Dopo l’addio di Cisco nello scorso episodio, The Flash decide di chiudere le sottotrame lasciate aperte e fare una sorta di pulizia primaverile per ripartire con qualcosa di diverso già dal prossimo episodio, così da poter fare traino fino al finale di questa settima stagione.
“Masquerade” coincide con il ritorno in scena di Sue Dearbon, ma anche con l’ennesima scomparsa di Allegra, dando l’evidente sensazione che il cachet a disposizione della serie per i propri attori sia estremamente ridotto: meglio farne apparire pochi e saltuariamente piuttosto che dare un senso logico alla loro presenza fissa agli STAR lab.
“YOU ARE A PIRATE!”
Attorno a Chester l’episodio crea fin troppa ansia da prestazione, ingiustificata se si tiene in considerazione che Cisco è rimasto assente per diverse puntate in cui a tenere a galla la barca del team Flash dal punto di vista tecnologico c’era proprio il nuovo capo del reparto IT. D’altra parte, l’assenza di Cisco sarà ora una costante e, a livello teorico, era dovuto un episodio puramente introduttivo in cui le capacità di Chester venissero messe in dubbio, salvo poi essere in grado di salvare la situazione. Una sequenza sicuramente prevedibile e che rispecchia l’ennesimo cliché narrativo (stiamo pur sempre parlando di una serie tv di supereroi, non bisognerebbe stupirsi), ma che a suo modo funziona.
Dopo il rapimento e la cattura di Flash in una sorta di mondo onirico-immaginario ed il dispiegamento dell’intero team Flash (Caitlin sempre più attaccapanni che vero membro) contro l’impossessata Cecile, lo spettatore viene messo a conoscenza che il raggio che aveva colpito la donna durante lo scontro tra le varie forze non era collegato a queste, bensì si trattava dello spirito di Psycho-Pirate (Roger Hayden, un detenuto di Arkham), menzionato in “Nora” ed apparso in “Elseworlds, Part 2”. Una rivelazione che ha veramente poco del colpo di scena, sia per il peso specifico del villain (talmente di bassa lega da essere solo stato menzionato, ai tempi, in The Flash), sia per come il team giunge alla conclusione. Accompagnata da flashback che di fatto non significavano nulla, in cui Psycho-Cecile pronunciava alcune frasi, la camera intercede sul volto contratto dalle emozioni (ironia ndr) di Iris e scopre, grazie alla deduzione della protagonista, che era lei fin dall’inizio il nemico.
Applausi, sipario e tanti ringraziamenti al deus ex machina dell’occasione per questi collegamenti campati in aria e per nulla forzati per giungere a questa conclusione.
Accantonata la parte deduttiva dell’episodio (che, da come si intuisce, è praticamente assente) resta il momento di confronto con il villain e la sua sconfitta. Sequenza questa che avviene in due distinte modalità: nella realtà lo scontro Psycho-Cecile vs team Flash è breve, circoscritto a qualche colpo di fucile e katane alle spalle (ebbene sì); nel mondo onirico, dove ci sono sia Cecile, sia Barry, lo scontro per la libertà di riduce al consueto dialogo “rosa confetto” carico di “l’amore può sistemare tutto”, “affronta le tue paure e sfrutta le tue emozioni” e tutta una sequela di frasi da Baci Perugina che stanno inondando Flash in maniera fin troppo ostruzionistica, non permettendo allo spettatore di fruire del consueto action supereroistico che, in certi casi, ci si aspetterebbe di vedere con questa tipologia di show.
POCHI PUNTI POSITIVI, POCHE ASPETTATIVE
L’unica nota positiva, forse, dell’intero episodio è la possibilità per lo spettatore di approfondire e conoscere meglio il passato di Cecile e cosa la donna abbia vissuto prima di entrare in contatto con Joe e con Barry. Uno spaccato interessante, che umanizza e approfondisce un personaggio fino a questo momento sì tra i principali, ma totalmente lasciato al caso e con il quale ben poco si era cercato di empatizzare. Altro dettaglio lasciato da “Masquerade” è il desiderio di Iris e Barry di mettere su famiglia che, oltre ad essere stato esternalizzato in “Family Matters, Part 2”, viene nuovamente richiamato anche in questo quattordicesimo episodio quando Chester coglie in flagranza di reato la coppia nel magazzino degli STAR lab. Molto probabile, a questo punto, che per il finale di stagione si pensi ad una ricomparsa di Nora West-Allen/XS.
Come direbbe Dewey se avesse seguito The Flash insieme a noi di RecenSerie: “non mi aspetto niente, ma sono già deluso.”
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Ben pochi episodi alla fine e The Flash decide di fare tabula rasa e ricominciare da zero. Sarà stata la scelta migliore?
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.