Found, creata da Nkechi Okoro Carroll e mandata in onda dalla NBC lo scorso 3 ottobre, ad una prima occhiata potrebbe sembrare il solito crime procedurale. In realtà porta sullo schermo un triste aspetto della quotidianità americana che molti – tranne chi la vive – continuano ad ignorare: le persone scomparse.
Per gli Stati Uniti si tratta di una vera e propria piaga che riguarda soprattutto i minori e basterebbe dare uno sguardo ai numeri delle statistiche ufficiali per rendersi conto di quanto serio sia il problema. Risulta allora evocativo il titolo dello show che, ad ogni episodio, si propone di indagare un caso specifico, risolverlo e passare poi a quello successivo.
Tuttavia, non può mancare una trama orizzontale di fondo che viene portata avanti principalmente da Shanola Hampton che, sebbene abbia abbandonato già da un po’ i panni di Veronica Bells in Shameless, di quest’ultima non ha decisamente perso il coraggio. Gabi Mosely, il suo nuovo personaggio, si fa apprezzare fin dai primissimi minuti del pilot proprio per questo motivo. Sebbene sia accompagnata da un cast non esattamente sconosciuto, è la Hampton (che ha preso parte anche alla produzione della serie) a restare sempre in primo piano.
THE FORGOTTEN ONES
Gabi: “We are a crisis management firm. We’re PR specialists, we’re lawyers, tech experts, private investigators, all doing the job the police seem to busy to do. […] We find missing people who have slipped through the cracks and we bring them home. […] You’re talking to a woman who 20 years ago had to rescue herself from her kidnapper because no one was looking.”
Tonfi, pianti, urla. Sono i suoni del passato di Gabi, anche lei protagonista di un rapimento dal quale, anni addietro, è riuscita a scappare. Proprio per questo motivo con impegno e determinazione è riuscita a mettere su un team di investigatori.
Gabi, però, non è l’unica a dedicarsi con tutta sé stessa al proprio lavoro: anche i suoi colleghi hanno un passato legato, in un modo o in un altro, ad episodi similmente traumatici. Margaret (Kelli Williams), ad esempio, è spinta a dare il meglio di sé poiché ad ogni persona ritrovata è come se facesse un passo in avanti verso il ritrovamento di suo figlio, scomparso ormai da tempo.
Insomma, conoscere il problema in prima persona è la chiave del successo della squadra di Gabi che si occupa soprattutto di casi che coinvolgono quelle minoranze (da cui lei stessa deriva) che in una società di bianchi privilegiati tenderanno a trovarsi, purtroppo, sempre emarginate. Non a caso, in questo primo episodio scompariranno due ragazzine provenienti da famiglie agli antipodi (la figlioletta del senatore e un’adolescente adottata da due coniugi anonimi) e, come si può immaginare, il diverso trattamento riservato dalla polizia all’una e all’altra indagine sarà basato meramente sulla rispettiva estrazione socio-culturale. Non ci vorrà molto, però, prima che queste due vite così diverse si ritroveranno inaspettatamente incastrate e, ancora una volta, verrà strappato via quel velo di apparenze che troppo spesso maschera la realtà ostacolando la giustizia.
LOCKED
Trent: “The world can be a horrible place, that’s just a fact. But sometimes… sometimes the good guys win.”
Gabi e Margaret, come il resto dei colleghi d’altronde, hanno tentato di combattere e sfruttare i propri traumi per aiutare chi ne ha bisogno. L’intero episodio è un grido di speranza e giustizia.
Ma se da un lato è possibile lasciarsi alle spalle un passato travagliato e, addirittura, giungere a trarne qualcosa di positivo, dall’altro quello stesso passato non può essere magicamente cancellato. In tal senso proprio sul finale, infatti, e senza nessuna avvisaglia per lo spettatore, si viene presi in contropiede. Nel giro di pochi minuti, si passa da un paio di scene significativamente mute in cui emerge tutta la fragilità della psiche umana a ben altro. Il pubblico non fa in tempo a farsi prendere dall’emotività del momento che viene subito spiazzato dal plot-twist finale: Gabi intrattiene un insolito “rapporto professionale” con quello che un tempo è stato il suo rapitore (Mark-Paul Gosselaar) e che tiene prigioniero nel seminterrato di casa propria.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Anche se un po’ lento, quello di Found può essere considerato un buon inizio. Non resta che sperare che i successivi 12 episodi non si rivelino una brutta imitazione sulla scia di altre serie procedurali come Criminal Minds.
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Amante della letteratura, decisamente meno della matematica, procrastinatrice seriale la cui unica costanza nella vita è la pizza. Giunge a Recenserie per mettere a tacere i sensi di colpa del troppo tempo speso a guardare serie TV anziché studiare e farsi una carriera.