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Succession 4×04 – Honeymoon StatesTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione 4x04 SuccessionDeve essere difficile, per lo spettatore così come per gli sceneggiatori, approcciare questo episodio dopo quello sconvolgente precedente. Jesse Armstrong & Lucy Prebble ne piazzano sicuramente uno meno d’impatto ma con uso sapiente del concetto di prevedibilità.

LA VEGLIA IN CASA ROY


“When I think of L.R., I think of a great lion of freedom.”
“Can you believe this shit? He’s trying to make Pop into a neoconservative.”
“He wasn’t a neocon, he was a paleo libertarian. He was practically an anarcho-capitalist.”
“Yeah, sure. I mean, if you like Benny Hill and Sinatra, does that make you one of those things?”
“They’re trying to body snatch him.”

In una casa valutata circa 63 milioni di dollari (in una paradossale trattativa tra la rediviva Marcia e il sempre più sorprendente Connor, pronto per la sua luna di miele elettorale in alcuni stati degli USA, come da titolo) si assiste a quelli che dovrebbero essere gli omaggi che amici e parenti fanno alla famiglia Roy, il giorno dopo la morte del patriarca. È interessante come nell’arco di poche ore molti dei partecipanti cerchino di descrivere il defunto Logan senza mai riuscirne a metterlo a fuoco completamente.
Partendo dai giornali, simpatico e catartico il modo come i figli riescano ad interpretare il significato nascosto (?) dei necrologi della stampa, falsi e opportunisti, lasciando a loro la possibilità di dire la verità (o, almeno, quella peggiore) sul padre. Anche nel momento dell’elogio funebre di un presunto amico del padre c’è l’opportunità di vedere come i fratelli Roy si avvicinino ad una definizione “congruente” del padre anche se per cadere poi quando scoprono che il padre giocava a sudoku o manteneva “contatti intimi” ogni sera con Marcia nonostante si fossero lasciati. Logan Roy, anche da morto, sfugge a qualsiasi definizione che non sia quella di un sostanziale “fuckin’ bastard.

LE ULTIME VOLONTÀ… DI 4 ANNI PRIMA


“I’m angry. My dad died. And my mom is a fucking disaster. And my husband is… And Kerry, and Marcia, and…
It… it… it feels like I’m the only one who lost something that they actually fucking wanted here and it’s not coming back, so…”

Il bastard…ehmmm… riesce a rimettere tutto in discussione lasciando un foglio, di nessun valore legale, dove non è chiaro se lascia la direzione dell’azienda a Kendall. Il suo nome, scritto presumibilmente 4 anni prima, presenta un segno che può essere interpretato sia come sottolineatura ma anche come cancellazione. In pratica, Logan compie la sua solita azione manipolatoria, dicendo e non dicendo allo stesso tempo ciò che realmente pensa.
Questo foglio aggiunge un altro tassello nel già compromesso stato emotivo della prole. Infatti, ad inizio episodio, i tre figli “eletti” (Connor continua nel suo ruolo da outsider, con forse qualche componente di normalità in più rispetto agli altri) vivono il risveglio del giorno dopo travolti dalle emozioni, incapaci di dormire o recepire coscientemente anche notizie importanti (Shiv e la sua maternità?). Sapere che il padre ha realmente pensato alla sua successione genera, come prevedibile, il panico tra di loro.
In molti, dopo l’episodio precedente e a ragione, hanno pensato che la guerra fratricida alla successione stava per iniziare. Quello che avviene qui non delude questa aspettativa ma prima è necessario far emergere quel senso di (in)adeguatezza che quel ruolo richiede o ha sempre richiesto. Se Kendall realizza (fino ad un certo punto) quanto tossico posso essere per lui ricoprire quella responsabilità, dall’altro lato si vede una Shiv tremendamente fuori posto e sostanzialmente messa da parte anche per sua volontà. La mancanza del padre abbatte molte delle proprie convinzioni e la presunta maternità rimette tutto in gioco, soprattutto nelle strette tempistiche della transizione verso la vendita e il comando dell’azienda. In pratica, ritorna una bambina, seduta sulle scale, in attesa del suo papà che non tornerà più. Così banalmente tragico per chi si è sempre finta sicura di sè.

TUTTI GLI ALTRI STANNO AD ELEMOSINARE


“-Can… can…Can I frame the question for you? But as a friend.”.
“Sure.”
“Just so… so you’d be…”
“Sure.”
“…be prepared. The negative case would go… you’re a clumsy interloper and no one trusts you. The only guy pulling for you is dead. And now, you’re just married to the ex-boss’ daughter. And she doesn’t even like you. And you are fair and squarely fucked.”

Nell’episodio non ci sono stati insight su quello che Roman sta provando (sicuramente in fase di negazione, come dicono i fratelli) ma con piglio molto pragmatico e, alla sua maniera, umano, salendo alla ribalta come co-CEO dell’azienda tenendoci a difendere la memoria del padre, nonostante ne sia stato quello realmente abusato fisicamente.
I goffi e patetici tentativi di Tom e Greg di ritagliarsi un posto nella successione donano sicuramente momenti esilaranti e quanto il senso della realtà sfugga a molti dei personaggi, usati da Logan, nel momento opportuno, rendendoli forse quelli più ingenui come la defenestrata Kerry, in una delle scene più “strazianti” dell’episodio, a differenza di una Marcia in grande spolvero per opportunismo.
Un ultimo punto che vale la pena evidenziare: la scelta finale di Kendall apre uno scenario interessante non solo per la trama della stagione ma soprattutto per il modo in cui viene elaborata, rendendo evidente quanto Kendall sia degno (forse?) di essere stato nominato dal padre. Quel sorriso frutto di una manipolazione degna del miglior Logan rende il tutto più inquietante, aggiungendosi alle varie disfunzioni personali e familiari che non lasciano presagire altro che una fine devastante per tutti loro.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Episodio del “giorno dopo” che poteva essere una pausa ma non lo è per nulla.
  • Bravi tutti gli attori/attrici.
  • Non lo si fa abbastanza ma certe battute sono staffilate che rendono il concetto di meme ormai superato
  • Non c’è nulla che non va se non il fatto di essere l’episodio successivo al suo precedente

 

Succession è quella serie che non tira mai i remi in barca anche se sembra che non sia successo niente. Poche serie riescono a non compiacersi dei risultati raggiunti ma anzi rilanciano la posta, portando i propri protagonisti verso l’abisso.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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