The Good Place 3×13 – PandemoniumTEMPO DI LETTURA 5 min

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“The more human I become, the less things make sense. But that’s part of the fun, right? […] If there were an answer I could give you to how the universe works, it wouldn’t be special. It would just be machinery fulfilling its cosmic design. It would just be a big, dumb food processor. But since nothing seems to make sense, when you find something or someone that does, it’s euphoria. In all this randomness and this pandemonium, you and Chidi found each other, and you had a life together.”

Di cosa parla veramente The Good Place? Ogni serie che si rispetti ha il suo scopo e le sue difficoltà da affrontare, alcune, soprattutto comedy, non hanno un vero e proprio obiettivo se non quello di strappare qualche risata allo spettatore. Per gli show, dramedy o drama che siano, la storia è decisamente diversa; qualcosa al proprio pubblico devono pur lasciare per colpire nel segno e rimanere vividi nella mente dei propri fan. Programmi come Genius o Feud hanno il palese intento di raccontare in modo dettagliato la vita di qualche personaggio famoso o di una rivalità che ha colpito l’opinione pubblica. Altre serie come Westworld e The Handmaid’s Tale sono, tematicamente, estremamente più complesse e accompagnano, attraverso la loro storia, lo spettatore in un viaggio full-immersion nell’etica di ciò che comportano certe scelte, o riflessioni su situazioni che nel 2019 dovrebbero essersi estinte.
Quindi, uno show ha pur sempre, per quanto possa variare dal suo target o dal mezzo di comunicazione, dei fini quasi educativi e questo suo obiettivo potrà dirsi centrato solamente se riuscirà a far soffermare chi sta davanti allo schermo a riflettere su cosa ha visto o, nei casi più eccezionali ed emblematici, a cambiarlo dentro.
Chi sta leggendo questa recensione, a meno che non sia un pazzo in cerca di spoiler di una serie che non ha mai visto, sa benissimo che lo show di Michael Shure è un prodotto innovativo, frenetico e di una fattura eccellente. The Good Place, a braccetto con il tanto rimpianto The Last Man On Earth, potrebbe essere visto come caposaldo della rivoluzione delle comedy degli ultimi anni, serie che non sono più prodotti che semplicisticamente intrattengono, riescono a far riflettere su certi argomenti e stop. Con la storia di Eleanor & company. Shure ha creato quel viaggio complesso di cui si è parlato poco più sopra con WW e THT, non dimenticandosi, però, la natura comedy della serie.

“Hi, John. I’m Eleanor. I’m the Architect. Come on in.”

E’ inutile negare che questa terza stagione, nonostante la vittoria ai RecenAwards, non sia ai livelli delle precedenti, dato che lo show comincia a sentire il peso dell’età e i continui rinnovamenti sembrano non tenere il passo. Tuttavia, The Good Place è una serie che si lascia guardare benissimo ancora oggi ed è spanne sopra alle numerose comedy che escono ogni mese e che puntualmente vengono cancellate nel giro di uno o due anni. Questo debole abbassamento di qualità è comunque sorretto dal sempre più intenso lavoro di scrittura all’interno della serie. Un esempio di tale affermazione è l’eccezionale risposta di Janet, riportata ad inizio recensione, alla fatidica domanda che tutti gli esseri umani nel corso della loro vita prima o poi si chiedono.
Oltre al classico concetto del “cosa c’è oltre la morte?”, The Good Place ha affrontato le seguenti tematiche (elencate in maniera del tutto casuale): cos’è il vero amore?; è possibile realmente cambiare?; cos’è l’essere umano?; cosa è giusto e cosa è sbagliato?; ed un’infinità di altri argomenti trattati in modo anticonvenzionale quanto geniale. Soprattutto, in questo final season, si affrontano intensamente due temi.
Il primo non poteva che essere l’umanizzazione di Michael e Janet, i due personaggi che sono più cambiati nel corso degli anni passando da esseri “angelici” senza una vera e propria personalità, ad un’umanizzazione caratteriale pressoché totale. Gli attacchi di panico e la continua paura di fallire di Michael, così come le vicissitudini amorose e la confusione mentale di Janet, sono effettivamente tratti indistinguibili degli esseri umani. Personaggi che sono destinati a coronare questo processo nella prossima, e forse ultima, stagione.
L’altro punto affrontato in “Pandemonium” è la tristissima scelta di Chidi. Il malvagio piano di Shawn nel scegliere proprio Simone come cavia per l’esperimento di Michael, costringe il povero character di William Jackson Harper a dover resettarsi e dimenticare tutto ciò che ha passato nel corso della stagione, incluso il rapporto con Eleanor. L’australiano si sacrifica per l’amore dei propri amici, portandosi nuovamente allo stato embrionale, affrontando il tutto non come ricercatore bensì, anch’esso, come cavia.
L’ennesimo cliffhanger della serie chiude la stagione effettivamente nel migliore dei modi possibili, restando nella linea qualitativa dei precedenti episodi. Ad onor del vero, confrontando tale final season con quelli precedenti, si può notare ad occhio nudo l’assenza di quel “OH MIO DIO” con cui ci si era abituati a salutare lo show, però non bisogna scordarsi delle bombe del scorso episodio e che, quanto visto in questa 3×13, è l’ennesima e stupenda lezione che Shure vuole lasciare ai propri spettatori.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il piano di Shawn
  • La scelta di Chidi
  • Si vedono nuovi orizzonti
  • L’umanizzazione di Michael & Janet
  • Assenza del vero boom finale

 

“Pandemonium” è uno degli episodi più intensi della serie, nel quale i personaggi hanno dovuto compiere scelte importanti e, sotto certi aspetti, anche dolorose per la riuscita del piano per salvare le anime degli esseri umani. The Good Place continua ad essere una certezza anche se sembra giunto il momento di far calare definitivamente il sipario.

 

Chidi Sees The Time-Knife 3×12 2.52 milioni – 0.8 rating
Pandemonium 3×13 2.66 milioni – 0.8 rating

 

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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