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The Underground Railroad 1×08 – Chapter 8: Indiana – AutumnTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Underground Railroad 1x08 recensioneL’ottavo episodio di The Underground Railroad fa respirare, ancora una volta, aria di normalità per Cora, la protagonista.
Il viaggio della donna è disseminato da diverse tappe e scandito da numerosi ostacoli, come fossero le mitologiche dodici fatiche di Ercole, per guadagnarsi la tanto bramata e legittima libertà. Più che viaggio della speranza, l’odissea di Cora assomiglia ad una vera e propria traversata dell’inferno, dove a fare da Caronte c’è la ferrovia sotterranea che accompagna le anime alla fermata successiva.
La donna, infatti, continua a vagare senza meta, agognando indipendenza e autonomia, due valori insindacabili che, però, a lei sono sempre stati negati dato il colore della sua pelle.
In questa conquista della libertà, le prove da superare sono molte e non è facile sganciarsi dalle catene alle quali si è rimasti attaccati tutta la vita. Lo stigma della diversità, marchiato a fuoco nel destino della giovane Randall, riesce ad intaccare anche il più perfetto degli idilli, costringendo la donna a lottare con le proprie paure e riservazioni.
Non c’è pace dunque per Cora che sembra essere inseguita dagli stessi demoni e sembra ritornare sempre al punto di partenza.

LA CALMA APPARENTE


Dopo essere stata liberata da Royal nel sesto episodio, Cora viene accolta da una nuova comunità che ruota attorno alla fattoria dei Valentine, in Indiana.
Ad un primo sguardo, la nuova realtà sembra un piccolo paradiso: uomini e donne neri, liberi ed emancipati, vivono in autonomia, coltivando uva da tavola e trascorrendo le proprie giornate in armonia e serenità.
Lo show di Barry Jenkins, però, ha insegnato che nulla è come appare ed anche dietro la gemma più splendente possono nascondersi ombre marce ed oscure.
Il comportamento di Cora, giustamente, rispecchia questa incertezza e titubanza. Dopo una vita di minacce, soprusi e violenze, e dopo essersi lasciata sedurre da una libertà fittizia (“Chapter 2: South Carolina”), Cora rimane in disparte, ormai completamente disillusa. Lo spettatore, non può che provare empatia per la donna, storcendo il naso di fronte alla troppa perfezione della situazione in Indiana.
Cora centellina ogni emozione positiva, ogni sorriso, pronta a vedere il pericolo dietro ogni angolo (ne ha ben donde, considerato lo scetticismo di Mingo) e non fidandosi nemmeno di chi, invece, vorrebbe fare di tutto per aiutarla e sostenerla.

DREAM A LITTLE DREAM OF ME


La parte finale dell’episodio è dedicato ad un sogno di Cora, nel quale il pubblico viene immerso senza rendersene conto. Le atmosfere oniriche, infatti, sono un altro tratto distintivo della serie che mescola realtà e fantasia.
L’esistenza stessa della ferrovia sotterranea, per l’appunto, rappresenta la componente fantasy, in quanto la famosa “underground railroad” era formata puramente da una rete di persone e non da binari veri e propri. Lo spettatore, dunque, non sempre riesce a distinguere la realtà, dall’immaginazione e proiezione dell’inconscio di Cora.
Nel sogno/incubo, infatti, la donna esterna tutto il suo disagio interiore: si ritrova in un limbo dal quale non riesce ad evadere, completamente sola e piena di sensi di colpa per la povera fine toccata a Ceasar.
Proprio questo tormento interiore e questa ferita ancora aperta tengono Cora intrappolata in una gabbia da lei stessa costruita e che non riesce ad abbattere.

ANCORA UN “NI”


In tutte le recensioni precedenti, i complimenti al comparto tecnico e alla resa visiva delle puntate sono stati abbondanti e meritati. Anche in “Chapter 8: Indiana – Autumn”, la maestosità della regia e della fotografia tocca vette altissime. Pochi dialoghi, poca azione, ma tanta riflessione dietro ai giochi di luce, ai movimenti della macchina da presa e agli occhi profondi di Cora.
Come già detto in precedenza, l’approccio di Barry Jenkins a questo tipo di prodotto è diverso da ciò che, invece, ci si sarebbe aspettati. Il suo stile è più autoriale che di massa e, infatti, non può essere apprezzato da tutti.
Per godere appieno dello show bisogna spogliarsi da ogni previsione o preconcetto, lasciandosi trasportare dal regista nella sua visione del mondo e nel suo modo di raccontarla.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Comparto tecnico
  • Atmosfere oniriche
  • La gabbia invisibile dalla quale Cora non riesce ad uscire
  • Lo stile autoriale di Jenkins non sempre si adatta ad un prodotto seriale di questo tipo, soprattutto in luce alle abitudini del pubblico

 

Un episodio sicuramente più digeribile rispetto a quelli precedenti, nonostante la quasi mancanza di azione. Il minutaggio ha retto in maniera positiva, anche grazie alle belle atmosfere oniriche.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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