Outlander 7×13 – Hello, GoodbyeTEMPO DI LETTURA 6 min

/
3
(2)

Recensione Outlander 7x13Gli eventi di “Hello, Goodbye”, offrono una riflessione sull’importanza dei legami interpersonali e sulle inevitabili conseguenze delle scelte individuali. La puntata si distingue per il suo ritmo rilassato, una pausa necessaria nella narrazione che permette ai personaggi di esplorare dinamiche emotive e relazioni fondamentali, preparando lo spettatore alla consueta guerra di fine stagione – e all’altrettanto abituale rapimento ai danni di quella mentecatta ingrata di Claire.
La puntata, pur mantenendo toni lenti e riflessi, si inserisce quantomeno a gamba tesa nel contesto della Guerra di Indipendenza Americana, preparando il terreno per i conflitti futuri mentre il racconto si snoda attorno a tre questioni principali: le dinamiche familiari, in particolar modo quella padre-figlio; l’amore vince su tutto, abbracciamoci tutti e vogliamoci tanto bene; a nessuno importa un beneamato cazzo di Lord John e la totale noncuranza da parte dei coniugi Fraser nei confronti di Lord John.
Un elogio va inoltre agli autori di questa puntata, che hanno deciso di limitare il minutaggio dedicato a Claire Fraser, elevando automaticamente questo episodio un gradino sopra i precedenti.

IN TEMPO DI GUERRA OGNI BUCO È TRINCEA


Dal punto di vista strutturale, “Hello, Goodbye” si inserisce come una “parentesi felice” in questa seconda parte di stagione, dove l’azione si placa per lasciare spazio alla riflessione e ai buoni sentimenti. Le scene più tranquille, che vedono i personaggi impegnati a risolvere le questioni familiari e a recuperare il senso di sé, sono seguite dalla classica quiete che preannuncia l’arrivo di eventi drammatici – poi qualcuno dovrà spiegare com’è che Claire è così tranquilla riguardo Jamie che va in guerra dopo che letteralmente 24 ore fa era talmente devastata per la presunta morte di suo marito da arrivare a cimentarsi nel più imbarazzante caso di sesso riparatore della storia.
Il focus quindi non è tanto sulla lotta, ma sul costo emotivo delle decisioni, e su come le scelte individuali possano avere un impatto devastante anche sulle persone più vicine (vero Claire?). Questo episodio prepara il terreno per le future battaglie, ma allo stesso tempo sottolinea che, prima della tempesta, ci sono momenti di silenzio e di introspezione che segnano la crescita dei personaggi e la loro consapevolezza delle difficoltà che devono affrontare.
Il corso della Guerra di Indipendenza Americana subisce quindi una temporanea interruzione, mentre Jamie e il giovane Ian si dedicano ai loro impegni personali, preparando il terreno per la loro futura alleanza con i Patrioti. Con Jamie che ora ricopre il ruolo di capitano, è lecito aspettarsi che Outlander continui a esplorare il coinvolgimento di figure storiche come George Washington, con Jamie che diventerà protagonista di decisioni cruciali sul campo di battaglia. Un ritorno alle radici della serie vedrebbe Jamie al comando delle truppe, mentre Claire, nelle vesti di dottoressa/infermiera, si occuperebbe dei feriti. Auspicabilmente contraendo il vaiolo e lasciando finalmente Jamie libero di farsi una nuova vita.

#JESUISJOHNGREY


E proprio a proposito di Mr. Fraser, una delle domande più ricorrenti nelle ultime stagioni di Outlander riguarda la sorte di Jamie: sopravviverà fino alla fine o troverà la morte in un atto di eroismo, sacrificandosi certamente per salvare quella mentecatta di sua moglie? L’anticipazione della sua morte durante il viaggio in nave – la morte apparente meno plausibile della storia – lasciano pensare che Jamie sia al sicuro almeno per il resto della stagione – anche perché chi se la guarda un’ottava stagione senza Jamie?
Discorso diverso può essere fatto per Lord John, ennesima vittima delle decisioni sbagliate di Claire e attualmente figura più precaria e senza dubbio più papabile per vincere il Fantamorto di stagione. Questione resa ancora più fastidiosa dall’imbarazzante indifferenza da parte dei coniugi Fraser, che dovrebbero farsi avanti e andare ad aiutare John e invece pensano a celebrare l’amore di Ian e Rachel, ritirandosi poi nel letto dove Claire e John hanno deciso di darci dentro poche ore prima. Jamie naturalmente si sente in colpa nei confronti del suo amico di lunga data, ma l’impressione è che il senso di colpa non raggiunga livelli tali da innescare una qualche operazione di salvataggio per andare a recuperare quel poveruomo. D’altronde, Lord John ha soltanto cresciuto William, si è preso cura di Brianna quando era incinta e, più recentemente, ha salvato Claire dalla forca sposandola. Insomma, un poco di buono. Parafrasando Action Man: con un amico come Lord John Grey, non c’è bisogno di nemici. #GiustiziaPerLordJohn #FreeJohnGrey

ROGER, PAPÀ VA UN ATTIMO A COMPRARE LE SIGARETTE


Uno degli aspetti più preminenti della puntata è il parallelo tra generazioni diverse, con particolare attenzione ai rapporti di coppia e a quelli padre-figlio. Da un lato, Jamie e Claire rappresentano un amore più maturo, temprato da anni di difficoltà e continui sacrifici. Il più duro dei quali, paradossalmente, è proprio quello di aver preso in sposa Claire Fraser.
Dall’altro, Ian e Rachel incarnano l’entusiasmo e l’ardore dei giovani innamorati, pronti a iniziare una nuova vita insieme, lottando per il proprio futuro e sussurrandosi frasi che nessuno si sognerebbe mai di pronunciare a letto la prima notte di nozze, cose del tipo “Thy skin is so soft there, like velvet.” parafrasabile in un ugualmente imbarazzante: “Senti Ian, c‘ho la vulva di velluto.
Mentre sul fronte familiare, Roger raggiunge finalmente suo padre – minacciando di morte un bambino nel processo, ma va bene – in uno dei momenti padre-figlio più anticlimatici nella storia di Outlander.
Il titolo “Hello, Goodbye” sembrerebbe voler enfatizzare un incontro che, alla fine, si risolve in modo frettoloso, senza alcun sviluppo narrativo rilevante. Ci si sarebbe aspettati un ruolo più importante per il padre di Roger, vista la lunghezza dell’arco narrativo dedicato alla sua ricerca. Tuttavia, la sua comparsa si risolve con una rapidità che non consente di approfondire il legame tra i due, né di esplorare le conseguenze di un incontro tanto significativo. La sua presenza, che avrebbe dovuto essere il cuore pulsante di questo episodio, si risolve in un passaggio quasi meccanico: lo si trova e cinque secondi dopo lo si invia senza indugi attraverso le Pietre. Ciao Pa’.
Inoltre, persiste una domanda irrisolta: una volta attraversate le Pietre, dove finisce il padre di Roger? Tornerà nel suo tempo? Si ricongiungerà con suo figlio? La serie non fornisce alcuna risposta chiara, lasciando un senso di incompletezza e di totale inutilità nell’intero arco narrativo. Nonostante l’interpretazione di Richard Rankin, che riesce a trasmettere l’intensità del momento, la scena risulta oltremodo deludente. È evidente il desiderio di Roger di voler rivelare la sua identità al padre, ma la sua esitazione, motivata dal giusto timore di alterare il futuro, non riesce a dare il giusto peso alla scena, che si conclude senza un coinvolgimento emotivo o narrativo degno di nota.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Momento di pausa prima dei conflitti di fine stagione
  • Episodio stranamente bilanciato
  • Claire Fraser parla pochissimo
  • Il contesto della Guerra di Indipendenza Americana
  • Claire e Jamie si sono dimenticati di Lord John
  • Scene di sesso imbarazzanti
  • Il padre di Roger già sparito
  • La trama di Brianna è la peggiore

 

“Hello, Goodbye” si presenta come una puntata di transizione, capace –  stranamente – di bilanciare introspezione e preparazione al conflitto imminente. Nonostante alcune scelte narrative molto discutibili, la maggiore attenzione dedicata ai personaggi secondari e ai rapporti generazionali offre respiro alla narrazione, mentre il minutaggio contenuto dedicato a Claire consente una visione più equilibrata, coesa e più libera da bestemmie.

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

3

Nessun voto per ora

Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

Precedente

Conclave

Prossima

Outlander 7×14 – Ye Dinna Get Used To It