The Crown 6×06 – RuritaniaTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Crown 6x06 recensioneL’arrivo di Tony Blair riporta in scena la regina che per troppi episodi era rimasta eclissata da altri personaggi. Il tutto a ribadire come il suo peso nella storia della Gran Bretagna rimanga importante anche non facendo nulla.

SO…


Mai come in questo caso, l’utilizzo di due semplici lettere in una parola riescono a riassumere quanto narrato nell’episodio: lo scontro di popolarità tra due figure antitetiche come la Regina e il laburista Tony Blair.
Se con Diana (e suo figlio) Elisabetta sa di perdere su praticamente tutti i fronti (lo si è visto nell’episodio precedente anche in relazione a Carlo), qui ritrova la sua dimensione di importanza nonostante sia ancora preda di tanti dubbi sul suo operato.
Tra i tanti effetti che ha avuto la morte di Diana sicuramente c’è il ripensamento sul senso dei tanti riti che accompagnano la casata britannica. Riti che, si ricorda ai lettori, non sono poi così antichi visto che risalgono a metà dell’ottocento, seguendo una spietata (per l’epoca) politica di consensi.
Anche alla luce di questo, l’invidia (e la gelosia) che Elisabetta prova verso Tony Blair risulta paradossale, se solo guardasse alla storia della sua famiglia. Il senso di rivincita che prova alla fine è impagabile, ricentrandosi sulle cose che per lei risultano importanti, valorizzando anche il suo essere donna oltre che regnante.

IL SENSO DEL TITOLO


A far da sfondo stavolta c’è la ex Jugoslavia e le sue guerre di indipendenza (in questo caso il Kosovo dalla Serbia). Grande protagonista dell’epoca fu proprio Tony Blair, giovane rampante del partito laburista a capo del governo, forte di un consenso molto più grande rispetto ai precedenti premier (ad eccezione forse di Churcill o Thatcher). Del suo fascino e delle sue capacità comunicative rimasero impressionati in tanti all’epoca. Non solo Elisabetta ma anche Clinton prima e Bush poi cadono nella sua rete tanto da coinvolgere anche gli Stati Uniti nella guerra contro Slobodan Milošević e la sua Serbia (insieme alla NATO).
Nel titolo dell’episodio si richiama propria alla percezione occidentale (in alcune opere di finzione) che si ha dei paesi balcanici, visti come luoghi di intrighi di corte, avventure e lotte millenarie, quasi un’operetta che serve da sfondo (e da usare) per fare o ottenere altro.
La Regina sente quindi l’esigenza di smarcarsi da questa percezione e modernizzarsi, sfruttando i consigli del suo rivale. Peccato che durante il percorso scopre che la natura della sua “gente” è diversa da quella che Blair cattura. Questa epifania renderà Elisabetta più forte rispetto a prima, sostanzialmente non facendo nulla se non ribadirlo con nuova convinzione.

BASTA NON ESSERE TROPPO “REALI”


Interessanti gli scambi ripetuti tra la Regina e Blair su quali siano le conseguenze dell’affidarsi troppo al consenso e all’arroganza che ne derivi, soprattutto se si allontanano dalla propria natura. Uscire dalla propria zona di confort significa, in questo caso, ridiscutere il proprio ruolo all’interno della società.
Simpatico risulta l’inizio dell’episodio dove, in un suo incubo, Elisabetta gira per Londra come semplice cittadina, avendo perso il trono in favore proprio di Tony Blair. Come se la Gran Bretagna non possa esimersi dall’essere governata da una qualche autorità regale.
L’altra cosa che emerge nell’episodio è quanto il progresso (e chi se ne fa portatore) susciti fastidio ma anche invidia da chi ne è naturalmente avverso, simile al meccanismo che nasce tra vecchie e giovani generazioni, portando a dimenticare il peso e il valore del proprio punto di vista sul mondo che non è di per sé sbagliato o inadeguato, ma semplicemente parziale rispetto ad una crescente complessità del mondo contemporaneo. Questa sembra essere la lezione che entrambi imparano in questo “scontro generazional-istituzionale”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Torna la Regina
  • Tony Blair, più fastidioso della reale
  • Forse il dibattito famigliare sul modernizzarsi poteva essere meglio approfondito

 

La Regina torna alla grande dopo un bel po’ di episodi e non si può che esserne contenti. Nel bene e nel male, Elisabetta II rappresenta un qualcosa che mantiene un peso all’interno della società. The Crown presenta così un sesto episodio bello e anche molto ironico.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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