);

From 1×06 – Book 74TEMPO DI LETTURA 5 min

/
()

Recensione From 1x06Pochi sviluppi per questo sesto episodio di From che ha accumulato una quantità decisamente impegnativa di nodi da sciogliere in soli sei episodi.
Finalmente tornano ad affacciarsi alla finestra i misteriosi “mostri” – o sarebbe meglio definirli “creature” data l’origine criptica che si spera venga rivelata – ma il loro ritorno solo sul finire dell’episodio lascia la sensazione che non si potrà arrivare a dare una giusta chiusura a tutte le parentesi narrative che erano state aperte.

Father Khatri:Did you know there’s not a single copy of the Bible in town? I mean, in our little traveler’s library in the diner, there’s at least a dozen Robert Ludlum and Judy Blume novels, yet… not a single copy of the world’s most popular book.
[…] Did you know it’s actually comprised of 73 books? […] What if we, the people of this town, are living the book that has yet to be written? What if this is Book 74?

UNA SERIE CHE NON NASCE PER UNA SOLA STAGIONE


Ormai nel panorama seriale le nuove uscite ben scritte si possono contare sulle dita di una mano e From, al netto delle critiche sulla significativa – per alcuni eccessiva – ispirazione tratta da Lost nella realizzazione dello show, risulta certamente tra queste. Tutto il lavoro di costruzione fatto sarebbe sprecato per una sola breve stagione, dato che il pubblico affezionato al genere tornerebbe volentieri nella cittadina perduta tra i boschi.
Come si accennava nella premessa della recensione, le storyline avviate sono numerose e tutte meritevoli di sviluppi, pare quindi che il tempo rimasto (quattro episodi) non sia sufficiente per rispondere a tutti gli interrogativi lasciati aperti. Questo, però, non è l’unico indizio per ipotizzare una plausibile continuazione.
La produzione esecutiva della serie conta una rosa di nomi che, oltre ad avere una specializzazione su mistery, sci-fi ed action drama, sono particolarmente inclini verso le diramazioni di trama con, come il già citato Jack Bender (Lost, Alias, Under the Dome), Jeff Pinker (Alias, Fringe) ed Anthony e Joe Russo (principalmente conosciuti per il contributo al Marvel Cinematic Universe con Avengers: Infinity War ed Avengers: Endgame).
Date le abitudini creative di questi autori televisivi e cinematografici, è del tutto legittimo aspettarsi degli approfondimenti sulle storie dei personaggi, anche a scopo squisitamente narrativo e non necessariamente funzionale allo sviluppo della trama. Magari prima o contestualmente all’uscita del season finale, Epix potrebbe fugare ogni dubbio con delle breaking news.

AD OGNI PERSONAGGIO LA SUA STORIA


Certamente, From ha colpito per la qualità non solo cinematografica ma anche narrativa. I personaggi sono e si confermano anche in questa sesta puntata indubbiamente ben strutturati, solidi nella loro caratterizzazione, ben mixati e ri-accoppiati durante tutto il percorso. Il loro sviluppo, in un tempo brevissimo, è convincente e fa crescere parallelamente ogni singolo character, arrivando a questa “Book 74” senza aver lasciato indietro nessuno:

  • Tabitha, che aveva il ruolo del personaggio emotivo, diventa via via più lucida fino ad essere l’unica, forse, ad accettare realmente questo posto misterioso per quello che a poco a poco si rivela essere;
  • lo sceriffo Boyd con Kenny, con i loro percorsi individualisti che s’incrociano nell’esercizio di una disperata seconda chance per provare ad essere un buon padre e un buon figlio;
  • Jade che passa dalla totale non accettazione alla rigorosità della ricerca scientifica, cercando supporto nella persona solida e razionale di Jim.

Il materiale è veramente ottimo e accattivante, arricchito dalle altre storie in secondo piano che sono assolutamente altrettanto buone e che meriterebbero di essere approfondite, leggasi la “reminiscenza” di Jade che ricorda vagamente un mix tra Jumanji e la Guerra di Secessione.
I fan delle serie che hanno fatto la storia del genere (oltre le già citate Lost e Fringe, anche le numerose serie ispirate alle opere di Stephen King) sono abituati ad affezionarsi ad ogni personaggio ciascuno con una propria storyline, che può essere più o meno breve ma che non ha mai nulla da invidiare qualitativamente alle altre. Proprio per questo i produttori, da bravi golden men, non potranno certo permettersi di lasciare a bocca asciutta anche solo una parte di pubblico, ad esempio chi è rimasto affascinato dalla stramba cooperazione tra il piccolo Ethan e Victor o incuriosito dal capitolo teen su Julie ed Ellis, capitoli che in “Book 74” non vanno assolutamente avanti.
Vuoi per una mancanza di tempo, vuoi per una chiara scelta narrativa, John Griffin sceglie di dare una tempistica a ciascuno portando avanti in ogni puntata storyline diverse, per poi riprendere quelle lasciate indietro in maniera piuttosto armoniosa. Se Victor non compare in questo episodio è verosimile che faccia ritorno entro un paio di puntate e lo stesso si può dire di Donna.
Dei pronostici più realistici si potranno fare certamente quando la serie sarà conclusa ma nel frattempo, nonostante la rincorsa che ha preso la stagione verso la conclusione, tutto lascia pensare ad un potenziale rinnovo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La collaborazione tra Jade e Jim
  • L’intraprendenza di Tabitha alla ricerca della verità
  • La comparsa dello “zombie” in divisa da guerra di secessione
  • Comincia a farsi strada l’ipotesi dei mostri come fantasmi
  • Ancora troppo poco spazio realmente dedicato a Julie
  • Che fine ha fatto Victor con gli alberi che si muovono?
  • La scena del finale alla finestra con dei personaggi usciti dal nulla

 

Episodio che rilancia sulla presa psicologica, un passato piuttosto interessante da riscoprire in futuro e un’antenna che sembra poter essere la chiave di volta. Ora bisogna solo riuscire a trovare il tempo di dare qualche risposta.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Rispondi

Precedente

Drive My Car

Prossima

The Blacklist 9×12 – The Chairman (No. 171)

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.