Con “No Win Scenario” si era chiuso un vero e proprio arco narrativo di questa ultima stagione di Star Trek: Picard. Quattro episodi abbastanza autoconclusivi, utili a reintrodurre personaggi noti della saga per prepararli alla missione finale, i cui indizi stanno sempre più spingendo verso una direzione chiara. La questione dell’infiltrazione dei Cambianti e la misteriosa pista seguita da Raffi e Worf si sono finalmente incrociate, pronte ad una seconda parte di stagione scoppiettante.
Se c’era qualche dubbio sulla tenuta di questa terza stagione, viste le precedenti scoraggianti, si può ormai ritenere quasi del tutto escluso. La storia continua a dimostrare la sua validità, supportata dalle ottime interpretazioni e una scrittura capace di pescare nel passato con intelligenza. Il rischio del fanservice fine a sé stesso è sempre dietro l’angolo, ma gli autori hanno dato prova delle loro abilità nell’inserire personaggi come Ro Laren in maniera del tutto fluida, riuscendo anche a strappare emozioni.
RO LAREN
Bisogna spendere innanzitutto qualche riga per uno dei personaggi probabilmente meglio scritti di tutto il franchise di Star Trek. Introdotta nella terza puntata della quinta stagione di The Next Generation, il Guardiamarina Ro Laren era il primo personaggio Bajoriano di un certo rilievo. Da lì si sono susseguite tutte una serie di apprezzabili storie, tra le più meritevoli di TNG, riguardanti i Bajoriani ed il conflitto con i Cardassiani. Impossibile non ricordare i pochi episodi in cui compare a scompigliare gli equilibri tra gli ufficiali dell’Enterprise, il suo rapporto padre/figlia con Jean-Luc Picard e il flirt continuo con Riker, sfociato in una relazione vera e propria solo in uno dei numerosi universi “what if“.
Il ritorno di Michelle Forbes non fu annunciato al lancio di questa terza stagione, in cui venivano presentati i ritorni di diversi personaggi del cast storico di TNG (e che non sono ancora del tutto apparsi). Quindi, in tal senso, è stata una vera sorpresa vedere Ro Laren per un ultima volta su schermo a chiarire con Picard le conseguenze dei controversi comportamenti di Picard nell’episodio dell’ultima stagione, “Il Tenente Ro“. Non era dovuto, ma è stato senz’altro apprezzato, e soprattutto funzionale alla trama.
Jean-Luc: “We had a bond based on mutual respect. Based on… you and I… […] You betrayed everything I believed in.”
Ro: “No. You wanted to mold me in your image. Your mentorship. Your affection. It was conditional. You dare to question my honor? I joined the Maquis because belonging there meant standing up to injustice. Even if it meant betraying your beloved Starfleet. That was me. But you could never understand that because you confuse morality with duty. And that, Admiral, is your dishonor.”
FLOTTA STELLARE vs. FLOTTA STELLARE
Si può cominciare col parlare dell’impatto visivo che ha regalato l’inquietante scena in cui la Intrepid, dopo l’esplosione di una sua gondola, risorge minacciosa contro la Titan. Una dichiarazione d’intenti che ha una risonanza sull’intera stagione, con gli autori che hanno finalmente voluto svelare le carte in tavola. La Federazione è compromessa, come specificato dal messaggio di Beverly in apertura di stagione, ma solo ora si stanno comprendendo la portata dei pericoli che i protagonisti stanno per correre. La tensione è ormai palpabile a bordo della nave, con i protagonisti che hanno difficoltà a parlare apertamente tra loro, e lo spettatore che inizia a porsi domande e a dubitare di tutto ciò che vede.
Arriva fortunatamente in soccorso Worf, che dopo un simpatico siparietto action, ha intanto scoperto chi è il responsabile di queste debolezze nella sicurezze della Flotta. Una per tutte la mancata rilevazione dei Cambianti dal teletrasporto. Beverly, invece, nota come i Cambianti si siano forse evoluti, non ritornando allo stato liquido dopo la morte. Tutti pezzi di un puzzle che si sta componendo grazie alle qualità degli ex ufficiali dell’Enterprise-D e soprattutto all’orecchino bajoriano di Ro, che oltre ai feels provenienti da TNG e il confronto con Jean-Luc, si porta dietro l’intera indagine relativa al grosso complotto che è in atto.
STRANGER JACK
L’elemento nuovo di “Imposter“, e che probabilmente caratterizzerà anche questa seconda parte di stagione, sono le visioni di Jack Crusher. Dopo l’accenno nel finale dello scorso episodio, ecco che vengono approfonditi i blackout in cui il figlio di Jean-Luc sembra uscire fuori dal tempo per scatenare tutta la sua furia. È sicuramente appagante per lo spettatore la violenta sequenza in cui fa fuori ben quattro ufficiali senza apparente motivo, solo in seguito rivelatisi fortunatamente dei Cambianti. È ancora troppo presto per fare teorie, però è impossibile non pensare a Stranger Things ogni volta che la vista si annebbia al giovane Jack. Sia per l’atmosfera che si viene a creare, per il sound delle scene in questione o forse solo per le strane radici rosse che sembrano ramificarsi ogni volta che il personaggio perde la testa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo aver completato il suo primo arco narrativo, Picard non perde tempo e svela finalmente le carte in tavola, mentre intanto si appresta a chiudere l’ennesimo cerchio pendente dal termine di The Next Generation, regalando ai fan l’ultima apparizione di Ro Laren.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.