Stranger Things 4×09 – Chapter Nine: The PiggybackTEMPO DI LETTURA 7 min

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stranger things 4x09 recensioneEsattamente come per la precedente recensione risulta complicato non iniziare citando la durata abnorme di questo nono ed ultimo appuntamento della quarta stagione di Stranger Things: 140 minuti. Un film a tutti gli effetti. Cosa che, purtroppo, riconduce alla normale e giustificata domanda: era davvero necessario? E se ci si ritrova a porsi questa domanda, evidentemente, una risposta già la si è data.
Stranger Things chiude questa stagione con un perfetto cliffhanger che promette un ultimo ciclo conclusivo in cui l’Upside Down non sarà più un luogo narrativo a sé, ma diventerà parte stessa della cittadina di Hawkins.
Si tratta di un episodio registicamente e stilisticamente inattaccabile, specialmente nelle sequenze concernenti gli scontri tra Vecna ed il gruppo di Eleven. Tuttavia la prolissità generale e alcuni passaggi abbastanza dubbi finiscono per minare un prodotto che diversamente avrebbe potuto guadagnarsi il massimo dei voti messi a disposizione in casa RecenSerie.

UPSIDE


“Chapter Nine: The Piggyback” vive di un’adrenalina rara in questa quarta stagione di Stranger Things, presentando allo spettatore scontri a profusione in simultanea su diversi fronti:

  • Hopper, Joyce e Murray nella prigione in Russia che lottano contro diversi demogorgoni;
  • Max, Lucas ed Erica devono predisporre l’amo per far abboccare Vecna;
  • Steve, Nancy e Robin sono nell’Upside Down per attaccare direttamente Vecna quando entrerà in contatto con Max;
  • Dustin ed Eddie sono nell’Upside Down per fungere da esca ed attrarre a loro i famelici pipistrelli in precedenza già comparsi;
  • Eleven, Mike, Will, Jonathan e Argyle si ingegnano, considerata la distanza, per riuscire a mettere in comunicazione Eleven con il resto del gruppo amplificandone i poteri paranormali.

Molteplici situazioni che vengono portate avanti in maniera abbastanza puntuale all’interno dell’episodio con l’unica pecca riguardante le sequenze ambientate in Russia visto che la dilazione di tempo risulta eccessiva rispetto alle altre sequenze raccontante con più mordente e dinamicità. A pesare, evidentemente, è anche il fatto che Joyce-Hopper-Murray avevano ormai ben poco da dire e fare.
Una puntata che intrattiene, quindi, nonostante il minutaggio proibitivo e tipico di una pellicola cinematografica. Ed effettivamente la resa scenica dell’Upside Down avrebbe forse avuto maggiore riscontro se vista sul grande schermo piuttosto che sul “banale” televisore di casa. Ma c’è anche spazio per un po’ di epicità seriale visto che Master Of Puppets suonato da Eddie sul tetto della roulotte nell’Upside Down per attirare i pipistrelli rispecchia alla perfezione la definizione di “epico”. Un termine forse esagerato o facilmente abusato di questi tempi, ma che racchiude alla perfezione la sequenza sia per il gesto eroico del personaggio (che successivamente si sacrificherà per il gruppo), sia per la messa in scena. Certo, forse in fase di sceneggiatura si è voluto tirare un po’ troppo la corda con questa scena nello specifico, ma sarebbe anche sciocco negare la bellezza del tutto.
Un’altra scelta coraggiosa è stata quella di mantenere come vittima designata Max, nonostante già durante la stagione fosse stata a rischio della sua vita e questo la rendeva forse meno papabile rispetto agli altri personaggi di essere la fantomatica morte importante. E invece i fratelli Duffer cercano il colpo gobbo e mantengono la situazione in bilico fino all’ultimo, rifugiandosi addirittura dietro ad un flashforward di due giorni. Max resta in coma e il tentativo infruttuoso di Eleven di mettersi in contatto con lei non lascia sicuramente ben sperare, ma sarebbe alquanto strano averla tenuta in vita semplicemente per averla bloccata in un letto d’ospedale. Facile quindi pronosticare un suo risveglio, presto o tardi in una quinta stagione che sarà ambientata dopo un già anticipato time-skip.

DOWN


Ma quali sono questi passaggi dubbi che avrebbero minato la valutazione di questo nono episodio di Stranger Things?
Innanzitutto le sequenze d’amore, o presunte tali, sia tra Joyce ed Hopper, sia tra Nancy e Jonathan.
I primi due sembrano vivere un momento da liceali mentre si riscoprono dolci amanti. Ecco, magari se si fosse pensato di limare qui e là qualche minuto non sarebbe stata una cattiva idea.
Nancy e Jonathan vivono all’interno di un rapporto di qualità dubbia fin da “Chapter One: The Hellfire Club” e in oltre tredici ore di girato gli sceneggiatori non sono riusciti a costruire il benché minimo dialogo che potesse portarli ad una risoluzione o ad una rottura. Minuti sprecati e tempo perso per tutti quanti, tanto valeva non lanciare frecciatine al pubblico mettendo in risalto la complicata vita di coppia dei due se poi non c’era la vera intenzione di portare la storia verso una meta precisa.
L’intera porzione di storia in Russia meriterebbe un focus a parte per la sequenza di scelte sconsiderate e prese solamente per allungare l’episodio. Dopo aver abbandonato la prigione il gruppo decide di tornarci per aiutare Eleven e gli altri. Hopper, Joyce e Co. a questo punto si stupisce che all’interno della prigione sia scoppiato il caos dopo che erano già stati mostrati diversi demogorgoni in una sorta di liquido amniotico.
E tutto accade perché Yuri tarda volontariamente nella riparazione dell’elicottero salvo poi farsi convincere da un dialogo studiato per toccarlo nell’onore. Tutta questa parte non ha assolutamente senso ma serve per fare colore e occupare tempo, si pensi ad Hopper armato di spada (tra l’altro l’originale del film Conan con Arnold Schwarzenegger) che lotta contro il demogorgone sopravvissuto. Come se fosse necessario, tra l’altro.
Un altro aspetto di cui gli sceneggiatori sembrano interessarsi solo quando lo ritengono utile per loro è la questione della mente alveare, elemento con cui vengono giustificate tutte le precauzioni del caso prese da Steve, Nancy e Robin dentro la casa prima di attaccare Vecna.
Eppure questa mente alveare sembra disinteressarsi totalmente di Eddie e Dustin, perché? Possibile che Vecna sia stato aggirato in maniera tanto semplice? Oppure il villain di questa stagione ha banalmente sottovalutato il gruppo di giovani amici di Eleven? Difficile a dirsi, sta di fatto che la tematica della mente alveare viene trattata alcune volte con estrema sufficienza da parte dei Duffer Brothers, mentre in altre viene sottolineata assiduamente per giustificare determinati comportamenti ed azioni.
L’ultimo appunto riguarda l’abusato cliché del power up, tipico di manga, anime ed in generale delle pellicole che trattano di supereroi, con cui Eleven riesce a sconfiggere Vecna dopo un primo scontro totalmente a favore del villain. A pesare negativamente è poi il fatto che Eleven venga aiutata nello scontro dal “potere dell’amore”, altro cliché tipico del genere, in contrapposizione al “potere dell’odio” (o della vendetta) di Vecna. Tutto molto cartoonesco e semplicistico.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia, musica: stilisticamente non si può davvero dire nulla a questa serie. Super budget usato in maniera più che valida
  • Eddie, Master Of Puppets
  • Il sacrificio di Eddie, il bardo
  • Il coraggio di mettere in pericolo nuovamente Max, resuscitata da Eleven
  • L’Upside Down e tutte le sequenze che qui avvengono
  • Il finale e l’Upside Down che si palesa ad Hawkins
  • Sequenza degli scontri alternati tra le varie sottotrame
  • Il racconto di Vecna riguardo la creazione del suo mondo
  • Vecna vs Eleven
  • I fratelli Duffer che si fanno pubblicità da sé: Lucas in ospedale sta leggendo Il Talismano (Peter Straub-Stephen King) a Max. I diritti del libro sono stati recentemente acquistati da Netflix per l’adattamento in una serie tv. Chi collabora nel progetto? Esatto, proprio i fratelli Duffer
  • Tutta la parte della Russia
  • Mente alveare quando gli sceneggiatori vogliono
  • Cliché del genere: power up e potere dell’amore
  • Nancy e Jonathan
  • 140 minuti che potevano serenamente essere divisi in due episodi
  • Eleven che “resuscita” Max

 

Il flashforward finale permette di fare un piccolo reset delle trame, riportare tutti i personaggi ad Hawkins e dare il là a quella che sarà l’ultima stagione dell’ultimo show di punta di Netflix (per ora).
Scelta saggia quella di riportare tutti “sotto lo stesso tetto” e che potrebbe aiutare a snellire sia le trame, sia (si spera) il minutaggio.
Lo scontro definitivo tra Terra ed Upside Down è solamente rimandato.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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