Se si è letta la recensione della scorsa “Central City Strong“, probabilmente si ha già una certa idea delle aspettative che si hanno nei confronti di The Flash e di ciò che questa serie ha rappresentato in passato. Ovviamente, pur comprendendo una degenerazione dovuto all’età, la vera regressione della serie è piuttosto ingiustificabile e dovuta ad un semplice motivo: la superficialità.
Ogni volta che The Flash raggiunge la sufficienza si può quindi tirare un sospiro di sollievo, un sospiro ricolmo di speranza per un futuro leggermente più roseo rispetto a quello dipinto finora. “Fear Me”, in tal senso, si muove in questa direzione dopo un “inizio” di stagione tentennante.
Barry: “Well, he carried traces of the same isotopes we linked to Fuerza. That means we can track him too, right?”
Cisco: “Right. And it means that Fuerza and Psych must be connected somehow.”
Caitlin: “Psych?”
Cisco: “He’s a psychic psychopath, causing psychosomatic symptoms, I mean, the guy practically named himself.“
SPEED FORCE VS RESTO DEL MONDO
Se dopo “Central City Strong” c’erano alcuni dubbi su quale sarebbe stato il villain di questa prima parte di stagione, con l’introduzione di Psych e della Sage Force si comincia ad intuire la direzione. Come confermato infatti dallo showrunner Eric Wallace, quell’esplosione di colori e fulmini vista nei secondi finali di “Mother” è ufficialmente l’inizio di una storyline direttamente legata al recente (2018) arco fumettistico chiamato “Flash War“.
Cisco: “Frost has a point, where are we with Fuerza? Fuerza. Spanish, for strength. Look, She-Hulk was taken, okay?“
Partendo con un’apprezzatissima citazione alla Marvel, Cisco con un paio di frasi fuga subito un dubbio che si era creato nella scorsa puntata: il mostro che ha pestato Flash è Fuerza. Il che porterà tutti gli esperti del settore ad identificare subito Psych come un esperimento più riuscito, seppur non esente da difetti.
Il nuovo villain rappresentante la Sage Force fa la sua porca figura, anche per merito di una trasposizione finalmente riuscita e non imbarazzante grazie ad una maschera ed una regia che supportano il suo potere. Ovviamente non avrebbe fatto male all’episodio avere un po’ più di elucubrazione intorno all’intero arrivo di villain strani e molto potenti, ma a quanto pare questi ingressi saranno collegati in futuro visto che mancano ancora un paio di “forze” da aggiungere all’elenco.
UNA SCENEGGIATURA TRABALLANTE
Joe: “Cecile, Cecile. What’s wrong? You were screaming.”
Cecile: “No, no, no. I saw… I saw someone. I saw someone, they were right there and then they…”
Joe: “There’s no one here. No one else here. Except us. You’ve been working too hard on those cases, must have fallen asleep.“
Dopo sette anni e diverse morti alle spalle, è ancora incredibile assistere ad alcuni scambi di battute e non risultare esterrefatti. Un esempio banale (riportato qua sopra) è subito offerto da Joe che, scoperta una Cecile in preda al panico, non le crede e la etichetta semplicemente come un incubo un po’ troppo vivido. Ed onestamente, dopo tutte queste esperienze tragiche e vivendo in un mondo strapieno di persone con superpoteri strani, alieni e viaggi nel tempo, piccoli eventi come questo dovrebbero essere ben più che un campanello di allarme.
Piccolezze, ma piccolezze che contano e che hanno un peso importante sull’intera sceneggiatura e credibilità dello show, credibilità che è ovviamente venuta meno diverse stagioni fa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ogni puntata che raggiunge la sufficienza è una vittoria per la serie, anche se ovviamente dovrebbe rappresentare un qualcosa di normale. Oggi si può festeggiare, auspicando un futuro migliore.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.