Sweet Tooth prosegue la sua marcia stagionale con un quarto episodio dal retrogusto molto filler che però riesce nell’intento di approfondire nuovi e vecchi character senza mai annoiare lo spettatore.
Lo stile molto fumettistico della serie trova qui qualche limite prettamente televisivo, ma la curiosità circa le origini del virus, il ruolo degli Ibridi e l’atmosfera alla Steampunk Goonies che permea tutta la narrazione riescono comunque a distrarre lo spettatore da queste imperfezioni. Farà probabilmente eccezione il piccolo Bobby, che pur nascendo con l’intenzione di ricoprire il ruolo di tenera mascotte dell’episodio, risulta invece essere inquietante quanto un Furby che improvvisamente dice di volerti bene nel cuore della notte.
A PIE’ ED A CAVALLO
Sweet Tooth arriva al giro di boa stagionale e lo fa con un episodio che si snoda attraverso tre storyline principali: l’arrivo di Gus e Tommy al quartier generale dell’Animal Army; l’allegra parentesi familiare di Aimee, Wendy e Bobby e infine il salto nel passato in compagnia del Dr. Singh e della moglie Rani.
Per la maggior parte del tempo, questo focus sull’approfondimento di character vecchi e nuovi ha funzionato, conferendo un livello ulteriore di profondità alla narrazione grazie soprattutto ad uno sguardo sul passato, ai tempi della cosiddetta “seconda ondata”. Situazione che naturalmente punta al coinvolgimento dello spettatore sfruttando la somiglianza (escludendo ibridi uomo/animale e contesto alla Mad Max) con la pandemia globale in atto.
Il segmento horror/thriller dedicato alla storia del Dr. Singh e del suo simpatico vicinato di piromani assassini rappresenta sicuramente la porzione di trama più interessante e coinvolgente di questi quaranta minuti, facendo peraltro desiderare allo spettatore una morte molto dolorosa per la premurosa vicina Nancie. Qui la storia comincia a destreggiarsi in mezzo all’ennesimo dilemma morale, stavolta circa la dissezione e successiva sperimentazione degli Ibridi, non condivisa inizialmente da Adi e Rani ma poi contemplata nel momento di massima disperazione. Attraverso una progressiva costruzione della tensione, culminata con il riuscitissimo e altrettanto anticlimatico calcio del cavallo nei denti di Nancie, questo segmento narrativo riesce nell’impresa di trasportare per un attimo lo spettatore in un mondo fatto di ansie e insicurezze, all’interno del quale la paura e l’egoismo hanno reso gli infetti una minaccia da debellare a qualsiasi costo e, soprattutto, con qualsiasi mezzo. Ora i Singh avranno due segreti da nascondere al vicinato e, visto lo stretto rapporto che intercorre tra i vari membri di questa piccola comunità, probabilmente non riusciranno a farlo ancora per molto.
BIMBI SPERDUTI COL VR
“Hybrids are how the Earth survives.“
Mettendo da parte la parentesi familiare di Aimee, Wendy e (il terrificante) Bobby, che in questa occasione rappresenta più che altro la giusta circostanza per presentare quest’ultimo e quindi la varietà di Ibridi esistenti, il focus maggiore della puntata è ovviamente rivolto a Gus, Tommy e all’Animal Army.
Il mondo mostratogli dai ragazzi che compongono questo esercito apre una prospettiva del tutto nuova al piccolo Gus, nato e cresciuto lontano dalla società e dai suoi vezzi triviali e ora di fronte a TV, videogiochi e caramelle a perdita d’occhio. I colori e le atmosfere catapultano lo spettatore in un futuro post-apocalittico che in pratica è un improbabile mix tra i Goonies e Mad Max, in grado di accostare cabinati, autoscontri e visori VR a pellicce di animali e teschi tribali. Il paese dei balocchi, però, rivela immediatamente la sua vera natura: la saggezza di Bear, leader integerrima in grado di leggere ogni situazione in modo diverso, si trova a dover affrontare il desiderio di vendetta di Tiger, decisamente maldisposta ad accettare la grazia per un Last Man. Le spaccature interne portano così ad un conflitto, il cui esito è rivelare il vero “potere” di Gus, regalando inoltre ai due compagni di viaggio una (fin troppo comoda) via di fuga dal quartier generale dell’Animal Army. Tra l’altro nel più totale disinteresse di tutti i partecipanti all’esecuzione.
Nonostante la fuga un po’ forzata, questo segmento ha anche il merito di mostrare allo spettatore un Tommy Jepperd vulnerabile, pentito per il percorso di vita scelto e realmente motivato a cambiare. La messa in scena di questo lato nascosto del personaggio fa emergere una nuova sfumatura nella performance di Nonso Anozie, impeccabile nel restituire il dolore e il rimpianto di un uomo che, anche grazie alla vicinanza con il piccolo Gus, sta progressivamente realizzando l’entità del dolore causato dalle proprie azioni.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Episodio sostanzialmente di raccordo che ha il merito di approfondire ulteriormente i suoi personaggi dando inoltre uno sguardo al passato, ai tempi in cui l’epidemia ha avuto inizio. Piena sufficienza, ma si può decisamente puntare più in alto.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.