“Listen to me. You were this tiny seed buried in darkness fighting your way to the light. You wanted to live. It’s the most beautiful thing in the world. Do you still have that in you? Oh. Nadia…I look at you now chasing down death at every corner and sweetheart…where is that gorgeous piece of you pushing to be a part of this world?”
Il gioco si complica, la situazione diventa insostenibile e tutte le certezze iniziano a saltare. Russian Doll, dopo aver abituato lo spettatore ad un certo tipo di narrazione collegata ad una estenuante ma precisa ripetizione del copione (con qualche opportuno accorgimento, chiaramente) decide di variare proprio in dirittura d’arrivo. Il cambiamento è radicale ed oltre ad essere totalmente inaspettato è utile a smuovere le acque della narrazione che a più riprese nei precedenti episodi erano state stimolate.
Il presente inizia a disintegrarsi, a venir meno: loop dopo loop la realtà di Nadia ed Alan inizia a veder scomparire oggetti e persone. I due stanno lentamente perdendo contatto con la realtà, con il presente. A tenerli ancorati, a non permettere loro di andare avanti c’è il tormento continuo dei fantasmi del passato che tornano a manifestarsi nelle più svariate forme. Alan si rende ben presto conto di dover fare ammenda dei propri errori e di affrontare in maniera diretta la sua personale problematica andando a trovare Beatrice ed intavolando fin da subito il discorso inerente il loro rapporto. Diversamente da quanto già visto ed accaduto in “Alan’s Routine”, però, il tutto ha una connotazione più matura, sincera ed a tratti drammatica. Il giovane, quindi, affronta la propria personale ancora che ancora lo lega ad una realtà che pezzo dopo pezzo continua a sfaldarsi.
A questo punto rimane Nadia che nei precedenti episodi ha dato sì qualche segnale di rinsavimento, ma che non ha mai voluto approfondire degnamente la problematica legata a sua madre, figura che continua a risultare calamita fondamentale della storia. La giovane inizia ad avere delle vere e proprie allucinazioni di lei da bambina ed il fatto che queste visioni coincidano con una morte istantanea acuiscono la sensazione di un forte legame ed influsso delle questioni in sospeso del passato rispetto a quanto sta accadendo ora nel presente. Nadia, quindi, per poter riuscire a sbloccare il proprio loop deve fare esattamente come Alan, andando incontro alla paura più devastante fra tutte, affrontando il proprio fantasma personale.
E’ da annotare come il primo elemento a scomparire in entrambe le situazioni (di Alan e di Nadia) sia lo specchio, un particolare collegato sia ad un qualcosa di immateriale (la metafora del riflesso già chiamata in causa all’interno della serie), sia ad un qualcosa di materiale dal momento che rappresenta uno dei fattori che accomuna le situazioni iniziali di Nadia ed Alan all’interno dei rispettivi bagni.
La puntata si concede spazio e modo di analizzare anche il passato di Nadia, permettendo allo spettatore di visionare uno spaccato della donna durante la sua giovinezza e di fare finalmente la conoscenza della madre di Nadia, una figura che come già detto in precedenza risulta essere in qualche modo alla paradossale situazione in cui la figlia sembra essere rimasta incastrata.
La puntata ,nonostante vari accenni di comicità, abbandona i canoni di questo tipo di serialità preferendo piuttosto quelli del puro drama: la serie si fa adulta minuto dopo minuto in un crescendo di tensione e timore mentre osserva ogni singolo personaggio (fatta esclusione per Nadia ed Alan) scomparire definitivamente dalla scena. Il finale di puntata, unitamente ai dialoghi che in esso avvengono durante la scena del cafè, sottolineano ulteriormente l’importanza metaforica dello specchio all’interno della serie ed elevano Russian Doll da “ennesimo dramedy che si presta al binge watching” a prodotto di tutto rispetto inizialmente sottovalutato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Le scene conclusive con l’ennesima dipartita di Nadia ed Alan potrebbero significare sia che il loop sia stato definitivamente interrotto e quindi che il presente torni a scorrere normalmente, sia che nulla è stato correttamente rimesso al suo posto. Per scoprirlo non occorre tanto: Netflix è lì che chiama.
Reflection 1×06 | ND milioni – ND rating |
The Way Out 1×07 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.