“Tyson il campione è morto. Questo è il suo addio. Proprio quando alla terza ripresa stava ritrovando i suoi vecchi colpi, proprio mentre stava mettendo sotto Holyfield, proprio quando il suo ruggito stava ritornando ad essere chiaro e forte, non ce l’ha più fatta.
Si è fatto sommergere dalla pressione, mettere sotto dalla frustrazione, è annegato nella sua incapacità di vivere all’altezza o alla bassezza di quello che si è.
Doveva braccare, si è fatto braccare. Dai suoi fantasmi, dal suo buio. Aveva tutto il tempo che voleva, lo ha ucciso. E più che fare male a Holyfield, ha morsicato tutto quello che aveva rimesso faticosamente in piedi dopo tre anni di prigione, di umiliazioni dietro le sbarre. Tyson il campione è morto. Questo è il suo addio. Orribile e magnifico. Ma da applausi.
Nessuno si è mai fatto così male in maniera così grande. Da campione del mondo.”
(La Repubblica, 30 giugno 1997)
La tanto attesa puntata riguardo l’incontro del 1997 tra Holyfield e Mike Tyson è arrivata. La scelta di partire dall’infanzia di Mike per presentarne l’evoluzione e la vita risulta sacrosanta e completa perché permette al pubblico di mettere in prospettiva non solo l’incontro stesso, bensì la vita del campione e le tante errate scelte fatte nel corso degli anni. Scelte efferate, violente e disdicevoli, come per esempio quanto trattato in “Desiree”.
“Cannibal” racconta del recupero della forma da parte di Tyson una volta uscito di prigione (grazie a Steven “Crocodile” Finch) e della sua nuova storia d’amore con Monica Turner. L’ex campione è fuori forma dopo 3 anni di inattività. Eppure, uscito di prigione a marzo 1995, in circa un anno diventa nuovamente campione mondiale WBC e WBA riunificando nuovamente i due titoli dei pesi massimi in una sola persona. Alcune ombre vennero sollevate riguardo la vittoria del titolo WBA in quanto l’allora campione Seldon venne criticato e preso in giro dai giornali dell’epoca per la facilità con cui si era lasciato buttare a terra da degli apparentemente innocui colpi di Tyson. Dubbi di match truccato che non ebbero nessun risvolto per la carriera di Tyson.
Tyson era ancora un cannibale e la voglia di vittoria, di rivalsa rappresentava ancora il suo principale motore.
HOLYFIELD VS TYSON II
Ben diverso accadde per il secondo match contro Holyfield dove il lato “cannibale” di Tyson assunse tutto un altro significato. La serie tv cerca di non mostrare la rabbia ed il dolore di Holyfield concentrandosi, giustamente su Mike Tyson.
Il primo incontro tra i due, disputatosi sei mesi prima, era stato vinto da Holyfield in maniera irregolare, a detta del team di Tyson che aveva fatto ricorso in quanto i colpi di testa di Holyfield durante i corpo a corpo erano stati interpretati come volontari.
Al rematch, quindi, si arrivava in un clima di alta tensione, specialmente dopo il primo round quando ad Holyfield vengono graziati ulteriori colpi di testa, sempre giudicati come involontari da parte dell’arbitro.
Nel terzo round la follia di Tyson sfociò per intero: a pochi secondi dal termine, durante un corpo a corpo, Tyson strappò con un morso parte dell’orecchio destro di Holyfield sputandolo successivamente sul ring.
Dopo diversi minuti di pausa l’arbitro Mills Lane prese forse una delle decisioni più scellerate di sempre, penalizzando per due banali punti Tyson e facendo di conseguenza proseguire il match.
Sul ring i due pugili tornarono con una violenta sete di sangue, spregiudicata e senza precedenti tanto che si arrivò ad una pronosticabile conclusione: Tyson colmo di rabbia morde e strappa un altro pezzo di orecchio (questa volta il sinistro) all’avversario. Squalifica e fine del match con tanto di parapiglia finale ed intervento della polizia per placare gli animi di entrambi i team.
L’ODIO
Sulle pagine di Repubblica, di cui abbiamo riportato un estratto in apertura di recensione, veniva evidenziato come questo incontro rappresentò di fatto la fine del campione, di Mike Tyson. Iron Mike si era spezzato a causa del suo incontenibile odio e non sembrava aver più nulla da dire al mondo del pugilato.
Anche nella vita privata il campione sembra non riuscire più a sopportare il peso di essere se stesso: incubi, paranoie, depressione e un utilizzo smodato delle droghe lo allontanano da Monica Turner e dalla figlia da poco nata.
Un odio verso se stesso che lo porterà, nel 2003, a tatuarsi il volto.
“All this time, I convinced myself that everyone was out to hurt me. But that wasn’t what I should’ve been worried about. I didn’t know how to change it. So why did I do it? Maybe that’s who I really am. Maybe I was just showing the worst side of me. Maybe I was reacting to what Holyfield was doing to me. Or maybe I was just putting on a show. Or maybe I was just trying to kill that demon once and for all. Maybe I was just trying to fix it so Mike Tyson would disappear. ‘Cause the truth is, by 2003, I hated Mike Tyson so much… I didn’t want to see his fucking face no more.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mike si concentra sull’avvenimento della vita di Tyson più eclatante ed interessante riuscendo a non perdere il focus sulla sua vita privata e impreziosendo l’episodio con continui riferimenti ad interviste ed avvenimenti realmente accaduti. Un ottimo episodio prima del gran finale.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.