“We gotta get Camila out of the fucking picture, Wendy.”
L’apertura della puntata è la rappresentazione perfetta della situazione del protagonista: Marty solo, estraneo all’interno delle mura di villa Navarro, impossibilitato a fidarsi di Wendy, isolato da Jonah e come unica spalla sulla quale poter fare affidamento Charlotte (l’unica ad accoglierlo a casa e ad ascoltarlo). Un uomo che ha fatto di tutto per salvare la famiglia, finendo per compiere le azioni più bieche e meschine, si ritrova con le spalle al muro sotto tutti i punti di vista mentre Wendy continua a prevaricarlo in ogni singola decisione senza minimamente metterlo a conoscenza delle proprie idee. Una situazione al limite che, prima o poi, porterà delle conseguenze. La prima sembra già essere mostrata in “Pound of Flesh and Still Kickin’” dal momento che Marty massacra di botte un automobilista dopo alcuni clacson di troppo.
DA PERSEGUITATO A PERSECUTORE
La crescita della tensione in Marty è presentata in maniera costante durante l’intero episodio, ma già paventata anche nelle precedenti puntate quando per esempio l’uomo crolla parlando con la moglie, tornati in hotel dopo aver ripulito l’omicidio di Javi. Marty rigetta tutto quanto aveva abbracciato fino a quel momento, forse perché ha la netta sensazione di essersi spinto troppo oltre. Una reazione che si appiattisce nelle puntate successive (“Pick a God and Pray” e “You’re the Boss”) quando Marty si ritrova a dover essere il vero e proprio capo del Cartello, prendendo decisioni, dando direttive e coordinandosi con l’FBI. Una situazione che ribalta quanto era avvenuto durante la terza stagione (“Boss Fight” e “It Came From Michoacán“) portando Marty da perseguitato a persecutore, un cambio di prospettiva con cui la regia cerca di giocare mostrando il contabile nella posizione in cui lui vedeva Navarro.
Ma tornato da Messico tutto nuovamente precipita dal momento che Wendy non sembra avere la benché minima intenzione di seguire i piani del marito: lo fa estromettere dalla linea di comando spingendo Omar (risvegliatosi dal coma) a fidarsi della sorella Camila, vera mandante del suo tentato omicidio. Un ennesimo volta faccia inaspettato che rappresenta la fantomatica goccia che fa traboccare il vaso: in un viaggio di ritorno dall’ospedale in cui clacson, lavori in corso, traffico e stress raggiungono livelli d’allerta, Marty erutta con una cattiveria sfrenata nonostante un primo accenno di volersi fermare sferrato il primo cazzotto. Un finale che rappresenta una valvola di sfogo per Marty, quindi, ma questo sarà sufficiente all’uomo per schiarirsi le idee oppure tra i due coniugi si aprirà un’altra faida?
WENDY, TESTA CALDA ED EGOISTA
Occorre prestare spazio di riflessione anche per il personaggio di Wendy (Laura Linney è anche regista dell’episodio) dal momento che sembra procedere come un treno sulla propria traiettoria ignorando qualsivoglia tipo di inferenza esterna.
La donna rifiuta il tentativo di ricatto da parte di Ruth e Rachel (tornata ad Osage Beach dopo una lunga assenza) scavalcandole direttamente ed andando alla fonte: la Shaw Medical, di Clare. Come ottenere l’appoggio dell’imprenditrice ora che i rapporti sono così tesi? Con la semplice presenza di Camila che, spaventando la donna con la sua presenza, riesce ad ottenere quanto in precedenza a Wendy era stato rifiutato. Ciò significa che la Shaw Medical torna in affari sia con il Cartello, sia con la fondazione dei Byrde riaprendo i giochi dal punto di vista economico e politico. Apparentemente, quindi, Wendy sembra essere riuscita là dove il marito ha miseramente fallito. Tuttavia ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione, in particolar modo il fatto che Wendy sta agendo principalmente per motivazioni personali e non per il bene della famiglia. La donna infatti non vuole più avere a che fare con Ruth (per questo rifiuta qualsiasi tipo di accordo proposto dalla ragazza) e, soprattutto, sta tentando di estromettere Omar dal Cartello.
I Byrde sono a conoscenza che Camila sia il mandante dell’assassino di Omar e mentre Marty valuta come poter gestire tale informazione senza che questa esploda loro in faccia, Wendy decide (senza interpellare il marito) di “gettare sotto il bus” Omar per salvaguardare la propria situazione attuale.
Una scelta questa che evidenzia il radicale cambiamento della donna se si tiene in considerazione l’egoismo che detta tale presa di posizione (Wendy vuole salvaguardare la fondazione per un proprio interesse personale) ed il rapporto intimo ed amichevole che ha sempre avuto proprio con Omar.
Un atteggiamento che lo stesso Marty fatica a concepire, ritrovandosi quasi in lacrime a sfogarsi con Charlotte.
IL FASTIDIO DELLE STORYLINE SECONDARIE – CAPITOLO DUE
Ad appesantire la visione restano le sottotrame secondarie, in primis ovviamente il padre di Wendy che a parte movimentare Mel Sattem e le relative indagini continua a risultare un’appendice di poco conto con lo show. Come già detto gli sviluppi sono facilmente pronosticabili e conducono alla morte di qualche personaggio con il concludersi della serie, ma nulla di eccessivamente eclatante. Soprattutto se il resto della trama vede i Byrde cercare di destreggiarsi tra FBI, immunità, guerre fratricide all’interno del Cartello e possibili interferenze esterne (Ruth). Proprio Ruth ed il suo relativo racconto risulta appesantito: sia l’esposizione a livello di regia, con il continuo utilizzo di canzoni mentre lei viene ripresa intenta ad ascoltare tramite le sue cuffiette (alla lunga rischia di diventare pedante); sia per quanto riguarda la comparsa di Rachel che, al momento, rappresenta una comparsa ben poco utile e sfruttabile. Ma noi di RecenSerie siamo pronti a rimangiarci quanto appena detto, se gli sceneggiatori di Ozark dovessero riuscire ad imbastire un miracolo da questo punto di vista. Tanto vale restare in attesa del fantomatico coniglio dal cilindro, quindi.
“If Navarro doesn’t make a full recovery, maybe…maybe we could make this a permanent position?”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il vaso di Pandora si è finalmente aperto e quello che vedremo da adesso in avanti sarà un Marty impazzito oppure tutto tornerà alla placida normalità? Il pubblico è pronto per l’escalation di questo finale di serie.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.