Più si va avanti nella visione di Ragnarok e più si provano sentimenti contrastanti circa la trama, la recitazione e la qualità sciorinata dalla serie. Ed è uno stranissimo mix di disgusto, interesse e piacevole sorpresa molto difficile da misurare perché, nel complesso, la serie riesce a mantenere vivo l’interesse nonostante dei difetti palesissimi che minano praticamente l’intero show.
Ragnarok continua infatti ad alternare momenti molto intriganti e anche totalmente inattesi vuoi per tempismo e anche per importanza (sì, si sta parlando della morte eccellente di Vidar nello scorso episodio) ad altri un po’ casuali (tipo il verme nella pancia di “Loki“) e volutamente adolescenziali. Un connubio estremamente difficile da sviscerare, così come è difficile capire chiaramente il motivo di questa schizofrenia nella scrittura del duo Adam Price e Emilie Lebech Kaae.
Fondamentalmente ci sono diversi problemi in Ragnarok che sono ben evidenti in questo episodio e possono essere riassunti in:
- una recitazione non ottimale di diversi protagonisti;
- un continuo cambio di idee;
- la mancanza di una timeline delineata che aiuti a giustificare la narrazione.
LE SORPRENDENTI CONSEGUENZE DI UNA MORTE ECCELLENTE
Dalla morte di Vidar, arrivata come un fulmine a ciel sereno, si aprono delle prospettive interessanti che portano a migliorare e ad elevare i vari membri della famiglia Jutul. Un qualcosa sulla carta non così difficile da fare, specialmente considerando l’inutilità di Fjor finora, eppure sempre molto difficile da portare in scena a giudicare dai precedenti episodi.
Senza minutaggio dedicato a Vidar, “God Is God, Though All Men Death Had Tasted” ha tutto il tempo di esplorare le conseguenze della sua morte sui vari character e, di conseguenza, accompagnare lo spettatore verso il season (series?) finale in cui, verosimilmente, ci sarà lo scontro tra giganti e asgardiani. Da questo punto di vista chiaramente il personaggio che ne esce meglio è Laurits (nonostante alcune pecche), vuoi per la crescente faida che sta venendo fomentata contro il fratellastro, vuoi perché fondamentalmente è imprevedibile. Il non essere accettato né da Odino, né dalla famiglia Jutul è ovviamente il vero punto focale, quindi sarà interessante constatare fino a che livello si esporrà Laurits. Uno scontro fraticida non è ovviamente da escludere.
LE EVITABILI CONSEGUENZE DI UNA MORTE ECCELLENTE
Come si diceva in apertura, ovviamente ci sono diversi elementi che nel corso della puntata hanno portato ad imprecare contro svariate divinità nordiche. In primis si può evidenziare un problema fondamentale della serie che risalta molto bene nella puntata: il costante cambio d’opinione dei personaggi. Fjor è un esempio lampante, molto ondivago ed inutile, finora è rimasto volutamente in disparte fino ad un repentino cambio di pensiero che si è verificato nel corso di 24 ore. Pur comprendendo le sue motivazioni, la rapidità e l’assenza di connotati temporali non aiutano ad accettare il cambiamento che, di conseguenza, perde molto di valore.
Lo stesso si potrebbe dire anche di Magne così come di Laurits, passato rapidamente dall’essere totalmente dentro alla guerra salvo poi abbandonarla dopo aver ucciso per sbaglio Vidar. Tuttavia si sta pur sempre parlando di un ragazzo di 17 anni che ha appena ucciso una persona, il che permette di “perdonarlo” ma anche di non capire affatto le scelte di Fjor.
Questo costante cambio d’opinioni, unito a sguardi che si incrociano accompagnati da frasi ad effetto che si sarebbero pure potute evitare, è molto difficile da digerire e, come si diceva qualche recensione più in là, per una volta si sente la mancanza di più episodi che avrebbero aiutato a dare il giusto tempo alla trama.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con “God Is God, Though All Men Death Had Tasted”, Ragnarok divide sicuramente il proprio pubblico in sostenitori che chiudono un occhio ed in detrattori ben fomentati da quanto visto. In generale, nonostante le buone intenzioni del duo Adam Price e Emilie Lebech Kaae, è palese che ci siano dei difetti strutturali che emergono prepotentemente danneggiando l’intero episodio. Quindi no: questa quarta puntata non può essere salvata.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.