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“When did we stop being people?“
Questa è l’argomento sul quale nelle ultime recensioni mi sono molto soffermata, e finalmente Olivia ne parla a gran voce. Che Scandal non si facesse problemi a rovinare / uccidere le persone era risaputo ed è stato più volte detto, ma ora sembra che in questa domanda (in
apparenza innocente) si concentri tutta una presa di coscienza che prima evidentemente mancava. Il figlio del Presidente muore avvelenato e l’unica cosa a cui lei pensa è la vittoria delle elezioni proprio grazie a questa perdita. L’amore tanto decantato non esiste se paragonato alle ambizioni e agli obiettivi da raggiungere, questo vale per Olivia e per tutti i protagonisti di Scandal, un telefilm complesso che mostra i retroscena delle “rappresentazioni teatrali” a cui abbiamo assistito per diciotto puntate. Basti pensare ai genitori Pope e a come le loro storyline siano state magistralmente ricamate, a conferma del fatto che in Scandal niente è come sembra e che “la mela non cade mai troppo lontana dall’albero”.
“The Price Of Free And Fair Election” è un finale di stagione (o di serie dato che non c’è stata ancora la conferma ufficiale per una quarta stagione) di tutto rispetto, e non sarebbe un finale di stagione per Shonda senza appunto qualche morte sparsa qua e là. Con la fine della terza serie è stato dato un punto alle questioni lasciate in sospeso: come ad esempio il Vermont e l’impossibilità di una vita coniugale tra Olivia e Fitz, lo stupro svelato subito da Mellie, la cattura di Maya Pope. Insomma, tutto ha trovato il giusto spazio e tutto è stato spiegato nei minimi dettagli, senza fretta o sviste.
Ancora una volta Shonda decide di ribadire la massima di vita di cui Scandal sembra essere ormai l’emblema assoluto: i buoni non sono buoni e i cattivi non sono cattivi. Ad un certo punto, il telespettatore può anche rischiare di ritrovarsi a simpatizzare per il diavolo in persona di turno: ora Cyrus, il povero vedovo, che pur di vincere le elezioni vuol lasciare scoppiare la bomba con centinaia di persone all’interno della Chiesa; oppure Rowan, il paparino accoltellato, che per vendicarsi del Presidente fa uccidere suo figlio: “lui si è preso mia figlia e io mi prendo il suo”. Tutti pro Rowan senza conoscere la “vera” verità, anche Olivia che si affida completamente a lui e decide di accettare la proposta fattale nelle prime puntate: partire e ricominciare… una proposta allettante quando le persone che ami cominciano ad uccidersi tra di loro o a morire e la tua unica aspettativa di vita amorosa scoppia come se fosse sempre stata una semplice bolla di sapone. L’espediente narrativo con il quale la verità sul doppiogioco / vendetta di Rowan viene a galla è da apprezzare: Harrison che viene colpito dal raggio chiarificatore. E’ da apprezzare soprattutto che sia stato scelto questo personaggio, che nelle precedenti stagioni aveva molto più da dire ma che in questa è stato messo in terzo piano, per far luce sul piano diabolico messo a punto dal signor Pope per vendicarsi della figlia e per ritornare ad essere il vecchio Commando. Unica pecca, questa illuminazione molto probabilmente gli costerà la vita, anche se per ora non ci è dato sapere.
Un altro degli Associates che ha trovato un epilogo momentaneo apprezzabile è Huck che, dopo la sua breve storia con Quinn, torna dalla famiglia nonostante le sue parole, le stesse che hanno permesso ad Olivia di prendere la decisione di partire. Quest’ultima è stata una scelta narrativa non apprezzabile fino in fondo, dato che se dovesse esserci una quarta stagione Olivia e Jack (ormai ex Command) dovrebbero comunque tornare all’ovile, cosa che vanificherebbe completamente il finale di stagione. Sicuramente è stata una partenza ad effetto, ma nulla di più.
Questa è l’argomento sul quale nelle ultime recensioni mi sono molto soffermata, e finalmente Olivia ne parla a gran voce. Che Scandal non si facesse problemi a rovinare / uccidere le persone era risaputo ed è stato più volte detto, ma ora sembra che in questa domanda (in
apparenza innocente) si concentri tutta una presa di coscienza che prima evidentemente mancava. Il figlio del Presidente muore avvelenato e l’unica cosa a cui lei pensa è la vittoria delle elezioni proprio grazie a questa perdita. L’amore tanto decantato non esiste se paragonato alle ambizioni e agli obiettivi da raggiungere, questo vale per Olivia e per tutti i protagonisti di Scandal, un telefilm complesso che mostra i retroscena delle “rappresentazioni teatrali” a cui abbiamo assistito per diciotto puntate. Basti pensare ai genitori Pope e a come le loro storyline siano state magistralmente ricamate, a conferma del fatto che in Scandal niente è come sembra e che “la mela non cade mai troppo lontana dall’albero”.
“The Price Of Free And Fair Election” è un finale di stagione (o di serie dato che non c’è stata ancora la conferma ufficiale per una quarta stagione) di tutto rispetto, e non sarebbe un finale di stagione per Shonda senza appunto qualche morte sparsa qua e là. Con la fine della terza serie è stato dato un punto alle questioni lasciate in sospeso: come ad esempio il Vermont e l’impossibilità di una vita coniugale tra Olivia e Fitz, lo stupro svelato subito da Mellie, la cattura di Maya Pope. Insomma, tutto ha trovato il giusto spazio e tutto è stato spiegato nei minimi dettagli, senza fretta o sviste.
Ancora una volta Shonda decide di ribadire la massima di vita di cui Scandal sembra essere ormai l’emblema assoluto: i buoni non sono buoni e i cattivi non sono cattivi. Ad un certo punto, il telespettatore può anche rischiare di ritrovarsi a simpatizzare per il diavolo in persona di turno: ora Cyrus, il povero vedovo, che pur di vincere le elezioni vuol lasciare scoppiare la bomba con centinaia di persone all’interno della Chiesa; oppure Rowan, il paparino accoltellato, che per vendicarsi del Presidente fa uccidere suo figlio: “lui si è preso mia figlia e io mi prendo il suo”. Tutti pro Rowan senza conoscere la “vera” verità, anche Olivia che si affida completamente a lui e decide di accettare la proposta fattale nelle prime puntate: partire e ricominciare… una proposta allettante quando le persone che ami cominciano ad uccidersi tra di loro o a morire e la tua unica aspettativa di vita amorosa scoppia come se fosse sempre stata una semplice bolla di sapone. L’espediente narrativo con il quale la verità sul doppiogioco / vendetta di Rowan viene a galla è da apprezzare: Harrison che viene colpito dal raggio chiarificatore. E’ da apprezzare soprattutto che sia stato scelto questo personaggio, che nelle precedenti stagioni aveva molto più da dire ma che in questa è stato messo in terzo piano, per far luce sul piano diabolico messo a punto dal signor Pope per vendicarsi della figlia e per ritornare ad essere il vecchio Commando. Unica pecca, questa illuminazione molto probabilmente gli costerà la vita, anche se per ora non ci è dato sapere.
Un altro degli Associates che ha trovato un epilogo momentaneo apprezzabile è Huck che, dopo la sua breve storia con Quinn, torna dalla famiglia nonostante le sue parole, le stesse che hanno permesso ad Olivia di prendere la decisione di partire. Quest’ultima è stata una scelta narrativa non apprezzabile fino in fondo, dato che se dovesse esserci una quarta stagione Olivia e Jack (ormai ex Command) dovrebbero comunque tornare all’ovile, cosa che vanificherebbe completamente il finale di stagione. Sicuramente è stata una partenza ad effetto, ma nulla di più.
PRO:
- Scandal: coerente fino alla fine
- Il segreto svelato dello stupro subito da Mellie
- Il dualismo di Rowan Pope
- Maya Pope: ora che è stata catturata, sopriremo qualcosina ii più su questo personaggio?
- La morte di Jerry come essenziale spunto di riflessione per i protagonisti
CONTRO:
- La partenza di Olivia e Jake
Bisogna ammettere che, nonostante la serie si sia conclusa con quattro puntate di anticipo a causa della gravidanza di Kerry Washington, Shonda ha fatto un ottimo lavoro e questo lo si può notare dai milioni di telespettatori che hanno seguito l’ultima puntata. Ora non possiamo far altro che aspettare la conferma di una quarta stagione perché Scandal merita un proseguo, ma anche noi lo meritiamo.
Flesh and Blood 3×17 | 9.23 milioni – 3.0 rating |
The Price of Free and Fair Election 3×18 | 10.57 milioni – 3.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.