“No Man’s Land” rimarrà probabilmente l’episodio più memorabile di questa quinta stagione.
Il faccia a faccia tra June e Serena si svolge in modo inaspettato ed emozionante, mentre diversi flashback svelano al pubblico alcuni primi incontri tra le due protagoniste, servendo da reminder per il trattamento riservato alle ancelle da parte di Gilead.
VENDETTA VS. MISERICORDIA
È incredibile il salto di qualità fatto dalle serie tv nel corso degli ultimi tempi. Diversi anni fa sarebbe stato impensabile imbattersi in un episodio a due voci sussurrate e incentrato più sulla catarsi emotiva che sulla vera e propria azione.
The Handmaid’s Tale non ha mai taciuto questo suo bisogno di scavare profondamente all’interno della psiche dei personaggi e, se a volte non era strettamente necessario, questa volta richiedeva tempo per far comprendere al pubblico la metamorfosi emotiva che da vendetta si trasforma in misericordia.
L’intenso focus emotivo di “No Man’s Land” potrebbe apparire esagerato ad un estraneo, mentre è stato fondamentale per gli spettatori che da anni sono testimoni del complicato rapporto tra June e Serena: dopo anni di lotta e odio, June ha rivendicato la sua indipendenza e la compassione persa da tempo senza nemmeno il bisogno di avere una pistola in mano per farlo.
La regista dell’episodio Natalia Leite ha aperto la puntata come un thriller ben congeniato per poi fare inversione di marcia e preparare la resa dei conti in modo intimo e profondo. La vera lotta non è avvenuta a colpi di pistola, ma tramite le parole scambiate all’interno del fienile.
June: “Do you understand me?”
La frase pronunciata da June, chiaro riferimento alle stesse identiche parole scagliatele contro da Serena in una delle scene più memorabili dello show, assume ora una connotazione diametralmente opposta, fatta di compassione e di una misericordia ritrovata.
Elisabeth Moss mostra ancora una nuova sfaccettatura della sua mimica facciale (impensabile potesse mostrare qualcosa di ulteriormente differente) mentre cammina nel corridoio dell’ospedale. C’è soddisfazione e per la prima volta una pace interiore che traspare dallo sguardo sognante, ancora più di quando June aveva ucciso Fred. Quest’espressione è emblema del character development operato sulla protagonista non solo nel corso di questa stagione ma dell’intera serie.
IL FLASHBACK
Se i flashback possono sembrare a volte forzati o fini a sé stessi, in “No Man’s Land” il flashback relativo al parto e conseguente morte di Ofclarence diventa emblematico per spiegare la scelta di June di non trattare Serena come se fosse una madre usa e getta. Questa sua decisione potrebbe di fatto essere un plot twist inaspettato, ma lasciare morire una madre è in fondo il modus operandi di Gilead, non di June.
Questo è il fulcro della catarsi della protagonista, paragonato visivamente ed emotivamente con la strumentalizzazione delle ancelle a Gilead, enfatizzata dal corpo di Ofclarence portato via come spazzatura mentre le mogli gioivano per la nascita del figlio.
Ancora una volta Elisabeth Moss e Yvonne Strahovski riescono con un solo sguardo a mostrare come i semi per una riconciliazione fossero già presenti anni addietro, culminando poi in quella stretta di mano in ospedale che pone fine ad anni di conflitti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“No Man’s Land” si conferma come l’episodio più intenso, coerente e necessario dell’intero ciclo narrativo di The Handmaid’s Tale. Se l’episodio era stato concepito per reindirizzare la simpatia degli spettatori, è riuscito nel suo intento. C’è stato un tempo in cui qualunque punizione per Serena Joy non sarebbe stata sufficiente a compensare il male subito da June, eppure le urla strazianti dal letto di ospedale non hanno nulla a che fare con la giustizia. Nel corso di una quinta stagione altalenante e che procedeva a rilento, questo episodio arriva come un raggio di sole necessario (si spera) ad illuminare gli ultimi tre appuntamenti rimasti.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.