A Murder At The End Of The World 1×05 – Chapter 5: CryptTEMPO DI LETTURA 4 min

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A Murder At The End Of The World 1x05 recensioneBrit Marling in questo episodio ritorna dietro la macchina da presa dopo il pilot e, tra le altre cose, firma anche la sceneggiatura senza l’aiuto di Zal Batmanglij che di solito ha scritto le varie sceneggiature con lei oppure si è alternato in cabina di regia quando l’attrice era più impegnata di fronte alla cinepresa.
Il risultato, sfortunatamente, non è affatto quello sperato perchè, nonostante i 76 minuti di girato (la puntata più lunga finora), “Chapter 5: Crypt” alterna dinamiche intriganti a scelte di comodo che fanno cadere le braccia. Fanno cadere le braccia non tanto perchè sono banali/prevedibili (anche se ovviamente il tutto pesa), ma perchè sono scelte che seguono le necessità di far accadere degli eventi che altrimenti non sarebbero accaduti. E non è una cosa che ci si aspetta da due sceneggiatori come Batmanglij e Marling che si sono presentati e fatti amare dal pubblico proprio per la loro capacità di sorprendere lo spettatore con scelte creative totalmente inaspettate eppure plausibili.
Il finale è, senza alcuna ombra di dubbio, il momento del WTF!? più alto perchè non si può spiegare in maniera logica tutto ciò che accade nel giro di due minuti, nell’ordine riassumibile in:

  • la luce della stanza di Darby viene hackerata e trasmette un codice morse perchè, in fondo, chi non conosce il codice morse nel 2023
  • Darby lo riesce a tradurre e si dirige, rigorosamente come ogni character in un giallo, sul luogo indicato in solitudine, e già su questo si potrebbe discutere;
  • fatalità il luogo indicato ha dei rumori sinistri, è senza luce e non c’è nessuno, cosa che non fa sorgere troppi dubbi alla protagonista che, noncurante del possibile tentativo del killer di ammazzarla, si presenta non armata e/o con un piano B;
  • l’intero complesso ha un problema nella gestione delle risorse elettriche e termiche, quindi se da un lato è più che comprensibile che la stanza della piscina non sia riscaldata, dall’altro non è altrettanto spiegabile perchè Darby vada in giro solo con una maglietta, ma si può soprassedere anche su questo;
  • il fatto che per cercare tepore si butti nella piscina riscaldata è, molto ma molto vagamente, anche comprensibile ma la scelta di trattenere il respiro in apnea, ben sapendo di essere potenzialmente il target del killer, è un qualcosa di talmente stupido che non può e non deve essere accettato;
  • ovviamente poi la copertura della piscina si chiude nel più classico degli stratagemmi e Darby viene bloccata sotto dalla sua stupidità e da una deludente Brit Marling che scivola nella faciloneria più completa.

Alcune cose ovviamente funzionano piuttosto bene, tipo l’esplorazione del rapporto tra Darby e Andy è uno dei punti principali di questo episodio perchè risolve molte domande anche legate a Bill/Zoomer ma soprattutto legate agli omicidi. Permette anche di esplorare l’edificio dove sono tutti prigionieri aumentando la superficie in cui i vari character possono muoversi ma chiaramente non porta soluzioni al mistero principale. Il che va benissimo contando che il finale è alle porte.
Il falò è un altro ottimo modo per far interagire tutti i vari character secondari che fanno parte della lista dei possibili killer: aumenta la percezione positiva per alcuni di loro, di conseguenza aumenta i punti di domanda sulla loro innocenza, e questo è tutto ciò che si può chiedere allo show. Sfortunatamente gran parte di questi passi in avanti sono dilapidati dalla parte finale dell’episodio tra voltafaccia di Andy, bagni in piscina e, più in generale, un metodo di far ragionare i personaggi che può essere solo creato ad hoc per un giallo. Erroraccio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I flashback nel passato danno sempre un elemento in più per comprendere Darby e Bill
  • La paternità di Zoomer discussa senza troppi indugi
  • Il falò e ciò che ne comporta
  • Darby che si tuffa in piscina e poi cerca il suicidio assistito andando in apnea
  • Il voltafaccia istantaneo di Andy Ronson nel finale dopo che per tutta la puntata ha chiesto la collaborazione di Darby
  • Molte scelte troppo facili compiute in fase di scrittura
  • Minutaggio elevato per quello che è stato mostrato

 

Senza una scrittura così di comodo (e francamente deludente), “Chapter 5: The Crypt” avrebbe potuto essere anche un bel episodio, poi però tutto si sfalda sotto i colpi del non-sense che riempiono i volti degli spettatori di mani disperate: ed il facepalm è compiuto.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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