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The Good Fight 3×04 – The One With Lucca Becoming A MemeTEMPO DI LETTURA 3 min

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L’arma più suadente dei King è fornire ogni volta una chiave diversa per leggere il mondo: i personaggi costruiti non sono i cattivi della storia, ma non sono nemmeno i buoni, i puliti, gli integerrimi. In una società governata dalla legge del più forte, Adrian Boseman sa benissimo che non puoi vincere con l’idealismo e con i buoni sentimenti e ad un certo punto devi sporcarti le mani e scendere a compromessi anche tu per gareggiare nella competizione. Questa è una caratteristica che The Good Fight eredita a pieno dalla sua serie madre, dove ricordiamo grandi parole spese per il duro lavoro, la preparazione e la bravura sul campo ma, di fatto, la protagonista veniva assunta in un grande studio legale di Chicago per una raccomandazione. Diane, per sua stessa ammissione, diventò socio di quello che fu lo studio Stern Lockhart&Gardner perché in quel momento era utile alla causa personale di John Stern avere un socio donna. E di nuovo, Alicia, avvierà un suo studio personale seguita da importanti e facoltosi clienti in quanto moglie del Governatore dell’Illinois.
Questo lancinante dualismo è stato divinamente mantenuto in The Good Fight e sfruttato ancora meglio: basti ricordare gli accordi che lo studio fa per mettere a tacere le segretarie stuprate da Reddick, mentre con la facciata pubblica è impegnato a sciogliere quelli fatti dalle donne molestate da Trump. Il quarto episodio della stagione ripropone lo stesso meccanismo nel momento in cui viene alla luce che i dipendenti bianchi sono richiesti e, quindi pagati, notevolmente più degli afroamericani. Il dialogo tra Adrian e Liz, dove il socio intestatario ammette la prepotenza sul mercato del lavoro degli avvocati bianchi, è una delle scene migliori di questa stagione. Reddick&Boseman ci fu presentato nella prima stagione come il luogo delle minoranze, dove la tutela delle pari opportunità e la lotta alla discriminazione razziale era il let motiv dello studio quando, ad oggi (ma sappiamo bene che è sempre stato così) pare che ad attuare la discriminazione sia proprio lo stesso che si propone di combatterla.
Sono questi gli aspetti che fanno di The Good Fight uno show imbattibile, scritto divinamente e recitato ancora meglio. Trovare intrattenimento leggero, divertente e allo stesso tempo serio e attuale diventa sempre più difficile in un palinsesto televisivo che offre serie troppo impegnative o troppo superficiali; ed è proprio per questo motivo che Diane&co. spiccano nel panorama seriale, perché ci regalano quell’ora d’aria senza pretendere di impartire a nessuno lezioni di vita. I nostri protagonisti, come abbiamo visto, sono lungi dall’essere esempi di vita e paladini della giustizia. Qui la retorica della discriminazione razziale – uno degli argomenti più caldi nel mondo oltreoceano – è totalmente scevra dal buonismo e dai discorsi idealisti fatti battendosi il petto. Ognuno viene descritto nella sua incoerenza e nel suo dissidio interiore, al passo con una società solo apparentemente multirazziale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gli autori sanno ben raccontare la discriminazione da parte di chi si propone di combatterla
  • Lucca Quinn
  • Dinamiche societarie 
  • Maia licenziata: sarà l’occasione per smuovere il personaggio 
  • Diane di nuovo in studio
  • The Good Fight Short
  • Ben ritrovato Frank Landau
  • “Ok strange baby it’s time to sell you in Ebay”
  • Dubbi sul carisma del personaggio di Julius Cane nel mondo politico
  • Incertezza sulla storyline di Diane e la setta contro Trump

 

L’episodio gioca sul razzismo di una società non evidentemente pronta a vedere una madre afroamericana con un figlio bianco. Intanto, nello studio afroamericano di Chicago, i bianchi vengono pagati più dei neri.

 

The One Where Diane Joins The Resistance  3×03 ND milioni – ND rating
The One With Lucca Becoming A Meme 3×04 ND milioni – ND rating

 

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