Outlander 7×04 – A Most Uncomfortable WomanTEMPO DI LETTURA 4 min

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Outlander 7x04 recensioneOutlander raggiunge la metà del primo blocco per questa settima stagione divisa in due parti. Una metà percorso che lascia dietro di sé una certa insoddisfazione per la gestione della storia principale.
Lo show di casa Starz portato sullo schermo da Ronald D. Moore è sempre stato caratterizzato da una calma di fondo nello sviluppo della trama. Una caratteristica che prende ovviamente spunto dalla base cartacea, con gli innumerevoli romanzi di Diana Gabaldon che raccontano in modo minuzioso ogni passaggio della vita di Claire e Jamie.
Dopo sette stagioni, quindi, il pubblico dovrebbe essere abituato a questo modus operandi, eppure, con il passare del tempo, l’indolenza narrativa di Outlander inizia a pesare un po’ di più. Un problema sviluppatosi maggiormente sin dalla scorsa stagione quando la trama ha iniziato la sua lunga sosta a Fraser’s Ridge in attesa di una guerra che non sembra mai arrivare.

SCOZIA…


Con il quarto episodio, Outlander divide ufficialmente le sue attuali storyline in tre segmenti differenti. Il primo, che vede il ritorno della terra scozzese, era già stato presentato nello scorso episodio, ma qui mette decisamente radici e si conferma una delle trame principali della stagione.
Ritornare a Lallybroch è sempre un piacere e, seppur l’incanto che ha raccontato nelle prime stagioni sembra non più raggiungibile, trasuda sempre una certa emozione rivederlo ancora intatto nel 1980 e pronto ad essere nuovamente vissuto. Questa parte di trama che vede protagonisti Roger e Brianna apre sicuramente a spunti interessanti ma, allo stesso tempo, lascia un po’ indifferenti. Outlander è sempre stata una serie che ha raccontato il meglio di sé nel passato, per questo uno sguardo più approfondito nella Scozia degli anni ’80, con tanto di problematiche lavorative, sociali e di emancipazione, sembra stonare un po’ nel contesto generale.
A dare speranza a questa storyline rimane sullo sfondo una parte più mistica, inerente la famosa grotta di cui solo Jeremiah è a conoscenza. Un asso nella manica che gli autori sembrano voler conservare con parsimonia e che si spera possa dare una marcia in più a Roger e Brianna, due personaggi che, in realtà, non hanno mai davvero avuto una vera e propria indipendenza narrativa.

…NON PIÙ SCOZIA


Per due personaggi che si trapiantano in Scozia, ce ne sono altri che fanno marcia indietro. Quanto annunciato nello scorso episodio da Claire e Jamie era sembrato subito un po’ fuori contesto. Aspettare quasi due stagioni l’arrivo della Rivoluzione Americana per poi, a due passi dalla scintilla, vedere i protagonisti cambiare continente era apparso abbastanza anticlimatico eppure, per come il tutto era stato concepito, lo spettatore non aveva avuto modo di non credere a questo nuovo diversivo narrativo.
Il passo indietro di “A Most Uncomfortable Woman” riporta la trama sulla giusta via, con Jamie disposto a restare e combattere nell’imminente rivoluzione. Nonostante questa scelta appaia più coerente con la storia narrata finora, non si può non guardare a quanto accaduto nello scorso episodio e al desiderio di tornare in Scozia come un modo di allungare una storyline che, finché non scenderà sul campo di battaglia, sembra avere davvero poco da raccontare (e le continue e inopportune apparizioni di Tom Christie ne sono la conferma).

WILLIAM RANSOM


Ma oltre l’attenzione ai protagonisti storici, questo episodio di Outlander pone l’accento su un altro personaggio finora apparso solo in modo sporadico. William Ransom è sempre stato semplicemente il figlio segreto di Jamie ma, finora ancora bambino, poco importante ai fini della trama principale. Una storia che sembra in procinto di cambiare e la presentazione più ufficiale del personaggio al pubblico ne è la dimostrazione.
L’episodio, infatti, dedica una buona parte di trama a William e, per non lasciare spaesato lo spettatore estraneo al character, lo affianca al volto familiare di Ian. Un confezionamento abbastanza semplicistico che tuttavia svolge bene il suo compito. William Ransom si guadagna così una buona presentazione con un accenno introspettivo maggiore rispetto a quanto visto finora nelle sue poche apparizioni in compagnia di Lord John. Una scelta ben gestita che pone le basi per i prossimi episodi dove, sembra inevitabile, Jamie si troverà ad affrontare sul campo di battaglia il proprio figlio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Lallybroch mantiene sempre il suo fascino
  • Il dietrofront di Jamie e Claire: sembrava assurdo abbandonare l’America proprio adesso
  • Presentazione di William 
  • La vita negli anni ’80 di Roger e Brianna sembra stonare un po’ con il contesto generale 
  • Le apparizioni di Tom Christie 
  • Sensazione di spezzoni confusi di trama che si intersecano a caso

 

A metà del primo blocco stagionale, Outlander appare ancora confusionaria nello stabilire le sue storyline. Restando in America, però, almeno si può tornare a guardare alla Guerra d’Indipendenza come alla possibile e agognata svolta narrativa.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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