Manca solo un episodio alla conclusione di questa quarta stagione di Mayans MC, eppure l’atmosfera che si respira è più quella da classica “puntata due”: molto attendismo, una manciata di momenti interessanti e un sacco di parentesi inutili tra le quali spicca maestosa l’uscita galante di Bishop con la nonna al bowling. E nonostante sia sempre piacevole trovarsi di fronte ad una delle innumerevoli umiliazioni ai danni di Bishop, è impensabile che ancora si sprechi tutto questo minutaggio a favore di segmenti narrativi di questo genere. Ad una puntata dal season finale. Follia pura.
E così, al pari del calabrone che non può volare ma non lo sa e vola lo stesso, Mayans MC non sa che di solito il meglio arriva nel finale e continua a fare schifo esattamente come ha sempre fatto. Sicuramente un plauso va alla straordinaria coerenza artistica mostrata dal prodotto in questo quarto arco narrativo.
Nel complesso, comunque, non si può fare a meno di essere sollevati all’idea di lasciarsi alle spalle l’ennesima stagione inutile in un telefilm che ormai chiaramente non sa più cosa raccontare e in che direzione andare.
GRANDMA BUSINESS
“I only came out after you because I thought it was important for you to know that you suck.“
Come accennato poco sopra, all’interno dell’episodio ci sono effettivamente una manciata di momenti interessanti, il saluto a Taza che decide di diventare nomad, la risoluzione tra Angel e Nails, Maggie che umilia pesantemente Bishop fuori dalla lavanderia (obiettivamente il migliore), l’omicidio off-screen di Erin, il confronto tra Ez e il padre Felipe e naturalmente i secondi finali dell’episodio (più per la realizzazione e l’interpretazione di Joseph Raymond Lucero che per il reale colpo di scena).
Fatta eccezione per queste sequenze, che di fatto rappresentano tutto ciò che c’è di buono in questo nono e penultimo episodio stagionale, il resto della puntata scorre su ritmi veramente lenti, cadenzati dai consueti momenti telenovela e da questa pseudo-felicità sullo sfondo (Angel e Adelita che giocano col figlio, Bishop che cerca di rimorchiarsi l’amica GILF, i baci e abbracci per salutare Taza, ecc.) che dovrebbe creare una sorta di contrasto con la reale oscurità che avvolge Santo Padre, tra sangue e violenza indiscriminata, e che invece contribuisce a svilire quel poco di azione presente nell’episodio.
Tralasciando il fatto che Elgin James sta in pratica costringendo il suo pubblico a partecipare ai Tinder date di Bishop senza il benché minimo pentimento, la puntata (e la stagione in generale) nel complesso sembra mancare di una vera e propria struttura, di una reale motivazione per portare avanti lo storytelling. Emozionarsi per i protagonisti di Mayans MC sta cominciando a diventare veramente difficile, se non impossibile, e la decisione di temporeggiare ulteriormente invece che mettere un po’ di carne al fuoco non può far altro che allontanare ulteriormente un già ampiamente annoiato spettatore.
IL CANTO DEL CORVO
Senza contare poi la sterilità alla base di pressoché ogni storyline secondaria. Alzi la mano chi ancora prova qualche emozione (anche odio va bene) per personaggi come Emily, Rae, Gilly o Sofia. Ma in realtà anche per personaggi che un tempo ricoprivano ruoli rilevanti all’interno dello show, come Miguel Galindo e Lincoln Potter, ora utilizzati col contagocce per dare più spazio a gente come Bishop. Probabilmente le mani alzate saranno pochissime, e non si può far altro che essere contenti almeno per i pochi soddisfatti di questa carneficina seriale, ma se la terza stagione aveva segnato una rottura, la quarta verrà sicuramente ricordata negli anni come il tracollo definitivo di Mayans MC.
La speranza ora è che, se proprio si vuole tirare fuori qualcosa di bello dall’universo narrativo di Sons Of Anarchy, ci sia un ritorno (molto, molto improbabile) di Kurt Sutter al timone di qualche nuovo progetto – i fan storici di SOA ancora aspettano il prequel sui First 9 – in grado di cancellare questa brutta (mezza) parentesi e magari riportare in vita l’anima oramai spenta di SAMCRO.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo un ottavo episodio finalmente positivo ci si aspettava una corsa finale un po’ più emozionante, e invece si è optato per un ben peggiore episodio di preparazione. Pochi momenti interessanti, ancor meno emozioni e in più tocca vedere Bishop che si umilia al bowling con la patch del club bene in vista. Si può solo sperare che in puntata dieci avvenga il miracolo, ma con queste premesse le aspettative al momento stanno sottoterra.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.