Ragnarok 2×06 – All You Need Is LoveTEMPO DI LETTURA 5 min

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Ragnarok 2x06 recensioneQuesta seconda stagione, iniziata con un ottimo episodio,  ha alternato momenti alti e bassi, con una narrazione che ha stentato a decollare definitivamente, a causa di diverse criticità che purtroppo hanno compromesso anche la riuscita di questo season finale.

L’AZIONE AMBIENTALISTA


L’azione intrapresa dal team Wotan contro le industrie Jutul si rileva un vero disastro dal punto di vista narrativo, visto che lo svolgimento non solo è stato scritto malissimo, ma anche la messa in scena lascia veramente a desiderare.
Infatti le modalità con cui viene forgiato Mjolnir, l’arma più potente del mondo antico, sono veramente ridicole, nemmeno si stesse creando un ferro da cavallo qualsiasi.
Anche lo scontro con Fjor è stato gestito male, soprattutto perché ancora non si capisce la natura di Harry e Iman, personaggi sbucati dal nulla con poteri sovrannaturali che rappresentano i compagni di Magne, ma nessuna spiegazione è stata fornita riguardo le motivazioni che li spingono a rischiare la vita in questa guerra.
Inoltre è da segnalare come non vi sia stato nessun approfondimento psicologico, per due character appena abbozzati e di cui non sappiamo quasi nulla: la sensazione che tutto avvenga troppo in fretta rimane e permea l’intero show in tutti i suoi aspetti, con lo sviluppo dei personaggi secondari che è deficitario tanto quanto le svolte narrative improvvise di quelli principali.
Inoltre le dinamiche societarie delle industrie Jutul sono abbastanza inverosimili, visto che anche tralasciando il fatto che due liceali, anche se di famiglia, si alternino senza problemi e nessuna esperienza alla guida della quinta industria norvegese, oltre alla rapidità e la facilità con cui viene risolto il contenzioso con lo Stato riguardo l’inquinamento e l’evasione fiscale, è veramente fuori da ogni logica. Ancora una volta è la fretta il vero motore della narrazione.

MIðGARðSORMR


Conosciuto anche come Jǫrmungandr, il serpente che avvolgerà il mondo ha fatto la sua comparsa nello show durante il quarto episodio e rappresenta uno degli elementi fondamentali del Ragnarok, la fine del mondo della mitologia norrena che dà il nome alla serie: sarà proprio il serpente, generato da Loki, a uccidere Thor durante il Ragnarok a causa del suo potentissimo veleno, venendo al tempo stesso ucciso a causa dello scontro, per una battaglia mortale che li vedrà soccombere entrambi.
Bastano queste poche righe per capire quanto sia rilevante e al tempo stesso affascinante l’introduzione di tale mostro, generato ovviamente da Laurits. A proposito del fratellastro di Magne, è splendida la scena finale che lo vede baciare il serpente e poi liberarlo nell’acqua per farlo crescere, mentre vengono mostrati i suoi occhi che palesano la sua natura mista, mezzo Dio e mezzo Gigante.
Per quanto riguarda invece la sopravvivenza di Fjor e Ran, se da una parte rappresenta un bene per il prosieguo della serie, dall’altra la messa in scena della loro presunta morte è veramente pessima, tanto che nessuno spettatore dotato di un paio di neuroni funzionanti ha dubitato per un attimo che i due fossero veramente stati uccisi.
Per una scena così importante si poteva e si doveva fare molto di più, non solo con una soluzione narrativa più intrigante ma anche con una realizzazione decente che risaltasse lo scontro, scontro che in realtà praticamente non vi è stato.

JARNSAXA


La svolta data al rapporto tra Saxa e Magne potrebbe sembrare la classica dinamica dell’attrazione tra nemici, con una spruzzata di teen drama, ma in realtà non è proprio così, per quanto questi aspetti sicuramente vi siano.
Infatti il character di Saxa, interpretato dalla splendida Theresa Frostad Eggesbø, è quasi sicuramente ispirato a Jàrnsaxa, gigantessa appartenente alla cosmologia norrena che, guarda caso, diviene amante di Thor dando alla luce un figlio di nome Magni, per un gioco di parole difficilmente casuale.
La più giovane degli Jutul ha avuto un percorso di crescita interessante all’interno di questa seconda stagione e sarà interessante vedere come si posizionerà all’interno della faida tra la sua famiglia e Magne.

IL FUTURO DI RAGNAROK


Al momento non si hanno notizie certe riguardo a un’ipotetica terza stagione del prodotto scandinavo, tuttavia è lecito ipotizzare che molto probabilmente ci sarà, vista la piega presa dallo storia e lo sviluppo dei diversi personaggi umani che rappresentano le divinità norrene.
L‘idea di fondo della serie di attualizzare la mitologia norrena al giorno d’oggi, unendo anche tematiche sociali e ambientali, rimane buona, ma le tante pecche emerse nello sviluppo della narrazione e dei personaggi rendono necessari diversi cambiamenti per un definitivo salto di qualità necessario, affinché Ragnarok diventi un prodotto televisivo di un altro livello rispetto a quanto visto sino ad oggi.

 

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • E’ un bene per il prosieguo della serie che gli Jutul siano sopravvissuti…
  • Finalmente Magne ottiene Mjolnir e riesce ad usarlo, la sua trasformazione in Thor è completa
  • Miðgarðsormr
  • Loki, mezzo Gigante mezzo Dio
  • …ma ci si poteva impegnare un minimo per rendere la loro morte credibile
  • L’azione ambientalista è veramente pessima, così come la forgiatura di Mjolnir. Si poteva fare molto meglio
  • Harry e Iman non sono stati approfonditi per niente
  • La sensazione che tutto avvenga troppo in fretta rimane

 

Un episodio abbastanza deludente, come questa seconda stagione d’altronde, caratterizzato da diverse forzature narrative in linea con quanto visto negli episodi precedenti. L’eccessiva fretta con cui avvengono eventi fondamentali della trama e le trasformazioni dei personaggi, senza che poi vengano approfondite, penalizza oltremodo lo sviluppo della storia, nonostante vi siano spunti interessanti. La valutazione è sufficiente ma da questo ultimo appuntamento era lecito aspettarsi molto di più.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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