One Hundred Years Of Solitude 1×03 – 1×04 – A Daguerreotype of God – The Chestnut TreeTEMPO DI LETTURA 5 min

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recensione One Hundred Years Of Solitude 1x03Trasporre un’opera come Cent’anni di Solitudine di Gabriel Garcia Marquez non è certo cosa facile. Non tanto per la voluminosità dell’opera quanto per la complessità nel dover restituire in maniera visiva il realismo magico dell’autore, che è intrinseco della cultura del suo Paese. Che è un qualcosa che trascende le comuni forme di storytelling occidentale a cui lo spettatore mainstream è abituato.
Detto in altra maniera, il risultato finale poteva essere qualcosa di estremamente banalizzato (e banalizzante) oppure la più enorme telenovelas sudamericana con sprazzi di onirismo che avrebbero appesantito la già precaria capacità di attenzione dello spettatore medio.
Per fortuna, come già fatto notare nella precedente recensione, il duo di registi Alex Garcia Lopez e Laura Mora, riesce nell’intento di restituire le atmosfere del romanzo in una maniera decisamente impeccabile. Non mancano ovviamente le sforbiciate necessarie al romanzo (in questi due episodi si passa in poco tempo da una generazione all’altra) e le scene con spiegoni in voice over che potevano essere evitate, ma nel complesso, almeno per il momento, non ci si può proprio lamentare di questo prodotto targato Netflix.

FIGLI E FIGLIASTRI DI MACONDO


I due episodi in questione, dunque, seguono le vicende familiari di casa Buendìa spostando l’attenzione dai due fondatori di Macondo (i coniugi Josè Arcadio e Ursula) alla seconda generazione, rappresentata dai due figli “naturali” della coppia, Aureliano e Amaranta, e i due “bastardi” Arcadio II e Rebeca. In particolare, su quest’ultima si concentra una lunga sequenza iniziale che preannuncia anche la rivalità con la sorellastra Amaranta. In questa fase della storia del paese di Macondo (che è una metafora della storia dell’intera America Latina), si arriva per la prima volta ad una sorta di piccolo “boom economico”.
La regia, ma soprattutto il cambio di luci e scenografie, si concentrano sul cambiamento che subiscono i luoghi e lo spazio circostante. Così, l’espandersi di casa Buendìa rispecchia anche l’evoluzione dello stesso paese di Macondo che, da piccolo villaggio, diventa quasi una vera e propria metropoli. Per cui, come ogni società che incontra, per la prima volta, un certo benessere, deve anche confrontarsi con problemi mai considerati prima, come l’arrivo del progresso scientifico, le attenzioni del governo colombiano e della burocrazia governativa (che non vuole certo lasciare Macondo autogestita) e la crescente immigrazione.
Intorno a queste problematiche la seconda generazione dei Buendìa si ritrova a vivere i suoi primi tormenti adolescenziali, in cui purtroppo la lotta per la sopravvivenza sembra già aver stabilito chi siano i vincitori (Aureliano e Rebeca) e i vinti (Amaranta e Arcadio II), fra chi si vuole mantenere aderente ai principi e alla tradizione e chi, invece, abbraccia il cambiamento e lo spirito del tempo.

recensione One Hundred Years Of Solitude 1x04

SIMBOLISMI E REALISMO MAGICO


In tutto questo lo show si muove mantenendo un proprio rigore filologico al romanzo e tingendo di onirismo ogni passaggio importante. Molto bello, ad esempio, il piccolo dettaglio in cui mentre procedono i lavori per l’ampliamento di casa Buendìa, la sacca con i teschi semoventi della piccola Rebeca venga murata all’interno della stanza, di fatto simboleggiando la fine dell’infanzia della protagonista. Di forte impatto anche la scena di “levitazione” di Aureliano che finalmente conosce l’amore con la giovane Remedios (fra l’altro un bell’atto di coraggio da parte degli sceneggiatori inserire anche questa sotto-trama per cui, in epoca di politically correct, non si escludono accuse di pedofilia).
Così, anche la nuova “invenzione” di Melchiades, il famoso dagherrotipo (primo esempio di macchina fotografica) che dà il titolo all’episodio, rappresenta il punto più alto della tecnologia finora vista a Macondo. Ma è anche lo spartiacque che segna la mancata integrazione per chi non sa adattarsi al cambiamento. Non a caso le sue “vittime” sono il povero Arcadio II, figlio mai veramente benvoluto dalla famiglia  Buendìa (non a caso è l’unico escluso dalla foto di famiglia), e lo stesso José Arcadio che ne fa ovviamente l’oggetto della sua nuova ossessione (il voler “fotografare Dio”) che lo porta definitivamente alla pazzia. Con la morte di Melchiades poi, la “vecchia” generazione, nonché il vecchio mondo di Macondo, muore del tutto, lasciando la “magia” relegata in un angolo o chiudendosi definitivamente nella propria pazzia decidendo di lasciarsi morire legato ad un albero.

CONCLUDENDO…


Sia “A Daguerreotype Of God” che “The Chestnut Tree”, si rivelano dunque episodi molto densi di significato e pieni di avvenimenti (sono anche quelli con il minutaggio più lungo non a caso), ma necessari per imporre il cambio di passo fra una generazione e l’altra dei Buendìa.
Il taglio netto e decisivo fra queste due parti, simboleggiato dalla “malattia dell’insonnia” che colpisce Macondo, è un bel buco di trama realizzato però con una certa coerenza che si lascia perdonare, e che rende anche il passaggio dall’infanzia all’adolescenza come qualcosa di magico.
Tutto il cast inoltre, si rivela più che adatto ai ruoli assegnati (sia quello vecchio che quello nuovo con gli stessi character “invecchiati”) dimostrando così la volontà di voler essere più fedeli possibili allo spirito dell’autore dell’opera con degli attori che sembrano proprio essere usciti dalle descrizioni del libro.
C’è da sperare che lo show prosegua in questa direzione. In caso contrario ci si può consolare ascoltando lo storico album Terra e Libertà dei Modena City Ramblers, che trae spunto sempre dal romanzo di Marquez.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Cambiamenti scenografici che seguono l’evoluzione di Macondo e dei suoi personaggi
  • Finora bene tutto il cast
  • Il sacco con i teschi semoventi e Aureliano che vola
  • Regia e soundtrack
  • Questione della “pedofilia” di Aureliano
  • Parere ovviamente personale del recensore ma: Amaranta>>>>>Rebeca

 

Nuovi personaggi si fanno largo a Macondo, ormai ricca e prospera cittadina colombiana che deve quindi affrontare i problemi tipici del benessere economico: la crescente immigrazione e la burocrazia governativa, che minacciano la pace sociale in città. Ma soprattutto la famiglia Buendìa deve affrontare i problemi legati alla (tardo) adolescenza dei propri figli, ormai cresciuti e desiderosi di trovare (come tutti) un loro posto nel mondo.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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