“C’era una volta un re” direte miei piccoli lettori. No, c’erano una volta degli schemi narrativi consolidati, brevettati, collaudati e abusati.
L’estate sta finendo, un’estate senza gran parte delle serie estive che negli anni passati ci hanno accompagnato, perché terminate, perché cancellate, perché semplicemente posticipate. Quelle che abbiamo avuto il piacere di vedere e recensire, tuttavia, hanno reso particolarmente dolce l’attesa dell’inizio della nuova stagione telefilmica. BrainDead, Stranger Things, The Get Down, solo per citarne alcuni, ci hanno fatto dimenticare che, dietro le nostre serie preferite, esiste un sottobosco di show che guardiamo per
- Disturbo ossessivo-compulsivo
- Impegni presi con le recensioni
- Disturbo ossessivo-compulsivo.
Ripetere per l’ennesima volta quali sono i limiti di partenza di Fear The Walking Dead sarebbe deleterio, senza considerare che porterebbe ulteriore astio nei confronti di chi scrive da parte di tutti quei pazienti lettori che vedono in maniera opposta, e sacrosanta, questo spin-off.
C’erano una volta degli schemi narrativi abusati. Detto fatto. Un luogo protetto, trovato nella prima metà di stagione, gestito da un’amabile signora, nasconde dei misteriosi e oscuri segreti. Esattamente gli stessi della fattoria di Hershel. Per poi fare esattamente la stessa fine della fattoria di Hershel. Vabbè. Un parallelismo che ci può stare. Però – hehehe – non finisce qui. Alla luce di “Grotesque”, cosa ci apprestiamo a guardare? I temutissimi episodi monografici in salsa survival-zombie. Noi non vorremmo fare continuamente confronti con The Walking Dead, davvero. Vorremmo commentare uno spin-off, con una sua storia, una sua dignità, vorremmo commentare Alicia. Però quando vediamo Nick che inizia a vagare sotto il solleone un brivido lungo la schiena ci assale.
Magari ci stiamo sbagliando, magari nel prossimo episodio verrà ripristinata quella coralità che non aveva fatto sfigurare poi del tutto la prima metà di stagione. Alla luce della 2×08, però, la sensazione è quella di un rallentamento improvviso della storia, con tanti preziosismi tecnici, panoramiche, lunghe sequenze senza dialoghi, verso la frammentazione totale di tutti i personaggi. Ne è la dimostrazione un casuale flashback di Nick ai tempi della tossicodipendenza, con una lente di ingrandimento sul suo rapporto con il mai comparso padre (solo tematiche originalissime).
Chi scrive non ha niente contro episodi monografici, contro preziosismi estetici e tecnici. Cercare negli archivi di RecenSerie per credere. Tuttavia occorre concentrarsi un attimo su ciò che questi 43 minuti ci hanno mostrato.
Tolta la già citata partenza che si fregia di un abusato schema dalla serie madre, tolto il già citato flashback utile a colmare il minutaggio, concentriamoci su ciò che accade a Nick nel suo sfortunato viaggio. Vede un tot di macchine ferme in mezzo alla strada, giustamente cerca beni di prima necessità, come l’acqua, nell’unica macchina con uno zombie dentro. Niente di sconvolgente, considerando quanto è stata ribadita l’indole spericolata di Nick, tanto che una radiolina attira la sua attenzione, il perché non si sa. Proprio in quel momento compare Leonardo Pieraccioni e due energumeni che si divertono a razziare le macchine e proprio in quel momento la radiolina si attiva.
Sono proprio queste tempistiche da salvataggio all’ultimo secondo, o al contrario da sfiga all’ultimo secondo, che fanno storcere il naso. Ovvio, uno dei personaggi principali non può morire così, ma questo rende l’encefalogramma della nostra tensione sempre più piatto. E quindi viene sfogliata la rosa intera di piaghe che si possono incontrare quando si viaggia da soli senza equipaggiamento (comprensibile la follia della signora nella casa, ma forse un po’ conveniente considerando che di fronte aveva un ragazzo magro, addormentato e disarmato?), nel deserto, durante un’epidemia zombie. È quindi facile in casi come questi trovare dei cactus che prima danno scosse elettriche tanto pungono e poi diventano inermi, giusto per aumentare il minutaggio e farci vedere la zozzura in cui il povero Nick è costretto a vivere. Il conseguente sbratto è un momento chiave dell’episodio. Quand’ecco che, dopo aver bevuto della frizzante urina, si addormenta, svegliato da due cani che educatamente lo strappano dalle braccia di Morfeo abbaiando e subito dopo lo azzannano male. I cani a loro volta fanno da deus ex machina nel distogliere la comitiva zombie che incede. Zombie a loro volta deus ex machina dall’attacco canino. E quindi: guardate quanto siamo cruenti e crudeli, vi facciamo vedere maltrattamenti animali. Ma così avanzano degli zombie che si avvicinano. Una preghiera e un clacson risolveranno tutto.
Torna Leonardo Pieraccioni il quale, tanto fa il coatto, che decide di lanciarsi nel tiro a segno contro l’orda, contenente un Nick sempre più affezionato ai morti camminanti, tanto da unirsi a loro che manco per sbaglio avvertono il suo odore, quel sangue rinsecchito in faccia deve fare ancora il suo onesto lavoro. Insomma, Pieraccioni viene ipnotizzato da Nick e gli cadono tutti i proiettili, si trasforma in una moviola vivente e viene mangiato da camminanti. Ok.
E alla fine, dopo un’originalissima pioggia salvifica, dopo una dormita sull’asfalto giusto nel lasso di tempo in cui non passa nessuno, ecco l’incontro con dei misteriosi figuri guerriglieri guidati da una figona badass. Per arrivare poi in un nuovo centro protettissimo gestito da un uomo di scienza.
E vissero tutti felici e contenti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Shiva 2×07 | 4.39 milioni – 1.9 rating |
Grotesque 2×08 | 3.86 milioni – 1.6 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.
Penso di poter eleggere questo episodio come il più noioso in assoluto tra tutti, sia di questa serie che della serie madre. Pensavo e speravo che, dopo la pausa, si riprendessero un pochino e focalizzassero l'attenzione su quello che era stato definito inizialmente come l'obiettivo della serie: spiegare come si era sviluppata l'apocalisse zombie. E invece continuano a raccontare la storia di un gruppo di persone esattamente come fà la serie madre pur non avendo le medesime caratteristiche. Per non parlare del fatto che in TWD i personaggi ci hanno messo diverse stagioni per capire cosa stesse accadendo, inizialmente si "trasformavano" dopo diverso tempo dalla morte e qui invece è quasi immediato. Insomma, si è palesemente (e maldestramente) cercato di creare una sorta di marchio in franchising…
Leggo solo ora il tuo commento. Inutile dire che concordo pienamente. Fortunatamente a stagione finita hanno corretto leggermente il tiro.