“If it’s not perfect it doesn’t go out“: questa è la frase che Carmy pronuncia intorno al minuto 9:40 riferendosi ad un piatto di carne Wagyu che Tina non ha cucinato a dovere, piatto che finisce nel cestino con sommo dispiacere di tutti i bambini africani citati dalle mamme nostrane ogni volta che non si terminava il pasto.
La citazione è un estratto ideale di quello che sembra essere il tema ricorrente di questa stagione: la perfezione. Una perfezione che è palesemente lontana anni luce al The Bear ma che rappresenta un’ossessione ricorrente principalmente vissuta da Carmen piuttosto che dal resto dello staff, ma che è spiegabile visto il suo passato in vari ristoranti stellati. È un’ossessione che si può vedere in tanti piccoli istanti, come le ciotole fatte a mano che non hanno la stessa dimensione e lo fanno schizzare male oppure la forchetta sul pavimento o Fak che versa l’acqua senza saperlo.
C’è ancora molto da lavorare per arrivare al livello che Carmy vorrebbe ma, soprattutto, lo staff è migliorato ed è cresciuto ma rimangono ovviamente (e giustamente) molte lacune che vengono sottolineate più e più volte nel corso dell’episodio e che non possono essere migliorate solo col tempo e la giusta attenzione. E questa è una nota da enfatizzare perchè va ricordato il passato dei vari Marcus, Tina, Richie, Fak all’epoca del The Beef, con anni passati in una cucina caotica e di livello molto basico fatta su volumi e non su stelle Michelin (tutta la 1° stagione è l’esempio perfetto), seguito poi da un percorso formativo (tutta la 2° stagione) in cui tutti i character sono andati ad allenarsi altrove per salire di livello per la nuova sfida.
Se questo fosse un anime/manga si starebbe parlando di power-up stile Dragon Ball o One Piece.
“Re-fire!”
FAIDA INTESTINA
“Doors” è un episodio intenso e un po’ diverso dal solito visto che non si focalizza su un singolo personaggio come spesso accade. La puntata si sviluppa nell’arco di svariati giorni proponendo una sorta di “nuova” routine del ristorante, routine che però si scontra contro le varie non-negotiable di Carmy, i problemi di un nuovo menù ogni giorno, molti caratteri forti e, dulcis in fundo, un problema economico visto che il ristorante non genera profitto.
Al termine della visione si rimane ovviamente un po’ interdetti, sicuramente dispiaciuti ma anche curiosi per capire il proseguo della stagione che dovrà per forza affrontare dei temi caldi che sembravano pronti per esplodere in maniera fragorosa in questo episodio e che possono essere visti anche da diverse prospettive:
- la questione economica è ovviamente qui per restare e molto probabilmente non sarà risolta almeno fino a metà della prossima stagione visto che, di base, è una delle problematiche principali che devono essere mantenute attive;
- la questione lavorativa, con una Sydney piuttosto infastidita e quasi bloccata dalle circostanze, è probabilmente la più interessante perchè continua a perdurare un comportamento di Carmy che non lo pone sullo stesso livello di Sydney, oltre che una generale mancanza di umanità che crea un brutto clima nel ristorante;
- la questione famigliare chiude questa trinità perchè
il confrontoi confronti tra Carmen e Richie (con tanto di sputo) non possono essere ignorati dato che non si concludono ma vengono solo messi in pausa, motivo per cui è palese che Christopher Storer stia solo continuando a aggiungere legna ad un fuoco pronto a divampare.
E in tutto ciò non si cita nemmeno la questione sentimentale con Claire che è già piuttosto palese.
“Hands please. Fucking hands!”
IL RISCHIO FRITTATA CARMY
Ora come ora, visto che si è ancora all’inizio della stagione, non è chiaro quanto la trama si svilupperà ma è palese che esista un grosso rischio nel caso si prosegua con le dinamiche presentate in questo e nello scorso episodio. Il rischio di cui si sta parlando è quello di allontanare il pubblico da Carmen Berzatto nel caso in cui il suo comportamento rimanga tale e quale a quello visto in questo episodio.
Se da un lato è comprensibile la pressione nel voler dimostrare, a sè stesso in primis ma anche al resto del mondo, che il The Bear è un successo, dall’altro è già ben visibile che questo modo di fare non potrà portare ad alcun tipo di successo visto che allontana tutti intorno a sè, vuoi in maniera diretta con Richie o in maniera indiretta con Sydney come si vede dallo sguardo sconsolato con cui si chiude la puntata. E di riflesso questo impatta anche il pubblico che ovviamente apprezza molto anche il cugino e l’altra socia del ristorante, motivo per cui questo comportamento va dosato in modo tale da limitare i danni solo da quella parte dello schermo e non anche dall’altra.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un buon episodio, diverso dal solito ma con in testa un obiettivo chiaro e ora anche ostentato: ci sono molti problemi al The Bear e la perfezione è ben lontana dall’essere raggiunta. Con buona pace di Carmen…
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.