“Seeing Red” segna un netto cambio proprio in concomitanza con la seconda metà di stagione. A livello geografico ci si sposta da New York City a Karachi (Pakistan) e con esso arriva anche uno stuolo di nuovi supporting character che deve essere presentata e digerita in tempi brevissimi.
Partendo dal lato geografico, innanzitutto sorprenderà sapere come quelle che si vedono nelle riprese di questo episodio non siano in realtà le strade di Karachi, quanto piuttosto quelle degli Studio Park di Bangkok. Un po’ come quelle di New York erano quelle dei Trilith Studios ad Atlanta ed il motivo è presto detto: COVID più agevolazioni fiscali. Una piccola delusione per chi crede nel realismo scenico ma un grosso lavoro scenografico che va riconosciuto alla troupe di Ms. Marvel per la ricostruzione piuttosto fedele
Dal punto di vista dei personaggi secondari, invece l’episodio deve chiaramente fare i conti con una nuova location e di conseguenza con l’inserimento di character autoctoni che supportino Kamala nella ricerca delle sue origini, character che possono essere riassunti in due gruppi: cugini e Red Daggers, un gruppo di vigilanti che combatte i Clandestines, ovvero il gruppo di Djinn esiliati da Noor.
Kamala: “Am I a djinn?”
Sana: “Of course! At least that’s what my father told me.”
UNA 1° PARTE PIUTTOSTO SLEGATA UNA 2° PARTE CHE SOPRAVVIVE TRA INSEGUIMENTI E VIAGGI NEL TEMPO
L’episodio dura in totale una quarantina di minuti ma di fatto si può dire che la prima parte duri 30 minuti visto che poi le scene d’azione arrivano tutte nei restanti ultimi 10 minuti. E parte del problema di questo episodio risiede proprio in questa suddivisione sproporzionata e anche molto strana visto che si alternano momenti intimi e famigliari ad altri completamente senza senso (Kamala al club con i jeans che suda) ed altri ancora che sono estremamente superficiali (Najma abbandona Kamran al suo destino senza porsi troppi problemi).
A mente fredda poi emergono ancora più buchi narrativi frutto di una scrittura molto fumettosa che vede i vari character muoversi da A a B senza alcuna spiegazione logica che possa supportarli, esattamente come il caso dei Clandestines che fuggono dalla prigione del Department Of Damage Control che è su un’isola e poi sono magicamente a Karachi in una mezzoretta. Aggiungere una scena in cui rubano una barca o anche solo un commento postumo sarebbe stata cosa gradita visto che comunque appaiono molto come dei villain bidimensionali che eseguono ordini impartiti da Najma, altro personaggio che avrebbe meritato un maggiore approfondimento. E questa è una grossissima lacuna della sceneggiatura.
Iman Vellani è sempre molto brava nella recitazione e fondamentalmente tiene su lo show da sola accompagnando lo spettatore in questo viaggio alla ricerca delle sue origini e di qualche spiegazione in più che arriva in parte dalla nonna e arriverà sicuramente nella prossima puntata visto il salto temporale all’indietro. Però può davvero bastare solo lei allo show? Probabilmente no ma al momento non sembrano esserci molte alternative.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nel passaggio tra un continente e l’altro Ms. Marvel perde un po’ di quelle caratteristiche e di quella verve che aveva cominciato a piacere al pubblico. A sostituirle ci sono degli inseguimenti tra le strade di Karachi, tanti character secondari che vanno e vengono e un po’ di confusione che francamente non ci si aspettava di vedere. È raro vedere un episodio Marvel/Disney+ che non funziona e questo sembra sfortunatamente essere uno di quei rari casi.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.