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Libertà di espressione: è la strategia iniziale usata dalla Lockhart&Gardner nella causa di questa settimana, dove con piacere ritroviamo quel simpaticone di Neil Gross e la sua Chumhum contro gli Stati Uniti d’America che gli impedisce di rendere pubblica l’ordinanza restrittiva, testimonianza che la Chumhum non si è piegata alla NSA (National Security Agency), rifiutando di fornirle qualcosa tipo milioni di informazioni dei propri utenti.
Alicia si ritrova nuovamente dinanzi la Corte Federale con il simpaticissimo giudice della scorsa settimana (“I’m the one who makes the jokes here, not you.”) a cambiare strategia, perché la libertà di espressione è un concetto bellissimo, ma in aula non funziona e così si passa alla giustizia selettiva, ma anche in questo caso il giudice si pronuncia a favore del Governo. A questo punto è il momento di puntare sui soldi (“When you lose with the Constitution, try money.”) e alla fine Neil Gross non potrà comunque rendere pubblico il contenuto dell’ordinanza, perdendo così la causa, ma guadagnando 14 mila di dollari di risarcimento danni: “Non posso dirvi i termini della causa, ma vi basti sapere che oggi siamo parecchio felici”. Ancora una volta The Good Wife si dimostra una serie di grande attualità continuando a fornirci una visione del mondo il più vicino possibile alla realtà: il Governo potrà impedire a Neil Gross di vantare la sua resistenza facendoli perdere parte dei suoi utenti, ma può di sicuro ripagarglieli uno ad uno.
Alicia si ritrova nuovamente dinanzi la Corte Federale con il simpaticissimo giudice della scorsa settimana (“I’m the one who makes the jokes here, not you.”) a cambiare strategia, perché la libertà di espressione è un concetto bellissimo, ma in aula non funziona e così si passa alla giustizia selettiva, ma anche in questo caso il giudice si pronuncia a favore del Governo. A questo punto è il momento di puntare sui soldi (“When you lose with the Constitution, try money.”) e alla fine Neil Gross non potrà comunque rendere pubblico il contenuto dell’ordinanza, perdendo così la causa, ma guadagnando 14 mila di dollari di risarcimento danni: “Non posso dirvi i termini della causa, ma vi basti sapere che oggi siamo parecchio felici”. Ancora una volta The Good Wife si dimostra una serie di grande attualità continuando a fornirci una visione del mondo il più vicino possibile alla realtà: il Governo potrà impedire a Neil Gross di vantare la sua resistenza facendoli perdere parte dei suoi utenti, ma può di sicuro ripagarglieli uno ad uno.
Pur essendo terribilmente perfetto, il caso della settimana funge tuttavia da espediente per riallacciare la Lockhart&Gardner (e successivamente Alicia, arrivando così a Peter) alla NSA: la NSA già intercettava lo studio per misure antiterroristiche; l’episodio infatti richiama esplicitamente un’altra puntata, la 3×07 “Executive Order 13224”, una delle migliori riuscite di The Good Wife, personalmente la mia preferita, dove Alicia ebbe dei problemi con la tesoreria legati proprio a questioni terroristiche (Daniel Marwat, Badula Qulp). Ora grazie ad una stupidissima scusa fornita dalla chiamata di Nisa, la NSA ha campo libero per quanto riguarda le intercettazioni in casa Florrick e ci potete giurare che tutto ciò porterà a galla qualche informazione di troppo (ricordiamoci cosa scopre Alicia grazie ad un’intercettazione, 2×08 “On Tap”).
Trama parallela è la candidatura di Diane come giudice della Corte Suprema: ora non voglio credere che Diane possa davvero abbandonare la Lockhart&Gardner e per quanto possa significare il posto offertole da Peter per la sua carriera, sarebbe significativo che a far rimanere Diane allo studio sia Diane stessa, per sua decisione e non per una serie di sfortunati eventi. Per quanto riguarda la sua intervista su Will, è apprezzabile per tutte le conseguenze che porterà con sé e non è assolutamente out of character perché Diane viene tentata più volte, da Mandy Post, da Eli, dalla carriera e la sua risposta è sempre fermamente difendere il suo socio, salvo una ritrattazione dell’ultimo minuto che porterà, per l’appunto, non pochi risvolti.
Passando ora ai lati negativi dell’episodio, quello che spicca di più è una Alicia sempre meno good wife: è già dalla scorsa stagione infatti che non vediamo molto Alicia nella sua sfera privata, che sia Peter o che sia Will, o che siano semplicemente i suoi figli. Un gran peccato perché se riuscisse a mantenere il binomio pubblico-privato, la serie oltrepasserebbe i livelli di perfezione che tocca già abbondantemente.
PRO:
- Caso della settimana e la NSA
- Richiamo all’episodio 3×07, uno dei migliori di The Good Wife
- L’intervista di Diane sulla sospensione di Will e tutte le conseguenze che porterà
- Ritorno di Veronica che continua a flirtare amabilmente con David Lee
- Grazie alla generosità di Veronica la realizzazione del nuovo studio è sempre più vicina, quindi: Agos/Florrick o Florrick/Agos?
- Soundtrack e intro
- “If you are arguing, Mrs. Florrick, that this is absurd, I’ll agree with you. But if you are arguing that this is illegal, unfortunately you are wrong.”
- “When you lose with the Constitution, try money.”
- I due simpatici giovani della NSA, chissà che magari non li rivedremo. (Piccolezza: uno dei due indossa la maglietta “Bazinga” nella stessa settimana in cui Christine Baranski è tornata a vestire i panni della madre di Leonard in The Big Bang Theory)
CONTRO:
- Non ho nemmeno citato l’assurda storyline di Eli: Becca. Seriously? Basta!
- Alicia poco vista in una dimensione privata: è pur sempre una good wife o no?
- Diane andrà davvero via dallo studio? Che Lockhart&Gardner sarebbe senza Lockhart?
The Good Wife si riconferma una serie di grande attualità, che se riuscisse ad intrecciare meglio il mondo legale e il mondo privato di Alicia, sforerebbe l’eccellenza.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.