The Terminal List 1×03 – ConsolidationTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sin dalle battute iniziali, la puntata tende ad ampliare ulteriormente lo scenario della vicenda narrata. Lo fa presentando una riunione presieduta dal ministro della Difesa Lorraine Hartley, in cui si parla di fornire un adeguato trattamento ai soldati dei corpi speciali degli Stati Uniti, in termini di retribuzione, pensionamento e salvaguardia della salute mentale.
Questo, più o meno, è tutto quanto l’episodio ha da offrire in termini di idealismo e sani principi. Nel resto del minutaggio di sentimenti buoni ed elevati non c’è neanche l’ombra.
La sceneggiatura, invece, si prende ancora un momento quieto e riflessivo perché la giornalista Katie Buranek possa riferire a Reece che gli è stato trovato “qualcosa nel cervello”, ma occorre una biopsia per accertarne la natura. Poi si parte con l’azione.

IT’S MY PARTY (AND I CRY IF I WANT TO)


Il protagonista sventa abilmente un agguato ai suoi danni, quindi, in tandem con l’amico Ben, si mette sulle tracce di quel Saul Agnon di cui si era parlato nell’episodio precedente.
Mr. Agnon sta organizzando una festa nella sua stupenda villa con campo da golf. Vuole “lavorarsi ai fianchi” quello che potrebbe diventare un importante partner per la sua azienda, la Capstone, nelle forniture alla Difesa.
Come si diceva sopra, nessuno dei personaggi coinvolti nelle trattative si dichiara “patriottico” o dimostra il minimo interesse per qualcosa che non sia fare (tantissimi) soldi.
Durante l’esposizione di questa dura realtà, fa piacere vedere sulla scena volti noti e magari simpatici: Saul Agnon è interpretato da Sean Gunn (Una Mamma Per Amica) e il suo socio Mike Tedesco da Paul McCrane (regista, ma soprattutto Dr. Romano di E.R.).

THE AFTER PARTY – DOPO LA FESTA


Il padrone di casa congeda poco cerimoniosamente i suoi ospiti, perché il “pesce grosso” se n’è andato. Qui comincia la fase dell’episodio più ricca di tensione, ma anche di cliché.
Solo vedere inquadrata a lungo la porta finestra della camera da letto fa presagire l’irruzione, che arriva puntuale.
Reece sottopone Agnon ad un duro interrogatorio. Ne ricava un ulteriore tassello del puzzle da risolvere. Ci sarebbe, infatti, un certo Steve Horn, molto ricco, potente e ben immanicato, dietro tutta la complicata trama dietro cui il capitano dei Navy Seals è rimasto coinvolto. Un viaggio in Messico, invece, potrebbe essere fruttuoso per scovare i sicari che gli hanno ucciso moglie e figlia.
Anche Reece non sembra guidato tanto dagli ideali, quanto dalla voglia di vendicare famiglia e amici. Si nota anche una forte nota di disprezzo verso chi, per così dire, non ha la tempra adatta per fare parte dei corpi speciali dei Marines.

RD4895


La puntata si conclude con un dialogo al tramonto fra il protagonista e l’amico Ben.
Qui si capisce perché molti commentatori abbiano definito questa serie “per Uomini Veri” e Chris Pratt “vero Eroe Americano”. In effetti, sequenze come queste sono in grado di far passare la nostalgia a chi rimpiange Marlboro Man e simili pistoleri.
Purtroppo l’epopea del West è finita molto tempo fa e si è scoperto che il fumo fa male. Non importa se il cuore urla: “Tim Riggins forever”.
Comunque, la scoperta del progetto segreto RD4895 della Capstone e di nuove figure da andare a interrogare anche con metodi rinforzati spinge a proseguire la visione con crescente interesse in una sorta di matrioska che viene affrontata al contrario.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sean Gunn
  • Si amplia lo scenario
  • Meno scene allucinatorie
  • Qualche cliché di troppo

 

Dell’episodio in oggetto si approva altamente la decisione di ridurre il tempo dedicato a ricordi (o allucinazioni, è ancora da stabilire), dedicandolo ad un ampliamento dello scacchiere su cui si muovono i personaggi. Sean Gunn interpreta bene il suo ruolo di antagonista, tratteggiando una mezza figura, un personaggio tutto sommato mediocre, con tocchi di eccentricità. Si vedrà se, con il procedere verso il centro della ragnatela della ricerca di Reece, anche “i cattivi” cresceranno in potenza e qualità.
Si spera inoltre di non veder messo da parte troppo in fretta lo spunto riguardante il logorio della vita militare e le sue scarse ricompense.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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