Westworld 4×02 – Well Enough AloneTEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione Westworld 4x02Non è iniziata esattamente sotto i migliori auspici questa quarta stagione di Westworld, il fantascientifico show targato Jonathan Nolan e HBO.
Complice una tematica ormai stantia, e fin troppo abusata, e una narrazione stratificata e di difficile comprensione (che non aiuta nell’epoca in cui la capacità d’attenzione è molto labile) che poteva andare bene fino a 5-6 anni fa ma che, oggi, appare più come un esagerato esercizio di stile che, per di più, non rilascia alcuna empatia nello spettatore. Non mancano però pregi ed elementi degni di nota in questo nuovo capitolo dell’adattamento del romanzo di Michael Crichton.

CYBORG E GUERRA DEI DATI


Le principali storyline rimaste dello show sono le seguenti 3:

  • Storyline di Christina aka la nuova reincarnazione del personaggio di Evan Rachel Wood, la quale si staglia in un tempo che al momento può essere passato oppure futuro rispetto agli avvenimenti descritti;
  • Storyline di Maeve e Caleb, nuova coppia “buddy-movie” alla ricerca del “grande complotto” che si cela dietro i creatori di Westworld;
  • Storyline di Charlotte e della creazione dell’Uomo in Nero (uno straordinario Ed Harris) e della Delos, forse l’unica che mantiene una coerenza e un filo logico con le precedenti stagioni;

Fra queste c’è quella che funziona di più e quella che funziona di meno. Ma la tematica principale rimane quella del confine, molto sottile, fra macchine e umani di bladerunneriana memoria.
Una tematica indubbiamente interessante e che porta e riflessioni filosofiche profonde, ma che oggi appare alquanto abusata e retorica. Rimane la sotto-tematica dei big data e del loro utilizzo, che è una tematica quanto mai attuale oggi fra pericoli del 5G e della rete. In questo episodio, ad esempio, viene mostrata Christina di fatto “stalkerizzata” dal suo capo tramite i dati. E il monologo finale del personaggio di Ed Harris potrebbe tranquillamente essere scambiato per la presentazione di un nuovo I-Phone, con la stessa enfasi e retorica di chi nasconde l’amara verità: qualsiasi dispositivo contemporaneo si serve dei dati delle persone, e di fatto di essi vive e si moltiplica.

MAEVE E CALEB AKA MR E MRS SMITH DEI POVERI


Westworld prende tale tematica e la dispiega in una serie di dialoghi più o meno forzati che purtroppo rappresentano la parte peggiore dello show, proprio per la loro ampollosità.
La declinazione dello show in una sorta di spy-story fantascientifica di per sé funzionerebbe anche, se non fosse che le tre stoyline appaiono come fin troppo slegate fra loro quasi si stesse assistendo a tre show diversi. Fra queste ovviamente quelle che funzionano meglio sono quella di Charlotte (Thessa Thompson) e dell’inedito duo Maeve-Caleb.
Questi ultimi straordinariamente funzionano come coppia televisiva la cui tensione sessuale cresce di episodio in episodio, ma continuamente frenata da un dark humour cinico che accompagna tutti i loro dialoghi. D’altra parte questo aspetto dei due rientra perfettamente nel mood del nuovo parco tematico a tema “Golden Age” (per gli USA: i ruggenti anni 20) e quindi con la nuova veste “noir” che riveste questa quarta stagione. D’altronde il noir altro non è che un “west contemporaneo”, per cui si presuppone che i due Mr. e Mrs. Smith dei poveri” si troveranno ancora una volta ad affrontare nemici a suon di fucili e pistole (magari accompagnati da un bicchiere di scotch o whisky).

UN PARCO… DI VILLAIN


Fedele alla parte più “action” e sci-fi della serie è invece la storyline del cyborg Charlotte e del rapporto che si viene a creare con il personaggio (perché ormai si sprecano anche per lui i nomi e le reincarnazioni) di Ed Harris.
Entrambi possono tranquillamente essere considerati “villain” dello show in quanto co-creatori di Westworld per come lo si conosce. Questa storyline è quella che serve per coprire tutti i vari buchi di trama (non solo di questa stagione), ma allo stesso tempo ne rappresenta il vero fulcro d’interesse. Nonché unica storyline in cui l’azione vera e proprio impera, anche grazie ad alcune scene splatter e gore (soprattutto dovute al character interpretato da Angela Sarafyan che qui mette in luce tutte le sue doti da sadica assassina) condite da una buona regia e una soundtrack che da sola riesce a creare uno stato di suspense perenne dalla prima all’ultima scena.
Anche qui però bisogna aspettare sempre la fine dell’episodio per avere un quadro generale di quanto visto. E anche in questo caso, la sensazione è che manchi sempre qualcosa per rendere il tutto più interessante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Maeve – Caleb e i ruggenti anni 20….
  • Ed Harris rimane un villain da manuale
  • Tessa Thompson
  • Scenografie, musiche e regia
  • …anche se ormai è l’ennesimo parco tematico sempre uguale!
  • Storyline di Christina
  • Tematiche un po’ stantie ed eccessiva complessità della narrazione
  • Ma tutti gli altri abitanti della Terra sono estinti?

 

Il parco tematico si arricchisce di una nuova “attrazione”: i ruggenti anni 20 in cui Maeve e Caleb giocano facile la carta del “buddy movie” con elementi rom-com. Ma è tutto il resto che non funziona e nell’aria non riecheggia che una domanda: a che cosa serve esattamente Christina?

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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