Ed a proposito di rapide progressioni, il dualismo Wiros/Yemos offre numerosi spunti. Oltre al fatto che lo spettatore, per i motivi sopra citati, ora non attende altro che una loro reunion, è interessante come entrambi offrano due figure contrapposte ed estremamente classiche nel panorama narrativo. Se Yemos rappresenta il sovrano designato, colui che deve solo essere “rimesso a posto” e che sprizza regalità da tutti i pori, Wiros è il vero protagonista di una notevole crescita. Sicuramente anche lui legato ad un destino ben più alto rispetto alla condizione in cui si presenta a inizio serie, l’ex schiavo compie una notevole scalata all’interno degli adoratori di Rumia, rendendosi trascinatore delle folle, guida mistica e vero collante con il ritorno a casa di Yemos.
Proprio Wiros alimenta quella che è allo stato attuale la parte più interessante della storia e della Storia. L’approfondimento su popoli pre-romani, anche ai non interessati al settore, apre una finestra temporale talmente poco frequentata nella narrativa televisiva e cinematografica, eppure così vicina alla nostra cultura e civiltà, che rende doppiamente interessante assistervi. Il piacere di vedere portato avanti un racconto che allo stesso tempo offre anche una panoramica sui popoli pagani residenti nel nostro territorio è una fonte di arricchimento doppia, oltre che una prospettiva alternativa.
Notevole a tal proposito come si arricchisca la costellazione di serie TV nostrane con un prodotto che contrasta in maniera secca e netta tante etichette che si potrebbero applicare agli show italiani. La recitazione in proto-latino è un ottimo filtro contro un certo tipo di interpretazione eccessivamente teatrale che a volte emerge, così come l’ambientazione storica e in costume. Gli ambienti suggestivi arricchiscono ulteriormente il tutto. Degna di nota, da questo punto di vista, l’intera sequenza nel lago.
Il continuo incedere della trama trova spazio anche nelle file degli antagonisti. Il sodalizio tra Ilia e Amulius già inizia a scricchiolare viste le personalità e le finalità differenti. La malattia di Gala ricorda allo spettatore come lo stesso Amulius, che solo nello scorso episodio aveva avvelenato i suoi per eliminare testimoni, non era totalmente convinto nell’ambire al trono eliminando i due nipoti. Quella degli antagonisti infatti non è una personalità netta e definita. La stessa Gala, vera promotrice delle malefatte, riconosce nella sua malattia una punizione per la sua idea malvagia.
Non si può non citare poi Ilia, la figura più cruenta in questo momento che però non cede alla crudeltà di fronte alla fedeltà di Rufus e al dolore della moglie. Senza contare poi che la figlia di Amulius è in realtà mossa da buona fede e da un dolore straziante che però la spingono a cercare vendetta nella direzione sbagliata. Anche in questo senso c’è curiosità per gli sviluppi.
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Ulteriore episodio di alto livello che non può non lasciare soddisfatti. Non ci si spingerà verso il massimo della valutazione perché episodio preparatorio per momenti ben più decisivi.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.