The Blacklist 10×09 – The Troll Farmer (No. 38): Pt. 3TEMPO DI LETTURA 4 min

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Come si diceva nella precedente recensione, l’episodio prometteva un minutaggio importante per Bo Chang e tanta adrenalina.
Le promesse, fa piacere dirlo, sono state mantenute e anche di più. Nei 40 – 45 minuti canonici, si dipanano doppi, tripli giochi, colpi di scena e cambi di fronte a raffica.
Avviene il previsto scontro finale con Wujing. Per preparare tutto al meglio, però, Red ha addirittura preparato un perfetto duplicato dell’Ufficio Postale, sede segreta della sua Task Force.
A questo proposito, vengono riproposte e acquistano chiarezza alcune scene viste in puntate precedenti: il progetto, infatti, ha richiesto al Concierge del Crimine diverse settimane. Nei nuovi ambienti tutto è curato nel dettaglio e pienamente operativo. L’operazione lascia a bocca aperta anche la senatrice Panabaker, che fa una graditissima apparizione.

UNA SVOLTA A SORPRESA


La puntata, in realtà, comincia in modo abbastanza canonico: The Troll Farmer viene catturato e portato all’Ufficio Postale, per essere interrogato da Ressler e da Dembé. Il malvivente rimane rigido e non intende parlare.
Qualche sospetto, nella mente dello spettatore, inizia a sorgere quando Bo Chang, approfittando di un momento in cui gli agenti F.B.I. sono usciti dalla stanza, prende una graffetta dal plico di documenti lasciato da loro sulla scrivania. La usa come chiave per aprirsi le manette, scassina pure il meccanismo elettronico di chiusura della porta ed evade.
Ora, tanta gente sa che non bisogna lasciare documenti con le graffette a portata di mano di soggetti pericolosi. Questo almeno dai tempi del film Il Silenzio degli Innocenti, grande fonte di ispirazione per The Blacklist. Sembra poco verosimile anche la velocità con cui il fuggitivo azzecca la combinazione.
Come si viene a sapere in breve tempo, infatti, l’evasione dell’hacker cinese è stata prevista e aiutata dalla stessa Task Force, in accordo con Red, per attirare Wujing in trappola.

ATTACCO ALL’UFFICIO POSTALE


Il plotone dei cinesi, quindi, attacca l’Ufficio Postale.
In questa parte dell’episodio abbondano profumi ed emozioni risalenti ai primissimi tempi dello show, per esempio alle due puntate dedicate ad Anslo Garrick. Gioia nel cuore per chiunque rimpianga quei giorni, con personaggi e situazioni epicamente sopra le righe.
L’eliminazione di Wujing, però, avviene in modo rapido e improvviso.
Serve minutaggio da dedicare alle contrattazioni con cui Red spiega ai mercenari del nemico che, in realtà, Bo Chang era d’accordo con lui e propone di assumerli.
Meglio ancora, il Concierge del Crimine apre uno spiraglio sul suo piano trentennale: costruire, sostanzialmente, l’Impero Criminale Definitivo.
Di questa “marea che fa navigare tutte le barche”, probabilmente, dovrebbe diventare erede e beneficiaria Agnes.
Si vedrà, perché la ragazza è minorenne e soprattutto attualmente affidata ad Harold Cooper, a cui Red, forse, ne ha fatta una di troppo.

PUNTO DI ROTTURA (O DI NON RITORNO?)


Per poter fare le sue contrattazioni, infatti, il Concierge del Crimine ha ingannato la sua stessa Task Force.
Ma questo sarebbe ancora il meno. Approfittando del virus informatico, si è intrufolato negli archivi del Bureau e ha cancellato ogni riferimento alle sue attività e ai casi seguiti negli ultimi dieci anni. Il capo Cooper è peggio che furibondo, anche se c’è un qualcosa di poetico in tutto questo.
Questo ulteriore sviluppo sarebbe stato degno di una conclusione definitiva dello show. Di certo, la prepara.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Doppi e tripli giochi
  • L’attacco all’Ufficio Postale, degno dei momenti migliori dello show
  • Si intuisce il piano di Red
  • Eliminazione di Wujing rapida e poco cerimoniosa
  • Red cancella tutti i files che lo riguardano

 

Giunta verso la metà della sua ultima stagione, The Blacklist chiude un problema (Wujing), ma ne apre un altro, forse ancor più grosso.
Ci si chiede come faranno a procedere, se continueranno, i rapporti tra il protagonista e i suoi amici della Task Force.
I prossimi episodi sono intitolati “The Postman” (il Postino) e “The Man In The Hat” (L’uomo col cappello). A parte prendersi il tempo necessario per decidere quali saranno le relazioni fra i personaggi principali, soprattutto il secondo ha l’aria di essere un episodio senza numero, sul viale dei ricordi, adatto a chiarire qualche elemento della mitologia della serie. Se poi venisse rivelata la vera identità di Red, o quella del numero 2 sulla lista nera, tanto di guadagnato.
Per il momento, complimenti agli sceneggiatori per aver saputo riproporre i punti di forza della serie in modo elegante e avvincente.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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