The Blacklist 9×16 – Helen Maghi (No. 172)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Come insegna anche il tenente Colombo, per una buona indagine sulla scena del crimine occorre notare tre cose: cosa c’è e non ci dovrebbe essere, cosa non c’è e ci dovrebbe essere, cosa è stato spostato.
Seguendo questo principio, Weecha e Red perlustrano l’appartamento di Reggie Cole. Quello che trovano, però, alla fine della puntata avrà prodotto forse più domande che risposte.

Weecha:Whoever killed Elizabeth is going through a lot of trouble to keep you from finding them. Seem like it would just be easier to take you out.
Red:Perhaps they need me, or they’re saving me for something special.
Weecha:Could be they love you.
Red:Or it could be all three.

MOUNT BASTION


Il caso del giorno dà l’opportunità agli sceneggiatori di confezionare una sotto trama dinamica e scanzonata. Doversi infiltrare in un luogo super protetto e segretissimo, secondo un piano che deve funzionare ad orologeria, è un cliché letterario sempre gradito, quando funziona bene e in questo caso funziona.
L’identità del mandante di Reggie Cole rimane segreta: c’è chi punta su Katarina Rostova, c’è chi rimane convinto che Red sia Katarina. Di sicuro è qualcuno a conoscenza di informazioni riservatissime, con accessi in alto loco, per cui  è lecito aspettarsi, nel finale di stagione ormai imminente, un blacklister molto alto in classifica.
Ultimamente, infatti, c’è stato lo Skinner (no. 45), poi The Avenging Angel (No. 49), ma per il resto ci si è attestati su numeri dal 145 in poi.
Altra cosa ormai quasi accertata: c’è una talpa all’interno della Task Force, o nel giro dei più stretti collaboratori del Concierge del Crimine. Non si capirebbe, altrimenti, come il nemico, chiunque esso sia, possa essere così ben informato.

ARAM E IL RELATIVISMO MORALE


Questa fase finale della stagione sembra organizzata come un lungo film, con episodi strettamente connessi l’uno all’altro. In parallelo al caso di Helen Maghi, quindi, procede anche l’inchiesta su Harold Cooper.
Qui sono concentrati quasi tutti i momenti di emozione e riflessione della puntata.
Da un lato c’è Aram, nominato vice direttore ad interim: svolge il suo ruolo con trepidazione e purezza d’animo. Sembra proprio un bimbo, orgoglioso di aver preso un bel voto a scuola, quando racconta al capo Cooper di aver tenuto testa a Red. Dispiace quasi pensare che si dovrà indurire e “sporcare” per continuare il suo lavoro, ma questo è assolutamente in linea con lo stile e le premesse dello show, quando non della vita reale.
Una particolare emozione viene dalle scene con Agnes: la bimba rischia di perdere un’altra famiglia. Il rischio, almeno per il momento, è evitato, ma il problema potrebbe essere solo rimandato di un mese.
A proposito dello scorrere del tempo, da indizi disseminati qua e là tipo i bolli sulle auto, sembra che gli episodi siano ambientati nel 2023.

COME GESTIRE UN IMPERO CRIMINALE (IN POCHE PRATICISSIME LEZIONI)


Di sicuro molti, non solo l’agente Park, vorrebbero farsi una bella master class per imparare a gestire un impero criminale miliardario. Non ci si aspetta certo di vedere spiegati nello show tutti gli intrallazzi e i segreti del mestiere di Red, ma una cosa sembra chiara: nulla funziona senza scambio, senza un efficace gioco di do ut des.
Bisogna stare attenti, però: mentre si entra nella vita degli altri per investigare, si resta fatalmente aperti ad un’irruzione degli altri nella propria.
Particolarmente illuminanti in questo senso sono i dialoghi del Concierge del Crimine con Helen Maghi e Cynthia Panabaker. La prima viene graziata, perché ha agito in difesa del figlio, la seconda viene ricattata per quello che ha fatto in difesa della nipotina.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Cooper con Agnes
  • Aram
  • Votazione per alzata di mano
  • Non si riesce a rispondere a una domanda, che già ne spuntano altre due

 

Se, in passato, la sceneggiatura aveva spesso riservato dei rimandi a Guerra E Pace, ora il classico di riferimento sembra proprio essere diventato Il Conte Di Montecristo. L’origine misteriosa del protagonista, la sete di vendetta, la diffidenza e quasi l’ostilità nei confronti della società sono le stesse, così come la crescente stanchezza, sia di Edmond Dantès sia di Red, con l’allungarsi della scia delle vittime.
Il finale del capolavoro di Dumas, tutto sommato, è speranzoso. Si vedrà cosa deciderà John Eisendrath per lo show di cui è rimasto solo al timone. In un prossimo episodio è prevista la comparsa di un certo Faria. Non è un vecchio abate, ma potrebbe esserci occasione di tornare sull’argomento.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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