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The Shrink Next Door 1×04 – The FoundationTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Shrink Next Door 1x04 recensioneCon questo episodio The Shrink Next Door arriva ufficialmente al giro di boa e, come è giusto che sia, si cominciano ad intravedere le prime crepe che porteranno al flashforward con cui “The Consultation” aveva aperto (e concluso) le danze.
“The Foundation” continua a percorrere la medesima strada già vista in passato e questo ha delle palesi conseguenze sullo spettatore inerme. Se si continua a provare una certa frustrazione durante la visione, allora si può asserire con certezza di essere “decent human beings”. Sì, perché la frustrazione e i sentimenti che emergono spontaneamente ad ogni manipolazione e/o frase messa in atto da Dr. Ike su Marty sono così lampanti da non poter lasciare indifferenti. Ed è esattamente su questo tasto dolente che la serie continua a calcare la mano, enfatizzando la cecità di Marty e la subdoleria di Dr. Ike.
Alcuni character sono creati semplicemente per essere odiati dal pubblico, altri meno. Qui la categorizzazione è palese sotto ogni punto di vista.

“I’M FINE”


Come si diceva nella scorsa recensione, sapere che questi eventi sono realmente accaduti supporta la visione e la stucchevolezza di certe scene. Stucchevolezza perché certe frasi dette in un certo modo, con il bel faccione sorridente del Sexiest Man Alive 2021 davanti, sono troppo false per chiunque non versi in uno stato mentale compromesso.
Quel “I’m fine” del titolo è anche un leitmotiv della serie poiché esemplifica lo status quo di Marty, che si nasconde dietro questa bugia per non ferire i sentimenti di nessuno e non esternare i propri. A tal proposito è interessante constatare come il protagonista abbia cambiato atteggiamento solamente nei confronti di alcuni character che considera inferiori (i suoi dipendenti) o alla sua pari (Phyllis). Ovviamente etichettati così dal suo miglior amico.
Ecco allora che con l’introduzione di Hannah, una nuova wild card, riemerge prepotentemente quel “I’m fine” di copertura che Dr. Ike aveva puntato ad eliminare dal suo vocabolario ma che qui riemerge prepotentemente insieme ad un attacco d’ansia.

Hannah:How does that all work?
Marty:It works great. […] He’s kind of the brains of the operation, and I’m… I’m sort of the…
Hannah:The what? The heart?
Marty:I was gonna say the bank.
Hannah:Oh.
Marty:But yes, heart too. I’m the… I’m the heart as well. Yeah.

PSICHIATRA, COLLEGA E MIGLIORE AMICO BANCA


Non che ce ne fosse bisogno per capirlo, ma in questo episodio la vera natura avida e manipolatrice di Dr. Ike emerge ancora di più, e non solamente nei confronti di Marty. Emblematiche sono infatti le conversazioni con la moglie Bonnie che enfatizzano sia il suo attaccamento al denaro, sia il suo egocentrismo mascherato da buonismo.
Tutto ruota intorno alla sua persona ed è sempre più palese questo bisogno interno di emergere nella società e, allo stesso tempo, usare tutto e tutti per il suo scopo. Bonnie è un mezzo per avere figli (purtroppo non maschi), Marty è la sua banca personale da prosciugare a piacimento (e si è in attesa di come riuscirà a farsi dare la casa negli Hamptons). Non c’è onestà in tutte le relazioni che ha, sia nella sua cerchia personale, sia con gli estranei.
Si percepisce una qualche sfumatura del vero psichiatra solamente quando deve eliminare possibili minacce (Phyllis, Hannah) che lo hanno effettivamente visto per la sua vera natura. La vera domanda qui però è una sola: chi riuscirà a smascherarlo agli occhi di Marty?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • The Yaron Foundation
  • Paul Rudd continua a fare un ottimo lavoro per creare nel pubblico un certo odio nei confronti di Dr. Ike
  • Will Ferrell continua a fare un ottimo lavoro per creare nel pubblico un certo desiderio di voler coccolare e abbracciare Marty
  • Le teste di Phyllis tagliate da ogni foto
  • Introduzione di Hannah e rapporto con Marty
  • Il minutaggio, come al solito, potrebbe essere ridotto a 30 minuti

 

La sensazione che qualcosa si stia per incrinare nella relazione malata tra Marty e Dr. Ike è sempre più forte, così com’è l’odio del pubblico nei confronti del character di Paul Rudd. Non si arriva ancora ad un Bless Them All, e probabilmente mai si arriverà a questo voto vista la prevedibilità degli eventi, però l’intrattenimento subdolo a cui si continua ad assistere è sempre molto interessante.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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