Mike Tyson. Un nome, una leggenda. Sconosciuto solo a chi ha trascorso gli ultimi trent’anni in un villaggio sperduto della Papua Nuova Guinea e, forse, nemmeno in quel caso.
Michael Gerard Tyson nasce in una Brooklyn malfamata il 30 giugno 1966. Come tutti gli stereotipi che si rispettino, la sua infanzia è costellata da povertà, una madre anaffettiva, violenza, soprusi ed umiliazioni.
D’altronde, in quegli anni, non è che il distretto più popoloso di New York fosse questo illibato parco giochi.
Il povero Mike, dunque, cresce tra case fatiscenti, piccoli furti, risse per strada ed arresti. Tanti arresti. Sarà proprio la prigione, però, a consegnare a Mike le chiavi del suo riscatto: il pugilato.
La vita del più grande pugile di tutti i tempi viene raccontata per la prima volta sul piccolo schermo grazie a Mike, nuova serie Hulu in onda dal 25 agosto e che debutterà in Italia su Disney+ l’8 settembre.
DIETRO IL PROGETTO
Il backstage di Mike vanta un team di tutto rispetto: il creatore/sceneggiatore è Steven Rogers, già produttore e screenwriter dell’acclamato I, Tonya, mentre la showrunner è Karin Gist, ideatrice del family drama Our Kind Of People che ha provato a raccogliere l’eredità di Empire.
Sulla sedia da regista si mette comodo Craig Gillespie (già spalla destra di Rogers sul set di Tonya) e reduce dal successo di un’altra miniserie biografica, Pam & Tommy.
Ad interpretare il controverso Mike Tyson viene chiamato Trevante Rhodes, salito alla ribalta grazie al ruolo da protagonista nel film Moonlight ed apparso anche in altre produzioni come Bird Box e Westworld.
La performance di Rhodes non lascia spazio a nessun dubbio riguardo le sue capacità attoriali, dalla mimica facciale, al difetto di pronuncia, fino al suo atteggiarsi sul palco del suo one man show.
Questo primo episodio, infatti, si apre con una data dello spettacolo itinerante “Undisputed Truth”, dove lo stesso Tyson ripercorreva assieme al suo pubblico le tappe più importanti della sua vita e carriera. Mike Tyson è stato tutto ed il contrario di tutto. Un bambino schivo e taciturno, un adolescente alla ricerca di amore e protezione, un pugile inarrestabile ed un uomo capace di mille eccessi.
“THE MOST VICIOUS, RUTHLESS CHAMPION THAT’S EVER BEEN”
Ma cosa ne pensa di tutto questo il vero Mike Tyson?
L’ex pugile sembra non essere affatto contento della miniserie che lui giudica un’appropriazione indebita della sua vita, per la quale non ha ricevuto nemmeno un centesimo.
Tyson, invece, sostiene un altro progetto al quale sta lavorando lui stesso che vanta la partecipazione di Martin Scorsese e di Jamie Foxx nei panni del campione. Nello showbusiness, però, si sa, la cattiva pubblicità è pur sempre pubblicità.
La vita dell’ex pugile è una montagna russa di ups and downs, con momenti indimenticabili come diventare il più giovane campione del mondo dei pesi massimi ed essere uno degli atleti più pagati negli anni ottanta e novanta. A tanta grandezza, però, corrisponde anche un lato di Mike più ribelle, violento, eccessivo e problematico.
Nel 1992 fu condannato a 10 anni di reclusione per lo stupro di Desiree Washington (ne scontò solo tre) ed il 28 giugno 1997 finì sulle cronache di tutto il mondo per aver morso l’orecchio di Evander Holyfield durante un incontro.
JUST A MAN AND HIS PIGEONS
“Thief” rappresenta un primo tuffo nella vita di Mike Tyson e la serie porta lo spettatore indietro fino al 1974 con un Mike poco più che bambino, costretto a vivere tra povertà e bulli.
L’unica consolazione in questo mare di degrado, Mike la trova nei piccioni. Li ama talmente tanto che decide di allevarli sui tetti di un edifico di Brooklyn e trascorre con loro la maggior parte delle sue giornate. I piccioni rappresentano una via di fuga per il bambino e prendersi cura di loro lo fa sentire utile ed indispensabile.
Lo stesso Tyson ammetterà di aver sferrato il primo colpo proprio per punire un ragazzino che aveva ammazzato un piccione davanti ai suoi occhi.
“Thief” è un inizio molto buono dove si evince il lavoro certosino di Rogers e Gillespie di raccontare i primi passi di un ragazzino confuso ed infelice, senza farsi mancare una bella spolverata di comicità (un po’ come Pam & Tommy), la rottura della quarta parete ed un’ottima colonna sonora che sublima le scene più importanti.
Mike racconta sicuramente la storia di un uomo tutt’altro che comune che ha saputo unire e disunire gli appassionati di sport grazie alle sue vittorie, ma anche ai suoi eccessi.
L’episodio si conclude con la prima rivincita per l’adolescente Mike: in prigione è fondamentale l’incontro con l’ex pugile Bobby Stewart che, inquadrato il potenziale del ragazzo, lo affida all’allenatore Cus D’Amato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mike Tyson non ha sicuramente bisogno di presentazioni e la miniserie a lui dedicata promette di fare scintille. Per adesso si è di fronte ad un ottimo inizio con un casting azzeccato ed un comparto tecnico di tutto rispetto.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.