Giunti ormai a metà stagione, la trattativa per l’acquisto della Waystar entra inevitabilmente nel vivo, dopo la battuta d’arresto a causa della morte del patriarca nella terza puntata. Ma che niente sarebbe andato secondo i piani lo si poteva già intuire dal sorriso di Kendall sul finale dell’episodio precedente e dalla rabbia di Shiv per essere stata esclusa dai posti che contano. Ancora una volta tra l’altro.
LA TRATTATIVA
Il ritiro aziendale della GoJo, azienda di proprietà del miliardario svedese Matsson, si tiene tra i monti e i boschi norvegesi ed è la sede designata alla trattativa del secolo.
Nonostante siano Kendall e Roman a rapportarsi ufficialmente con lo svedese, Shiv in questo quinto appuntamento mette a segno un colpo e riesce, instaurando un rapporto personale con Matsson, a orientare alcune scelte dello stravagante miliardario, in particolar modo sulla Kill List, piena di nomi eccellenti che probabilmente dovranno cercarsi un altro lavoro.
La tensione messa in scena durante i negoziati è altissima e i continui cambi di fronte e di opinione dei diretti interessati tengono incollato lo spettatore allo schermo, senza capire mai fino in fondo quale sia il vero obiettivo e quali siano i veri pensieri dei protagonisti coinvolti. Per non parlare poi dei personaggi secondari, sempre pronti sullo sfondo a tramare per proteggere i propri interessi personali.
La scrittura della puntata è semplicemente perfetta così come ogni linea di dialogo e le interpretazioni di tutto il cast non fanno eccezione, confermando la grande bravura di tutti gli attori e le attrici in scena, ormai perfettamente calati nei rispettivi ruoli.
Ma a spiccare ancora una volta è Kieran Culkin nei panni di Roman, autore di una performance attoriale egregia, in grado di trasmettere agli spettatori le diverse sfaccettature del suo personaggio intrappolato in mille pensieri ed emozioni, ancora profondamente in lutto per la morte del padre ma costretto ad andare oltre per le logiche aziendali. Una candidatura ai prossimi Emmy è praticamente inevitabile.
SCONTRO TRA CULTURE
Quando Logan Roy tentò di acquisire la Pierce, Jesse Armstrong mise in scena un interessante confronto tra le dinastie Roy e Pierce, situazione che si è poi riproposta all’ inizio di questa stagione con la competizione tra Logan e i figli sempre per l’acquisto dell’azienda rivale.
Tuttavia nonostante la natura conservatrice dei Roy e quella riformista dei Pierce, tra le due famiglie vi erano numerosi punti di contatto visto che essenzialmente entrambe erano due dinastie ricche e potenti, in grado di controllare l’informazione tramite le loro aziende a gestione famigliare.
In “Kill List” invece si assiste a un vero e proprio scontro culturale e generazionale tra i giovani della GoJo e i “vecchi” della Waystar, anche se in questo caso l’anagrafica non c’entra molto, così come la diversa provenienza geografica, europei gli uni, americani gli altri.
Da una parte ci sono i giovani, super tecnologici e altamente competenti della GoJo che controllano un’azienda giovane e dinamica che cerca di conquistare il suo posto nel mondo, dall’altra una dinastia famigliare dalle competenze non proprio ineccepibili, che ha ereditato un’enorme azienda decadente ma ancora molto potente, gestita da un clan di vecchi consiglieri fidati del patriarca ormai defunto.
Due fazioni completamente diverse che si sfidano ininterrottamente durante tutta la puntata tra frecciatine, sarcasmo che sfocia nell’offesa e sguardi torvi, una battaglia lunga un’ora che non annoia mai lo spettatore che, al contrario, si gode la faida con grande gioia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nemmeno a dirlo ma la serie di casa HBO sforna l’ennesimo episodio perfetto di questa quarta e ultima stagione. La tensione messa in scena, i dialoghi, le performance di tutto il cast, i continui colpi di scena nella trattativa, è tutto scritto e messo in scena al massimo delle potenzialità. La valutazione non può che essere il massimo dei voti per un prodotto televisivo di cui si parlerà ancora a lungo nonostante stia per finire. Le aspettative per la seconda metà della stagione sono veramente altissime e si spera che lo show ideato da Jesse Armstrong riesca a mantenerle.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.