Le due fotografie (two photographs) di cui si parla nel titolo sono quella di Diana, intenta a sbaciucchiarsi con Dodi sullo yacht e quella dell’immagine di Carlo con i figli durante la vacanza in Scozia.
Quest’ultima è la risposta alla prima. Seguendo anche i consigli dei curatori d’immagine della famiglia reale, vuole suggerire “compostezza e tradizionale dignità” in contrapposizione ai “numeri da circo” di Lady Diana in giro per il mondo.
Addirittura, la situazione viene presentata e preparata introducendo due ben diverse figure di fotografi. Uno è Mario Brenna, realmente esistente, re fra i paparazzi, spregiudicato e spericolato. L’altro è Duncan Muir, personaggio immaginario, pacato fotografo scozzese ben contento di limitarsi a foto di famiglia ed eventi come cresime e matrimoni.
A BORDOCAMPO
In tutto questo, si rivede maggiormente la regina, mentre Mohamed Al – Fayed non fa certo una bella figura.
The Crown è uno show sempre attento all’equilibrio, a dare voce alle ragioni di ogni personaggio, senza tacerne i punti deboli. Essere messi in cattiva luce, quindi, non è certo una medaglia al valore.
La sovrana appare sinceramente sconcertata da comportamenti che non capisce, assolutamente estranei al codice di valori con cui è stata cresciuta e che ha sempre praticato con stoica fermezza. Una sua preoccupazione primaria sono i nipoti William e Harry, con il loro benessere anche emotivo.
Il magnate egiziano, invece, appare soltanto preoccupato di guadagnarsi onore e gloria. Per questo, manipola senza scrupoli anche il figlio Dodi, povero torsolo desideroso di compiacerlo. L’ansia di scalata sociale si era già ben capita, ma ora Mou Mou sorpassa, come figura negativa, anche Tony Armstrong – Jones, primo marito della principessa Margaret. Come risultato, l’incontro di immaturità e fragilità fra Dodi e Diana fa persino tenerezza.
TRA I DUE LITIGANTI, NON SEMPRE IL TERZO GODE
Insomma, Carlo vuole il riconoscimento del suo legame con Camilla, Mohamed Al – Fayed la piena cittadinanza britannica, Dodi vuole compiacere il padre. Diana non lo sa nemmeno lei cosa vuole, lo sta capendo piano piano, anche con l’aiuto degli psicologi. Spiace sinceramente vedere come a fare le spese di tanti vaghi desideri sia una causa importante e meritevole come quella della lotta contro le mine antiuomo. La scena della conferenza stampa risulta infatti tristissima.
La chiave in cui viene narrato questo snodo della vicenda, comunque, è quella che ha sempre ispirato tutta la serie, sin dalla prima puntata: chiedersi quanto possa costare, a livello personale, lo svolgere un ruolo da personaggio pubblico. Una lode particolare all’arguto parallelo tracciato fra il saltare su una mina e lo sposarsi con l’erede al trono d’Inghilterra.
C’è soprattutto un problema di adeguamento e aggiornamento di questi costi all’era delle nuove tecnologie per la comunicazione. Dal punto di vista di chi vive assediato costantemente dai paparazzi, la voracità delle masse è smisurata, un vero cannibalismo.
A questo proposito, Mario Brenna ha recentemente dichiarato ai giornali di non riconoscersi assolutamente nella rappresentazione fornita dallo show.
IL SENNO DEL POI
Meritano una citazione particolare alcune sequenze ad alto livello di coinvolgimento emotivo. Sono quelle dei saluti fra Diana e i suoi figli, prima della vacanza in Scozia. I ragazzi non sanno, ovviamente, che è l’ultima volta che vedranno la madre viva. Gli spettatori però sì, quindi non c’è bisogno di alzare la voce o di calcare la mano sul melodramma, cosa fra l’altro sommamente disdicevole secondo la mentalità della corona britannica.
C’è anche la scena di Diana che prepara un regalo per l’imminente compleanno di Harry. Il principe parla dell’episodio nel suo libro Spare – Il minore.
Ritornando al discorso di cui sopra, anche per i due giovanissimi William e Harry comincia a farsi sentire il peso di un ruolo pubblico. Purtroppo, non hanno ancora provato nulla rispetto a quello che li attende, ovvero l’incubo della camminata dietro al feretro della madre.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La serie si è posta pochi, chiari principi e li sta seguendo bene, sviluppando l’argomento con coerenza ed eleganza. La grande protagonista Diana viene dipinta, sempre più, non come una scaltra manipolatrice ma come una fragile vittima delle manipolazioni altrui. Ad aiutare la simpatia del pubblico nei suoi confronti, casomai ce ne fosse bisogno, c’è anche la colonna sonora di grandi successi anni ’80 e ’90 con cui si accompagnano le scene a lei dedicate. La scorrevolezza della narrazione spingerebbe al binge watching se l’intensità emotiva degli argomenti trattati non spingesse, ogni tanto, ad una piccola pausa per rifiatare, preparandosi a nuovi momenti coinvolgenti.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).