Sweet Home 1×08 – Episodio 8TEMPO DI LETTURA 4 min

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Sweet Home 1x08 recensioneDopo otto episodi di immersione profonda nell’abisso apocalittico di Sweet Home, il pubblico avrà certamente riconosciuto il modus operandi imbastito dagli showrunner, diventato ormai marchio di fabbrica dell’intero show. L’andamento della narrazione sulla falsariga di un grafico a U (come già notato nella recensione della scorsa puntata) ritorna in maniera lapalissiana e divide l’episodio in tre parti, con ritmo, azione, tensione ed hype estremamente diversi.
Un buon inizio al cardiopalma tiene alta l’attenzione del pubblico, per poi scemare nel nulla cosmico, con dialoghi riempitivi e digressioni non necessarie, fino ad arrivare all’ultimo colpo di coda pieno di adrenalina.

OUTSIDE AND INSIDE


“Episodio 8” inizia subito dopo la fine della puntata precedente, con il gruppo di sopravvissuti divisi tra coloro che si sono recati in cerca di risorse e quelli che tentano di salvare la vita a Ji-soo. Le due ambientazioni sono in netto contrasto l’una con l’altra: se all’esterno del condominio, la sequenza si dipana attraverso mostri ed esplosioni, in un susseguirsi di colpi all’ultimo camion dei pompieri, all’interno dell’improvvisata sala operatoria si respira una calma solo apparente, intrisa di angoscia e preoccupazione per le sorti della giovane bassista. Quello che all’inizio poteva apparire come il gruppo di superstiti peggio assortito nella storia delle apocalissi, ha via via cambiato forma, fino a raggiungere la sua evoluzione finale in famiglia con la F maiuscola. Tra sicari, fidanzate in lutto, arzilli vecchietti, donne abusate e ragazzi senza spina dorsale, i survivors del Condominio Verde dimostrano di condividere molto più di quanto un semplice legame di sangue possa esprimere ed i loro sforzi vengono indirizzati verso un unico scopo: proteggere e salvare un componente di questa family bizzarra e un po’ cringe.

LA TERRA DI MEZZO


Dopo aver fatto prendere qualche boccata d’aria alla componente action, la puntata si spegne poco a poco, per colpa di inutili intervalli introspettivi che non aggiungono nulla alla storyline, ma servono solo a diluire il minutaggio. La regia e il montaggio sicuramente non aiutano a rendere digeribile la visione e si fa sempre più fatica a mantenere il filo logico della narrazione e a capire il senso di alcuni dialoghi. Personaggi che prima erano coinvolti in una determinata scena, pochi secondi dopo compaiono in posti completamente diversi intenti a fare tutt’altro, come se la sequenza fosse stata interrotta e mai ripresa. Le conversazioni tutt’altro che brillanti tra i vari character, inoltre, appesantiscono l’episodio affossando qualsiasi sentimento di interesse e curiosità. Gli unici momenti degni di nota sono quelli dedicati all’improbabile coppia Ji-soo/Jae-heon, sempre più in sintonia e molto più simili di quanto vogliano ammettere. L’eccessiva attenzione per questa abbozzata love story, però, puzza di bruciato lontano un miglio, soprattutto tenendo conto che Sweet Home è essenzialmente una serie horror. Come volevasi dimostrare, la felicità dei due ragazzi ha vita breve e il loro castello crolla tra mutilazioni e fiotti di sangue.

UN FINALE CHE VALE L’INTERO EPISODIO


Se si dovesse valutare “Episodio 8” solo per ciò che accade nei minuti finali, il giudizio sarebbe nettamente superiore. Una conclusione al fulmicotone e l’estremo sacrificio di Jae-heon per salvare i suoi “fratelli”, elevano la qualità della puntata, che, però, risente troppo della pesantezza del minutaggio centrale. In un tripudio di gore esplicito e splatter flambé, Sweet Home torna ai fasti dei primi episodi e ruggisce in tutta la sua potenza. Questo è ciò che il pubblico vuole vedere, niente di più e niente di meno. Con ancora due puntate alla conclusione (decisamente troppe), gli showrunners hanno la possibilità di finire in bellezza o mandare tutto in vacca, vanificando gli sforzi finora realizzati. Ci si augura che i coreani non siano masochisti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Esterno vs Interno (sebbene solo ad inizio puntata)
  • Momenti dedicati a Ji-soo e Jae-heon
  • Un finale di episodio pazzesco, con l’ultimo sacrificio di Jae-heon. Chapeau!
  • Parte centrale troppo estesa ed essenzialmente inutile
  • Regia non sempre sul pezzo
  • Un montaggio molto carente sotto certi aspetti, con personaggi che sbucano da non si sa dove e scene lasciate quasi a metà
  • In alcuni punti si perde il filo della narrazione e i dialoghi perdono di coesione e incisività

 

Sequenze al cardiopalma all’inizio e un finale da brivido, peccato per quel restante minutaggio centrale che diluisce troppo l’azione e rovina il vero sapore gore dello show.

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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