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Obi-Wan Kenobi 1×05 – Part VTEMPO DI LETTURA 5 min

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Obi-Wan Kenobi 1x05 recensioneQuando si parla di una serie senz’anima spesso vengono in mente prodotti partoriti da canali generalisti che sfornano decine di serie l’anno con una qualità piuttosto scadente e attori di seconda o terza fascia, quelli meno costosi insomma. Negli ultimi anni Netflix ha cominciato a seguire questo trend partorendo doppioni, triploni e quadruploni e ora sembra essere arrivato il turno anche di Disney+, sfortunatamente con un franchise con cui sarebbe stato meglio non giocare.
Lo schema sembra ormai rodato: “prendi una donna saga, trattala male, buttala giù dalle scale” come direbbero i GemBoy in “Teorema“. E così dopo quell’aborto altresì noto con il nome di The Book Of Boba Fett, ma passato alla storia come The Mandalorian 2.5, Disney+ ci ricasca e sforna l’ennesima serie che promette molto ma tradisce ancora di più. E non è tanto un problema di aspettative perché, in fin dei conti, lo spettatore medio e il fanboy/girl ossessionato dalla “Galassia lontana, lontana” vede tutto ciò di cui ha bisogno tra easter eggs e ritorni eclatanti. Il problema è che tutto è scritto senza un’anima e anche senza un briciolo di ragionamento.
Ergo: il tempo di essere accondiscendenti con Obi-Wan Kenobi è terminato e d’ora in poi la valutazione data agli ultimi due episodi della stagione/serie saranno depauperati da qualsiasi scusa e non si chiuderanno più occhi di fronte a sviste di trama clamorose. Spiaze.

BUCHI VORAGINI DI TRAMA


L’idea di usare un assedio è in genere sempre eccellente perché riduce gli spazi a disposizione dei personaggi, alimenta una tensione crescente e fondamentalmente sforza confronti e decisioni che altrimenti verrebbero posticipati per episodi o addirittura stagioni. Ecco, l’idea iniziale è tutto sommato anche buona ma l’esecuzione dell’assedio in “Part V” rasenta il ridicolo.
Giusto per elencare alcuni punti salienti di questa sceneggiatura imbarazzante:

  • innanzitutto Reva e le sue truppe imperiali si dimenticano completamente del portellone da cui entrano/escono le navicelle e si focalizzano solo su quello più piccolo;
  • si decide di basare l’intero piano per sbloccare i portelloni su una bambina di 10 anni che, palesemente ne sa molto più di tanti altri tecnici e adulti;
  • Obi-Wan si offre di parlare con Reva per guadagnare tempo e invece l’assedio riceve un’accelerata improvvisa con la spada laser che buca il portellone;
  • una conseguenza di quanto appena detto porterebbe a pensare che non ci sia nessun bisogno di un’assedio visto che l’utilizzo della spada laser di Reva basta e avanza invece di sprecare tempo a sparare ad un portellone;
  • pur essendo in netta maggioranza, gli Stormtrooper riescono a farsi decimare da un gruppo di scappati di casa che è prevalentemente senza scudi per proteggersi;
  • Obi-Wan, giusto per confermare quanto la sceneggiatura sia stata scritta non pensandoci troppo, di tanto in tanto spegne la spada laser e nel mezzo della sparatoria decide di salvare comodamente persone a caso, il tutto ovviamente rimanendo illeso;
  • dulcis in fundo, dopo aver perso diverse persone, decide di consegnarsi a Reva per poi tradirla malamente cambiando costantemente modus operandi tra il salvare persone e il fuggire.

Chiaramente non c’è una coerenza narrativa e quella che era pervenuta a tratti nelle scorse puntate non si è palesata in nessun modo.

WANNABE BATTAGLIA CON LE SPADE LASER


Parte dell’operazione nostalgia, così come parte del puro divertimento che ci si aspetta di vedere da Obi-Wan, è insita nei vari scontri con le spade laser che vengono elargiti anche piuttosto parsimoniosamente dalla serie.
Il continuo tira e molla che avvicina e allontana i protagonisti è da un lato necessario ma dall’altro piuttosto ridondante, specialmente vista la sensazione data da Darth Vader di essere un enorme gatto nero che gioca un po’ annoiato con i suoi topolini. Sensazione che era già emersa in “Part III” nello scontro con Obi-Wan ma che riemerge prepotentemente anche in questa puntata con Reva. Il confronto tra i due è di fatto impari e arriva forzatamente in un momento non decisivo dopo che, tra le altre cose, Reva viene “tradita” da Obi-Wan che, al solito, preferisce scappare piuttosto che “aiutare il prossimo”, cosa che fa in maniera piuttosto altalenante.

Obi-Wan:You’re a great warrior, Anakin, but your need to prove yourself is your undoing. Until you overcome it, a Padawan you will still be.

Se il “futuro” è già scritto e pertanto è piuttosto limitante nel rapporto tra ex-padawan ed ex-maestro, quello che “Part V” fa molto bene è il lavoro nel “passato”, specialmente creando un certo parallelismo con il “presente” che enfatizza molto bene come il Darth Vader della serie non sia ancora completamente cambiato nel Darth Vader della prima trilogia di Star Wars.
Il lavoro piuttosto accurato del flashback andrebbe anzi ampliato, sia per dare il giusto spazio con più scene tra Ewan McGregor e Hayden Christensen, sia per ricreare questo riuscitissimo parallelismo e parziale mancanza di sviluppo che, in fin dei conti, è il vero motivo dietro il fallimentare rapporto tra i due. E a questo punto, con un solo episodio a disposizione, si può dire che sia troppo tardi per cominciare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Parallelismo tra passato e presente per Obi-Wan e Anakin
  • Confermata la sensazione che Reva avesse un secondo fine
  • Clamorosi buchi di trama che sono fondamentalmente inaccettabili tipo:
    • Darth Vader decide di fermare solo una navicella spaziale
    • generale strategia dell’assedio non pervenuta
    • completo affidamento su una bambina di 10 anni per salvare decine di vite
    • Obi-Wan continua a compiere scelte bipolari
    • Obi-Wan lascia tutti i suoi averi ad un mezzo sconosciuto, incluso il “segreto” sui figli di Anakin
  • Si poteva fare di meglio con il ringiovanimento in CGI di Anakin
  • Ancora completamente non chiaro come Reva possa sapere che Darth Vader sia Anakin, il tutto mentre Obi-Wan non ne era al corrente per oltre 10 anni
  • Combattimento tra Reva e Darth Vader facilmente migliorabile
  • Finale inverecondo

 

Il tempo di essere magnanimi e comprensivi è finito, ormai è piuttosto chiara l’operazione economica e senz’anima di Disney+. A livello visivo (a parte un Anakin Skywalker ringiovanito malissimo dalla CGI) la puntata è anche godibile (brava Deborah Chow), però la sceneggiatura è un qualcosa di imbarazzante (malissimo per il doppio premio Oscar Andrew Stanton e Joby Harold). Dare uno Slap Them All è quasi un complimento visto che un Burn Them All sarebbe più adatto.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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