro all’interno delle nuove dinamiche. Dopo tre episodi cosa si sa in più su queste storyline? La risposta è ben poco.
Il piano attuato da Mike in “Staring At The Devil” aveva in un certo senso allettato per le possibilità che si portava dietro: con Bunny e company all’interno del carcere si aprivano dinamiche più dirette per dare finalmente maggior risalto alle gang e alla mancanza di leader tra loro. Il terzo episodio, però, non regala molti risvolti a tal proposito, preferendo nuovamente un tipo di narrazione più statica (se non si conta il breve momento per il “backs turned” con Bunny in versione la Montagna di GOT). La presenza del leader tra le sbarre emerge in maniera poco gratificante dal punto di vista narrativo, tuttavia, i risvolti dell’attacco ritortosi contro Bunny promettono qualcosa in più per i prossimi episodi e per ora questo sembra l’unico elemento a cui aggrapparsi.
Mike: “What do you need in here to make things right?”
Bunny: “Some chips gotta get knocked off. My cousin will run point when I get out.”
Mike: “Yeah, what do you need from me?”
Bunny: “Backs turned, 5 o’clock tomorrow.”
Mike: “Fine.”
Se da un lato, dunque, si procede a piccoli passi per quanto riguarda la storyline del carcere, nullo risulta invece quello che dovrebbe essere l’altro grande filone narrativo di Mayor Of Kingstown. Milo continua ad essere non pervenuto, con sporadiche ed inutili apparizioni anche quando le premesse sembravano invece girare in favore di un ruolo maggiore. Il personaggio interpretato da Aidan Gillen continua ad essere la grande delusione di questa serie, avvolto da un tale mistero e custode della promessa di una grande stroyline che invece continua ad essere inesistente.
Una mancanza di costruzione che, tuttavia, appare sempre meglio della trama riservata ad Iris, nuovamente al punto di partenza. Nel caso del personaggio di Emma Laird la speranza è che dietro le sue azioni ci siano delle motivazione più importanti per lo sviluppo della trama, altrimenti sarà difficile trovare una vera utilità per questo character.
Due filoni ben distinti, dunque, che procedono con una lentezza disarmante e che per ora sembrano solo fare da contorno al continuo ed incessante via vai di Mike. Il “sindaco” di Kingstown continua, di episodio in episodio, a fare avanti e dietro tra le varie situazioni lasciando nello spettatore solo una sensazione di agitazione e di perenne incompiutezza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mayor Of Kingstown continua a procedere con la sua solita indolenza dove piccoli risvolti e circoscritti atti di violenza non bastano per creare il giusto pathos nei confronti delle vicende.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.