Alzi la mano chi, sentendo di un seguito di Suburra, con protagonista Spadino, non abbia pensato alla classica paraculata utile a spremere un prodotto di successo. Magari sfruttando l’efficace verve attoriale di Giacomo Ferrara, scavando e approfondendo il lato più fan-service che, non poco, ha caratterizzato la serie madre.
Accettando che tale opera non è mai stata un racconto crudo e autentico alla Gomorra, bensì un prodotto dai tratti più fumettistici e “romantici” alla Romanzo Criminale, pure Suburræterna trova una ragione nel mondo. Anzi, appare quasi come opera necessaria per ampliare un universo narrativo che in Suburra si era perso un po’ nella bromance dei due protagonisti.
SPADINO COMPARSA
Da apprezzare immediatamente il fatto che l’esigenza primaria è quella di catapultare lo spettatore al centro della storia. Ci si prende un episodio intero per presentare nuovi personaggi, per descrivere il contesto post-Suburra.
Spadino è lontano, in Germania e di lui non si sa niente. Se si tolgono apertura e chiusura di episodio, viene mostrato soltanto in un flashback/spiegone sulla rivalità tra la famiglia Anacleti e la famiglia Luciani. In sostanza, quello che viene mostrato è un mondo senza Spadino, dove addirittura Angelica si è risposata e dove una realtà, da cui lui in fin dei conti si è sempre sentito estraneo, ha trovato il modo di riorganizzarsi e andare avanti.
Una scelta narrativa del genere dà buone speranze sul fatto che, forse, ci sono dietro delle idee specifiche per cui Spadino sarà solo un tramite e che non si voglia creare un racconto monografico appoggiandosi sul successo e sulla buona riuscita di un personaggio in un lavoro precedente che, comunque, aveva trovato una sua conclusione.
“FAMO STO STADIO”
Molto minutaggio è stato dedicato all’aspetto meno crime e più politico dello show. Cinaglia anche sembra meno al centro delle scene, sebbene sia palese il potere che si è ormai conquistato. Sale in cattedra invece la figura di Ercole, nuova carismatica suburriana figura che sta tra la macchietta e il personaggio fichissimo che potrebbe diventare iconico nel nuovo show.
La citazione riportata come titolo del paragrafo non è una battuta presente in “Gabbie”, bensì una frase iconica pronunciata da Luciano Spalletti nella sua seconda avventura sulla panchina della Roma. L’idea di costruire un nuovo stadio nella capitale è al centro delle cronache da ormai un decennio abbondante. Anche in questo caso viene messo in scena, pur nella finzione, uno scenario molto vicino alla realtà che rafforza il messaggio da sempre abbastanza esplicito in Suburra: Roma è una città maledetta ed estremamente complessa. Cardinali, amministrazione pubblica, famiglie criminali di diversa origine: tutto è collegato in una fitta rete che tiene in piedi la città.
PIAZZA PULITA
A dimostrazione che Spadino sarà uno dei pochi collegamenti con la serie madre, “Gabbie” compie un atto apparentemente molto coraggioso. I pescatori di Ostia/famiglia Luciani si pongono come potenza centrale dell’episodio, verosimilmente della stagione. In un solo episodio vengono fatte fuori figure iconiche di Suburra come il boss mafioso, ma soprattutto Adelaide, madre di Spadino, con il tradimento (non esattamente una sorpresa) da parte di Angelica.
Ovvio che a partire da questa faida verrà ulteriormente disegnato il gioco di potere presente in Suburræterna, con Spadino richiamato e costretto a tornare, destinato a diventare figura di riferimento della famiglia Anacleti, con un discreto vuoto di potere anche nelle alte sfere (Cinaglia quanto è stato ferito dalla sparatoria?).
Suburræterna appare quasi come passaggio da una fase A (definita in Suburra) e una fase B, in cui il protagonista si troverà boss suo malgrado e al centro di una guerra. Scelta narrativa che ha illustri precedenti.
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Occorre essere prudenti. Netflix ha spesso abituato a creare prodotti a furor di popolo, mettendo in secondo piano la scelta puramente narrativa. L’episodio lascia ben sperare, si lascia guardare e desta curiosità, ma è pur sempre un episodio introduttivo e per cantare vittoria occorre attendere ancora un po’. Intanto cauto ottimismo e voto positivo stiracchiato.
