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The Underground Railroad 1×02 – Chapter Two: South CarolinaTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Underground Railroad 1x02 recensioneDopo la traumatica presentazione di personaggi e background fornita dal pilot, il secondo capitolo di The Underground Railroad non perde tempo e accompagna lo spettatore subito nel secondo step.
Seppur la serie risulta costruita su una base di eccessiva lentezza, appare chiaro come ci sia un percorso ben definito da seguire che permetterà ad ogni episodio di mostrare luoghi e circostanze diverse.
Naturalmente, per i reduci del romanzo di Colson Whitehead, da cui la serie è tratta, la struttura mostrata non sorprende di certo. Tuttavia, per chi scopre per la prima volta questo historical drama, il viaggio di Cora verso la libertà può inizialmente confondere per la sua rappresentazione che si mostra differente da qualsiasi idea realistica si possa avere.

REALTA’ UCRONICA


Il percorso narrativo che caratterizza The Underground Railroad si basa proprio su questo cammino sui binari, di stazione in stazione, indicato dal titolo. Eppure, qui la serie (come il libro) si prende una prima licenza poetica, dato che la ferrovia sotterranea a cui ci si riferisce non è realmente esistita: negli anni precedenti alla guerra civile infatti, con underground railroad si intendeva una fitta rete di aiuti, fatta di luoghi o persone, che costituivano un passaggio più sicuro per la fuga dal sud e dalla schiavitù.
In questo contesto, invece, la ferrovia sotterranea esiste davvero e svolge un ruolo egregio nell’accompagnare il cammino di Cora e Caesar in ogni nuova destinazione di episodio in episodio.
Tuttavia, l’utilizzo dei binari sotterranei non è l’unica differenza con la realtà che la serie diretta da Barry Jenkins propone. L’opera infatti rientra nella concezione dell’ucronia, genere narrativo che porta la storia a virare su realtà alternative rispetto a quanto davvero avvenuto. E se in “Chapter One: Georgia” la trama si era mantenuta pressoché realistica, descrivendo in maniera minuziosa gli orrori reali patiti dagli schiavi, in questo secondo capitolo lo show inizia il suo racconto seguendo appunto una visione ucronica.

NUOVA VITA CON RISERVA


La realtà in cui si ritrovano i due protagonisti dunque, inizia a differenziarsi dai fatti realmente accaduti. L’arrivo in South Carolina viene presentato in maniera decisamente illusoria: ad un primo impatto, infatti, l’episodio si mostra dai contorni quasi onirici, con lo spettatore che si ritrova spaesato da ciò che sta guardando, non preparato ad un risvolto del genere. Nei primi minuti della puntata è facile pensare che il viaggio di Cora e Caesar, iniziato sul finale del pilot, sia ancora in atto e che quanto mostrato sia appunto solo un sogno dei protagonisti.
Ben presto, però, ci si rende conto che ciò che avviene in scena fa davvero parte della nuova realtà dei character, per quanto surreale. Ed è proprio quest’aurea surreale la caratteristica dominante dell’episodio che ingloba tutti i suoi interpreti dando vita alla prima fase di realtà ucronica.
L’apparente vita quasi idilliaca per la popolazione nera, fatta di studio, lavoro retribuito, assistenza medica e quant’altro, si sgretola in un battito di ciglia mostrando un approccio diverso da quello della Georgia ma basato pur sempre su altri tipi di orrori e brutalità.
Il percorso di Cora e Caesar in questa bolla viene descritto in maniera minuziosa, con i due personaggi che ben riescono a mostrare tutte le fasi, che vanno dalla speranza alla scoperta della cruda realtà. Il tutto viene rappresentato in maniera egregia e particolareggiata, con una messa in scena da manuale ma che purtroppo porta anche ad un rovescio della medaglia. Questa minuziosa rappresentazione, infatti, tende a far cadere la storia in uno svolgimento fin troppo lento che a volte potrebbe far perdere la concentrazione.

RIDGEWAY AND HOMER


Paradossalmente, dove Cora e Caesar sono protagonisti di una trama che se la prende più con calma nel descrivere e seguire il loro percorso, ci sono altri due personaggi che si ritrovano a dare più vigore agli eventi. Il duo formato dal cacciatore di schiavi Arnold Ridgeway e dal suo piccolo aiutante Homer va così a creare una storyline parallela ma che come un’ombra insegue quella della protagonista.
Ovviamente è da tenere in conto anche il background di questi personaggi: se quello di Ridgeway è ben chiaro sin da subito con il legame con la madre di Cora (unica schiava ad essergli mai sfuggita), incuriosisce notevolmente invece quello del piccolo Homer e del suo strano rapporto con Arnold.
Sta di fatto che l’arrivo di Ridgeway in South Carolina è ciò che dà la vera scossa all’episodio, con gli attimi che lo vedono interrogare Caesar, carichi di una più che apprezzata angoscia. Questo incontro proietta la serie in una nuova direzione, dividendo il duo di fuggiaschi e lasciando incerti sia sulle sorti di Caesar che sulla prossima tappa di Cora.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La rappresentazione ucronica dona ancora più curiosità per ciò che riserveranno le prossime tappe
  • Il duo Ridgeway – Homer può regalare sorprese 
  • Messa in scena perfetta di luoghi e personaggi 
  • Un po’ di tempi morti che rallentano la narrazione 

 

The Underground Railroad, pur mostrandosi con un’innata lentezza, porta avanti una storia che se ben sviluppata varrà la pena seguire fino alla fine.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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