“When people start sweating, they start talking.”
La puntata inizia subito con un colpo al cuore per gli spettatori: un incubo fa capire quanto il carcere stia nuocendo alla grande mente di Mike. Urge tirare fuori di lì il ragazzo al più presto, o si perderebbe una delle ragioni, se non la vera ragion d’essere, di questa serie. Come era facilmente prevedibile, entra in scena lo psicologo, ovviamente seguendo il cliché dei telefilm, completamente contrario alla deontologia professionale a cui un terapista dovrebbe attenersi nella vita reale, ma tant’é. Vedremo se il suo raccontare di sé raggiungerà gli esiti sperati, ma c’è da dubitarne.
Tolti questi sassolini dalle scarpe, si possono affrontare argomenti decisamente più piacevoli: primo fra tutti, la sotto trama di Rachel. La ragazza si dà da fare con coraggio ed energia, approfondendo sempre più il caso del suo condannato a morte e il suo impegno verso il detenuto. Sembra quasi una di quelle donne che, in tempo di guerra, assistevano feriti sconosciuti, nella speranza che un’altra, chissà dove, facesse lo stesso per il loro amato partito soldato.
Abbiamo poi i deliziosi siparietti tra Louis, Donna e Tara l’arredatrice: a questo punto, dopo tanto profondere grazia e simpatia, la love story meriterebbe di andare in porto, magari solo per far tornare Mr. Litt nella sua forma migliore (non per niente, si è vista la gatta Mikado in una foto incorniciata). Parlando della trama principale, invece, non ci sono grandi avanzamenti, ma vengono rivelati dei retroscena e si chiariscono molto bene le motivazioni di Kevin Miller e di Sean Cahill. Proprio qui, nelle pieghe, viene pure fuori la spiegazione del titolo dell’episodio, che non c’entra niente con la famosa rana che gracida in campagna, o with the rain on a plain, per dirla nella versione inglese: è il posto dove la madre di Sean avrebbe voluto concedersi una vacanza, dopo un’onorata carriera da insegnante elementare, ma non ha potuto, perché aveva perso i soldi affidati al losco William Sutter. Quest’ultimo si sta rivelando il vero villain di stagione, ma non tanto per quello che fa attivamente. Egli non dà contro allo studio Pearson-Specter-Litt, piuttosto crea ostacoli, perché i titolari del medesimo devono camminare sul filo del rasoio, fino a decidere se opporsi a lui, denunciando le sue pratiche di insider trading, o favorirlo. Il nodo è complicato, perché nel primo caso sarebbe la salvezza di Mike e pure di Kevin, ma non dello studio, nel caso opposto sarebbe la salvezza dello studio, ma i due simpatici galeotti andrebbero incontro ad un triste destino.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ci vuole un po’ di pazienza, ma il quadro generale si va delineando, in attesa di imboccare il rettilineo per la volata finale. Non ci vorrà molto.
Trust 6×05 | 1.50 milioni – 0.4 rating |
Spain 6×06 | 1.68 milioni – 0.4 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).