Tenersi alla larga dai boschi di Knocknaree
La serie tv è l’adattamento dell’omonima collana di libri scritti da Tana French, apprezzata autrice statunitense naturalizzata irlandese. L’adattamento è stato affidato a Sarah Phelps (che ha anche scritto la sceneggiatura di sette degli otto episodi della prima stagione), la quale è nota per essere anche responsabile di diverse miniserie BBC basate sui romanzi di Agatha Christie, tra cui l’apprezzabile “And Then There Were None” e il molto meno apprezzabile The ABC Murders. In questa prima stagione, sono narrate le vicende dei primi due romanzi della collana, ossia “In The Woods” e “The Likeness”. La scelta di unire i due romanzi è sicuramente audace, ma anche rischiosa, perché si rischia di creare confusione e di non riuscire a sviluppare adeguatamente i due piani narrativi. Nel primo episodio, sembra che il lavoro di fusione delle due opere sia stato eseguito correttamente, dato che sia ha la sensazione di essere di fronte a un’unica grande storia, e non a due sottotrame scollegate tra loro.
La serie è ambientata a Dublino nel 2006, e ha come protagonista gli agenti di polizia Rob Reilly e Cassie Maddox. Lui è interpretato da Killian Scott (Damnation, ’71), mentre lei da Sarah Greene (Vikings, Penny Dreadful). Come emerge dalle prime immagini dell’episodio, le vicende narrate in questa stagione si concluderanno con una brusca interruzione di ogni rapporto tra i due protagonisti. Cassie, infatti, dice a Rob che non si rivedranno mai più. Ovviamente, al momento è difficile ipotizzare il motivo preciso che porterà a questo risultato, ma bisogna dire che – già al termine del primo episodio – un finale di quel tipo sembra molto realistico: il caso su cui indagano, infatti, sembra essere fortemente personale (in modi diversi) per entrambi.
Katherine Devlin era una giovane adolescente che viene trovata morta nei boschi di Knocknaree, ossia il sobborgo di Dublino dove è cresciuta Cassie. Sin dall’inizio, la detective è molto poco a suo agio nel seguire la vicenda, e prova a convincere Rob a rinunciare al caso. Nel frattempo, l’opinione pubblica nota subito la somiglianza tra questo caso e la triste vicenda del 1985, quando tre giovani amici si sono avventurati proprio in quei boschi, ma soltanto Adam Reilly ne è uscito vivo, dopo un paio di giorni. Pur non avendo letto i libri, è facile supporre che i due casi siano collegati.
Per di più, come mostrato alla fine della puntata, viene rivelato che Rob – presentato come un inglese trasferitosi in Irlanda – è in realtà proprio Adam Reilly che, dopo quella vicenda, ha dovuto cambiare Paese ed identità dato che in molti lo ritenevano coinvolto nella morte degli altri due ragazzi. Si tratta di un’evoluzione importante della storia, ma non si può parlare di colpo di scena: considerando molte scene del pilot, infatti, la rivelazione è sembrata piuttosto telefonata. Al di là di questo difeso, il pilot ha mostrato diversi aspetti positivi: il ritmo della narrazione è abbastanza sostenuto, si stanno delineando molte sottotrame, e la morte di Katherine Devlin sembra avere tutti i crismi del classico caso poliziesco britannico (in versione irlandese, ovviamente) di qualità.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.