Sweet Tooth 1×06 – Stranger Danger On A TrainTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sweet Tooth 1x06 recensioneDopo un paio di episodi (“Weird Deer S**t” e “What’s In The Freezer?“) che hanno smosso le fila della trama portando i diversi personaggi ad un passaggio obbligato della loro storia, ecco arrivare la famigerata puntata di transizione che tanto si temeva. In realtà anche “Secret Sauce” era stata bollata come episodio di raccordo ma, a posteriori, questo non ambitissimo scettro spetta proprio a “Stranger Danger On A Train”.
Pur essendoci dei cambiamenti per tutte e tre le trame, questi sono fondamentalmente dei ricollocamenti geografici parzialmente anticipati già nella scorsa puntata e che, palesemente, mirano solamente a spostare i vari personaggi da Luogo A fino a Luogo B in previsione di un season (?) finale che molto probabilmente vedrà incrociare almeno due delle tre trame orizzontali messe in piedi finora.

GoGro, here we come!

MAD MAX INCONTRA IL CONTE OLAF


È molto interessante constatare come il villain della serie, ovvero il famigerato Generale Abbot, sia letteralmente centellinato in ogni apparizione e abbia un piccolissimo minutaggio. È interessante perché è un modus operandi risalente al passato, ovvero a quel genere di serie e storie che costruivano la grandezza di un villain più in base al “sentito dire” e grazie all’estensione della sua egemonia piuttosto che mostrandolo in scena.
Sweet Tooth riprende esattamente questa tecnica, se ne appropria e la fa completamente sua, con un successo non da poco. L’ingombrante presenza di Abbot e dei suoi sgherri è onnipresente in tutto l’universo narrativo di Sweet Tooth e questo, per via indiretta, rispecchia la sua presenza e permette allo showrunner Jim Mickle ed i suoi colleghi di non lavorare moltissimo sulla sua tridimensionalizzazione. Lasciando ovviamente le porte aperte per lavorarci in una (si spera) eventuale seconda stagione.
Oltretutto, non si può non apprezzare la somiglianza del Generale Abbot con il Conte Olaf di Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events (specie nell’ultima stagione), il che porta i fan di quest’altra serie Netflix a guardare il villain interpretato da The Thinker Neil Sandilands con un pizzico di amorevolezza. E chissà che Jeff Lemire non abbia proprio preso ispirazione dall’interpretazione di Neil Patrick Harris per dipingere Abbot…

CALIFORNIA COLORADO, HERE WE COME!


Come detto in apertura, “Stranger Danger On A Train” non è una puntata che rimarrà negli annali e, anzi, probabilmente finirà presto nel dimenticatoio pur avendo un suo scopo. Da episodi come questo, nati solamente in funzione di altri, non ci si può aspettare molto se non una visione fugace ed al più interessante.
Lo spostamento dei vari personaggi (i coniugi Singh, “la compagnia dell’anello” di Gus e la fuga dei vari hybrid dal Preserve) non è assolutamente casuale e rispecchia un piano più grande che, si può già ipotizzare, vedrà idealmente tutti incontrarsi a GoGro e dintorni. Mickle fino ad ora non ha mai concesso molti riferimenti temporali, pertanto non si può sapere se questi “viaggi” avvengano in contemporanea, anzi è più immaginabile che siano stati uniti solamente per necessità di trama. La scelta è quindi apprezzabile e utile per dare una direzione generale alla puntata ma avrebbe anche funzionato segmentando un po’ di più le tre storyline.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il Generale Abbot fa la sua porca figura pur non avendo molto minutaggio a disposizione
  • Netto delineamento delle tre storyline
  • Lenta preparazione al season finale
  • Manca un po’ di contestualizzazione per quanto riguarda l’universo narrativo

 

“Stranger Danger On A Train” non è un episodio memorabile ma è un passo obbligato che la serie deve compiere per unire le diverse trame. Che questo sia stato fatto all’unisono è un altro discorso, ma nel complesso Sweet Tooth si conferma una piacevole e leggera visione che promette futuri fuochi d’artificio. Solamente non qui e non ora. Magari a GoGro.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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