La terza stagione di Ragnarok si sta rivelando un vero e proprio tonfo nell’acqua nel fiordo.
Dopo un paio di stagioni tutto sommato promettenti nonostante i vari difetti elencati (sceneggiatura imperfetta, attori non proprio carismatici), questa terza e ultima annata sta inanellando una serie di scelte sbagliate frutto di una sceneggiatura imbarazzante, personaggi inutili e una serie di scelte narrative discutibili fatte semplicemente per allungare il brodo.
L’incongruenza dei vari character, il fatto che le priorità (per esempio della polizia) di chi abita ad Edda siano completamente diverse rispetto a quelle di un essere umano di senso compiuto e l’atteggiamento indisponente del suo protagonista, sono arrivate a livelli difficilmente tollerabili. Ok che non si sta parlando di una produzione hollywoodiana, però la scrittura non può assestarsi su questo infimo livello.
SCENEGGIATURA DA GALERA
La sceneggiatura è il vero punto debole della terza stagione e specialmente di queste due puntate.
Un esempio è la scena in cui Laurits racconta al suo fidanzato di essere mezzo gigante e mezzo dio come se fosse completamente normale, il tutto aspettando che il serpentone esca dall’acqua, oltretutto alla piena luce del giorno. Lo shock di Laurits che rimane sorpreso perché il tipo (di cui non vale nemmeno la pena ricordarsi il nome) non gli crede è imbarazzante per due motivi: innanzitutto è assurdo che un ragazzo come Laurits, che ha già sperimentato le sue abilità divine, pensi che qualcuno possa credergli quando gli racconta di essere un dio; in secondo luogo, è una scena che non aggiunge nulla alla storia visto che il fidanzato ha il carisma e l’utilità di un sasso sul ciglio della strada. Tra l’altro, sembra mettere in discussione solo il serpente ma crede allo storia del mezzo dio/mezzo gigante, il che dovrebbe far porre qualche domanda sul suo stato mentale.
Continuando a parlare dei character di Ragnarok e di quello che fanno o non fanno, non si può che prendere in ballo il personaggio di Ran, la madre di Saxa e Fjor, che è la cosiddetta “consumatrice di ossigeno” visto che non dà alcun tipo di apporto alla trama. Ran è una gigante che non fa assolutamente nulla a parte girare per casa e si rivela essere fondamentalmente succube di Fjor nonostante ne sia la madre.
Certo, il suo unico scopo è quello di essere un ostacolo per Magne e Laurits, ma qual è il senso di avere questo character in scena? Sbagliare mira scoccando la freccia che prende nell’occhio un bambino in un giardino? Veramente?
ARRESTATE SUBITO IL VECCHIO CHE SI FA GLI SPINELLI
Continuando a parlare delle scelte narrative discutibili, un ottimo esempio è la scena in cui “Odino” viene arrestato dalla polizia dopo essere stato sorpreso a fumare “uno spinello magico” in “Losing My Religion”. Scena totalmente fine a sé stessa che viene inserita probabilmente con lo scopo di essere un siparietto comico e dare spazio alla spalla di Odino/Wotan che è fondamentalmente paragonabile a Fabio di Fabio & Mingo di Striscia La Notizia.
Un altro esempio è la scena in cui Fjor entra in possesso del martello di Magne grazie alla geniale trovata di Laurits. Il martello è l’arma più potente della Terra (o così continuano a ripetere) però Fjor non lo prova nemmeno, si limita a tenerlo in mano e a guardarlo, portandoselo in giro per casa mentre si taglia la barba che nemmeno ha. È l’equivalente di comprarsi una Ferrari e tenerla in garage andando in giro per casa con le chiavi.
Questa scena è un altro esempio di stupidità dei personaggi di Ragnarok: Fjor è un gigante, quindi dovrebbe essere consapevole del potere del martello, il fatto che non lo provi nemmeno è un modo assurdo di sviluppare la storia ma è coerente con l’incoerenza generale. E si potrebbe andare avanti con altri esempi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A questo punto si può dire che si sia raggiunto un nuovo minimo. Se nella scorsa recensione si è concessa una sufficienza striminzita pur considerando tutti i difetti, questi due episodi sono un insulto a chi è arrivato fino a questo punto e ora deve pure continuare a guardare altre due puntate per terminare la serie. Francamente: un insulto all’intelligenza.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.