Ecco la domanda che ci accompagnerà nei prossimi giorni: cosa c’è all’interno della bara del piccolo Jacob?
Ebbene, è così che la produzione decide di chiudere questa seconda puntata con diversi colpi di scena corredati da conseguenti punti interrogativi. Certamente questo lasciare in sospeso le situazioni più interessanti è una tecnica narrativa che incuriosisce il telespettatore che si ritrova così coinvolto nella spirale della curiosità seriale ed è spinto a proseguire nella visione dello show. Ed è così che catturata l’attenzione di chi si trova dall’altra parte dello schermo, gli autori devono essere in grado di mantenere una promessa, non esplicitata, fatta agli spettatori.
Il secondo appuntamento di Resurrection segna l’inizio di una delineazione più marcata di quelle che sono le storyline dei personaggi. Non solo resurrezioni ma anche una distinzione delle parti. Infatti, come in ogni serial che si rispetti ci deve essere un’entità malvagia, qualcuno che si comporti e ragioni in modo opposto a quelli che sono i veri buoni. In questo caso, e per adesso, quel ruolo sembra appartenere a Caleb Richards. Quest’ultimo è il personaggio su cui vale la pena soffermarsi per fare un ragionamento riguardante entrambi i risorti. Il fil rouge che ci farà compagnia nel procedere con le puntate è un dubbio importante: i risorti capiscono realmente quel che gli è accaduto? Se da una parte il giovane Jacob sembra essere sincero ed onesto, senza macchia e senza menzogna, dall’altra parte Caleb rappresenta un grande punto interrogativo. Non è chiaro se quest’ultimo agisca con cognizione di causa oppure no, d’altronde la differenza tra i due sta anche nell’età che hanno e di conseguenza anche la maturità intellettiva per capire quello che è accaduto e la cognizione del tempo.
Come la cinematografia ci insegna da sempre, le persone ritardate o affette da handicap che sono presenti in serial fantascientifici hanno sempre una percezione diversa rispetto a quanto hanno tutti gli altri ed il più delle volte questo “diverso” corrisponde anche alla verità in termini assoluti. Ecco quindi che le accuse lanciate da Ray Richards, il figlio di Caleb, ci appaiono tutto d’un tratto sotto un’altra luce, una luce accusatoria che mira a togliere quel velo di omertà che per ora accompagna il ritorno di Caleb. E se un indizio non fa una prova, due possono cominciare a far sorgere i primi seri dubbi soprattutto se quest’ultimo va a dire a Jacob “lie“. Decisamente c’è qualcosa sotto.
Resurrection presenta una tematica abbastanza complessa e questo scavare all’interno dei personaggi fa trasparire sempre di più quello che è realmente il tema che affronteremo di volta in volta: il rapporto che ha l’uomo nei confronti della morte. Thomas Mann affermò che “E’ l’amore, non la ragione, che è più forte della morte“. E così che ogni individuo, elaborato il lutto, continua a portare dentro di sè tanto amore da poter bastare per una vita intera. Le reazioni ad un ritorno sono qualcosa di inspiegabile e così i cittadini di Arcadia si ritrovano a doversi confrontare con qualcosa di logicamente inspiegabile.
Le vicende vengono portate avanti con una certa costanza, nessun personaggio viene messo da parte e la trama viene portata avanti con una tranquillità che per ora non infastidisce. D’altra parte Resurrection nasce come un prodotto da gustare, da capire e comprendere senza troppa fretta ma nonostante ciò gli autori hanno saputo creare una situazione di mistero che traspare da ogni personaggio. Inoltre i colpi di scena e la cosiddetta pulce nell’orecchio ci viene sempre messa, i punti di forza della trama, ossia quelli che ci coinvolgono maggiormente sono:
- L’alone di mistero che aleggia intorno a Caleb. La sensazione che trasmette questo personaggio è decisamente negativa, è un uomo ambiguo con un trascorso non esattamente trasparente;
- L’amante della madre di Maggie nasconde qualcuno nella sua casa: che si tratti di un altro risorto?
- Che cosa c’è nella bara?
Mettiamo insieme tutto questo e possiamo dire che i capisaldi che la serie sta cercando di gettare sembrano essere interessanti. Come dicevamo anche nella scorsa recensione, Resurrection è un prodotto particolare che non tutti potrebbero essere in grado di capire e amare. Una delle certezze che si conferma anche con questo episodio, è l’intenzione della produzione e degli autori di creare un prodotto che possa ampiamente conquistare un pubblico variegato, senza dubbio maturo e ispirato dalla tematica portante della serie tv. Insomma, qualche colpo di scena, varie situazioni mantenute in sospeso, ed il modo in cui vengono portate avanti le trame fanno si che anche “Unearth” meriti qualcosa in più oltre la sufficienza piena. Il potenziale senza dubbio c’è e speriamo che anche il pubblico continui a mantenersi costante poiché, proprio per l’importanza del tema affrontato, Resurrection è un prodotto godibile non proprio da tutti.
- Il sogno di Jacob lascia aperti molti interrogativi
- Caleb e quel “menti” detto a Jacob ci fa capire che ci sono molte cose da scoprire. Che anche Jacob ricordi molto più di quello che dice?
- Resurrection ha svariati punti di forza, ma senza dubbio non è una serie tv adatta a chi ha fretta di scoprire le cose
- Elementi interessanti lasciati in sospeso
- I ruoli cominciano a delinearsi
- Onestamente c’è ancora poco da dire riguardo al ruolo di Bellamy
- A volte una generale lentezza può risultare pesante
The Returned 1×01 | 13.90 milioni – 3.8 rating |
Unearth 1×02 | 11.25 milioni – 3.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.