Lupin 1×08 – Capitolo 8TEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione Lupin 1x08Dopo due episodi che rappresentano un ideale dittico sul salvataggio di Raoul, Lupin sembra per un attimo tornare sui propri passi con un episodio che riporta in auge la figura di Assane come erede del famoso “ladro e gentiluomo”.
Un vero e proprio “ritorno alla normalità” non privo di buchi di trama per quanto riguarda quanto avvenuto precedentemente. È evidente l’intenzione, da parte degli autori, di aprire una nuova parentesi narrativa per non rimanere troppo inchiodati alla prima parte di stagione. Come episodio “verticale” questa scelta funziona, anche se va del tutto a discapito dell’orizzontalità degli eventi. Paradossalmente, proprio per questo motivo l’episodio funziona bene, mostrandosi uno dei migliori visti finora, pur con tutti i limiti e i difetti del caso.

LUPIN-JULIETTE


Dopo la (fin troppo) veloce risoluzione del cliffhanger di “Capitolo 7”, la narrazione subisce uno stacco abbastanza brusco per immettere lo spettatore in un nuovo e audace piano di Assane/Lupin.
Il che non è affatto un male, anzi. La trama orizzontale legata alla vendetta di Assane rischiava, infatti, di cadere fin troppo nel suo lato più soapish. Così, il riavvicinamento fra Assane e Juliette Pellegrini (Clotilde Esme) offre l’opportunità di staccarsi, per un attimo, da questa per rilanciare un’ulteriore sotto-trama che era rimasta in sospeso dalla prima parte di stagione.
Inoltre dà l’opportunità di rivedere finalmente il Lupin dell’episodio pilota, quello dei piani complicati e machiavellici. Tanto più che questa sotto-trama riguarda anche la ricettazione e il furto di opere d’arte, argomento sempre molto affascinante (come dimostra la docu-serie This Is A Robbery, sempre di casa Netflix) per cui serve preparazione e precisione. Questo nuovo filone narrativo ha dunque tutte le carte in regola per suscitare un certo interesse nello spettatore, soprattutto per come viene presentata e costruita (anche se il dialogo finale spoilera, di fatto tutto l’artificio, quando sarebbe stato meglio lasciare che lo spettatore ci arrivasse da solo vedendo cosa succedeva).
Ha inoltre il merito di mettere in secondo piano la figura di Claire (a tratti irritante) e di mostrare il meraviglioso Museo D’Orsay di Parigi, che da solo vale la visione della puntata.

BUCHI E INCONGRUENZE


Per quanto riguarda tutto il resto, la puntata presenta i soliti problemi che contraddistinguono lo show. Si è già accennato al brusco distacco fra la parte iniziale e il resto della puntata, a questo si deve aggiungere un finale che lascia interdetto lo spettatore. Se, infatti, si lascia intendere che tutto il corteggiamento di Assane a Juliette è stato solo un piano per rivelarle la verità sul padre, la scena finale rimette però tutto in discussione, lasciando invece intendere che la relazione fra i due possa essere reale.
Allo stesso modo il piano di Assane appare molto semplice e sbrigativo, nonostante inizialmente sembrasse molto più complesso, venendo ulteriormente facilitato visto che, da un giorno all’altro, nessuno sembra più dargli la caccia. Inoltre il fatto che fra il protagonista e Guedira si sia instaurato uno splendido rapporto d’amicizia (quando fino a due puntate fa erano perfetti sconosciuti) appare come un’ulteriore forzatura narrativa.
C’è insomma la volontà, da parte degli autori, di chiudere frettolosamente tutte le sotto-trame presenti in vista del finale di stagione. Il che è un peccato perché l’unico risultato è di rendere il tutto molto piatto e superficiale.

BASTA FLASHBACK!


L’unico elemento che riesce a rallentare questo flusso velocizzato di eventi sono i sempiterni flashback sulle (dis)avventure di Assane bambino. Questi in genere risultano fatti molto bene ed inseriti nei momenti giusti. In questo episodio però risultano fin troppo stucchevoli e didascalici nel raccontare l’evoluzione dell’amicizia giovanile fra Assane e la giovane Juliette.
Perfino la loro collocazione all’interno dell’episodio risulta sbagliata in quanto vanno ad interrompere la narrazione nei momenti più topici. Questo dovrebbe essere un modo per alleggerire la tensione,  ma ha il solo risultato di apparire irritante agli occhi dello spettatore.
Viene fuori così il solito problema che accompagna lo show da sempre: essere fin troppo concentrato sulla vendetta del protagonista, il che toglie tutto il minutaggio a quello che dovrebbe essere il vero cuore dello show ossia i piani elaborati del “Lupin contemporaneo”.
Un focus narrativo che invece qui avviene solo in parte, ma per poco, rivelando che, a due episodi dal finale, lo show non ha ancora capito che cosa vuole essere veramente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ritorno di Assane/Lupin “ladro e gentiluomo”…
  • Soundtrack e fotografia
  • Arresto di Pellegrini
  • …ma assolutamente senza senso in questo contesto
  • Nessuno che dà più la caccia ad Assane?
  • Troppi flashback che potrebbero tranquillamente essere tolti
  • Spiegazione finale del piano abbastanza scontata (e finale che sa di presa in giro)

 

Una puntata che torna, per un momento, ai fasti dei primi episodi, con i piani machiavellici di Assane/Lupin. Ma purtroppo dura poco, visto che tutti i soliti problemi della seria tornano a galla. Rimane comunque uno degli episodi migliori di questa seconda parte di stagione!

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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